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 2022  gennaio 27 Giovedì calendario

I numeri della democrazia

Vorrei spegnere l’eccitazione riguardo l’elezione del nuovo Presidente della Repubblica Italiana, o della nuova Presidente, riducendo questo agone a una serie di numeri. Chiarisco subito, senza voler offendere le sensibilità di nessuno, e sempre con un punto di vista matematico, che i due terzi degli elettori del Presidente (a oggi 1009), non è un numero intero. E, così rivista, la maggioranza che avrebbe dovuto eleggere il presidente o la presidente rivela una natura queer, nel senso che due terzi di 1009 dà 672,6 (periodico), che viene arrotondato ai 673 voti richiesti nelle prime tre votazioni per l’elezione. Definiamo queer tutti quei numeri decimali (comunemente detti numeri con la virgola) che in realtà rappresentano un intero. E non un intero in generale: una persona, un essere vivente, un cittadino. Per esempio, l’ultimo dato sulla natalità in Italia, al dicembre 2021 è 1,17 figli a donna, e in questo caso il decimale 1,17 è un numero queer. Altri decimali che pure ci sono familiari come l’altezza (1,68 cm) o il costo di un litro di latte (0,75 cm di base) non sono invece numeri queer. I numeri queer sono i decimali che arrotondati rappresentano una persona. Non troverete questa definizione da nessuna altra parte, nel senso che non esiste, è scaturita adesso osservando le votazioni per l’elezione del Presidente della Repubblica. Il numero 1009 si ottiene sommando 630 deputati, 321 senatori (315 eletti + 6 senatori a vita) e 58 delegati regionali (3 delegati per regione scelti dai rispettivi consigli regionali tranne che per la Valle d’Aosta per la quale il delegato è uno solo). Rimane valido l’adagio secondo il quale non si sommano le mele con le pere, dunque non dobbiamo stupirci di poter sommare senatori, deputati e delegati perché in effetti la somma è omogenea perché sono tutti rappresentanti del popolo italiano. Il voto è segreto e questa segretezza dà luogo talvolta a estrosità sulle schede (voto a Terence Hill). 1009 è un numero primo – cioè un numero naturale maggiore di 1 divisibile solo per 1 e per sé stesso – la cui indivisibilità non mi pare aver condotto a un esito, ma credo che la mancata convergenza sul nome non possa davvero dipendere da questioni matematiche. In realtà i votanti ammessi sono 1008 perché la deputata Sara Cunial non è stata ammessa alla votazione in quanto, per le sue dichiarazioni e posizioni anti-vaccino, si è rifiutata di farsi un tampone all’ingresso dell’aula (e ha detto di aver sporto querela contro il presidente Fico e contro ignoti per averle impedito di esercitare il proprio incarico). Ma sulle caratteristiche matematiche di 1008 non ci soffermeremo. Nelle successive votazioni non ci sarà più bisogno dei due terzi ma della maggioranza assoluta che ha da intendersi come la metà più uno dei votanti cioè 1009 diviso 2 +1 che come risultato dà 505,5. Anche qui un numero queer, secondo la definizione data in apertura, che viene però approssimato non per eccesso come nei due terzi iniziali, ma per difetto. Dunque abbiamo 0,4 di persona in più nella prima votazione e uno 0,5 di persona in meno per la seconda votazione. Considerandoli come valori assoluti, senza più o meno, abbiamo uno 0,9 cioè circa una persona in più tra le due votazioni. Uno spettro si aggira per le votazioni: lo spettro del presidente. Voglio pensare che quello 0,9 sia il Presidente o la Presidente che verrà e che tuttavia è già lì, in potenza, nel decimale, nel numero queer, prima di esserlo in atto, installato e nel pieno delle sue funzioni. Insomma, i numeri interi non servono tanto per la democrazia, per la cosa pubblica ci vogliono altri numeri, numeri che si possano approssimare per difetto e per eccesso, numeri che possono essere un po’ di più o un po’ di meno di quello che siamo, numeri che consentono, come le leggi, come i comportamenti, una interpretazione. Ecco, io spero che il presidente o la presidente, sia queer come questi numeri che abbiamo definito. Le cose molto serie e complesse, come seria e complessa è la democrazia, consentono racconti da punti di vista insoliti e interpretazioni fantasiose. Le interpretazioni fantasiose, come le filastrocche per le tabelline alle scuole elementari o le canzoncine con le declinazioni latine nei primi anni di liceo, facilitano la memorizzazione di alcune caratteristiche quantitative, in questo caso del nostro Parlamento. Ed è sempre interessante ricordare i numeri della democrazia e guardare da vicino come sono fatti, e chi sono. La democrazia nella quale i numeri sono persone, e non viceversa. Che poi è il senso del numero queer.