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 2022  gennaio 26 Mercoledì calendario

Richi, il primo haitiano alle Olimpiadi sulla neve

TORINO – Il sogno ha rischiato di tornare nel cassetto: Richardson Viano, il diciannovenne nato nel Mar dei Caraibi e innamorato pazzo dello sci, la scorsa settimana è ruzzolato in una gara d’allenamento a Pozza di Fassa. L’addio alle Olimpiadi era a un passo. Ieri pomeriggio, con il cuore che batteva a palla in attesa dell’esito della risonanza, si malediva per essere caduto. Invece i crociati non sono rotti e sabato si parte per Pechino. Primo haitiano nella storia olimpica, parteciperà al gigante e allo slalom a cinque cerchi per rappresentare i colori del suo Paese. «Di notte non dormo – racconta – pensando che sabato sarò su quell’aereo. Non riesco ancora a credere che la prossima settimana sarò con i più grandi sciatori del mondo, i miei idoli da quando ero piccolo».
Quella di Richi, così lo chiamano tutti, è una storia meravigliosa. Il prologo è in un orfanotrofio di Port au Prince; il presente è la vittoria già conquistata ancor prima di scendere sulle piste. Non vincerà, ma che importa. L’epilogo è lontanissimo e il prossimo futuro è pieno di sogni di ragazzo da realizzare.
Era un bimbetto di tre anni quando è arrivato in Italia, adottato da una coppia di torinesi che hanno scelto di vivere in montagna: il papà, Andrea Viano, è guida alpina e la mamma, Silvia Grosso, ama la vita e i silenzi dei monti. Di anni Richi ne aveva tre mezzo quando sulle nevi francesi di confine, a Briançon, ha messo per la prima volta gli sci ai piedi. Per lui la neve era “la polvere bianca” e scivolarci sopra gli piaceva da morire. A sei anni aveva già giurato a se stesso che sarebbe diventato uno sciatore, ma non uno qualsiasi, uno tanto bravo da andare alle Olimpiadi.
Il destino gli ha fatto un regalo ancora più bello: «A Pechino – dice ora che è tempo di fare le valigie – porterò i colori di Haiti. E potete scommettere che farò tutto quello che so e anche di più per farmi onore e fare onore al mio Paese».
La gioia la condivide con i genitori e le due sorelle. Haitiane come lui. Richardson Viano è uno sportivo con il cuore d’oro. Un giorno, a dieci anni, ha pensato di vivacizzare il desco familiare con un quesito faticoso: «Abbiamo abbastanza da mangiare. Perché non dividiamo il cibo con altri bimbi?». Andrea e Silvia si sono guardati e hanno pensato che aveva ragione lui. Così Richi ora ha due sorelle, Bellandine e Natacha, anche loro adottate all’orfanotrofio di Port au Prince.
Il 4 febbraio a Pechino sventoleranno le bandiere dell’inaugurazione. Il 13 e il 16 febbraio sono in programma slalom e gigante. E Richi sarà il primo nero a partecipare alle gare di sci olimpiche. «Qualche meticcio c’è stato, ma nero come Richardson nessuno», ride mamma Silvia, che sabato parte con lui, insieme con l’allenatore italiano Greg Ribotto, con il presidente del Comitato Olimpico Hans Larsen.
La musica del caso per Richi è stata una telefonata ricevuta nel 2018. A chiamarlo era Jean Pierre Roy, il presidente della Federazione di sci di Haiti. «Pensavo fosse uno scherzo», ride. In realtà quel signore haitiano aveva imparato a sciare in Francia e aveva un pallino tutto suo piuttosto eccentrico che era riuscito a concretizzare: fondare la Federazione di sci di Haiti per rilanciare il suo Paese uscito stremato dal terremoto del 2010. Un giorno, sulla neve dove si disputava una gara di sci. si era guardato in giro chiedendo qua e là se per caso ci fosse un haitiano che sapeva sciare bene. Più una battuta che una speranza. Fortuna volle che una ragazza alzasse una mano: «Io lo conosco, è un mio amico, si chiama Richardson Viano». A volte succede. «Non potevo credere di poter fare qualcosa per il mio Paese d’origine e lo farò anche dopo», dice Richi. Da quella telefonata in avanti ci sono stati anni di allenamenti stremanti, determinazione, caparbietà, sacrifici, qualche caduta. Il primo appuntamento importante è stato Cortina nel 2021. Con le gare sono arrivate anche le prime sponsorizzazioni. Oro colato per una piccola Federazione con risorse stringatissime. L’azienda torinese Robe di Kappa fornisce il materiale tecnico, BriKo mette il casco, Rossignol a Natale gli ha dato quattro paia di sci. E la favola di Richardson valica i confini degli Stati. Le tv lo inseguono: cosa avrà mai in testa quel ragazzone che invece del surf adora le tute da sci?