Questo sito utilizza cookies tecnici (propri e di terze parti) come anche cookie di profilazione (di terze parti) sia per proprie necessità funzionali, sia per inviarti messaggi pubblicitari in linea con tue preferenze. Per saperne di più o per negare il consenso all'uso dei cookie di profilazione clicca qui. Scorrendo questa pagina, cliccando su un link o proseguendo la navigazione in altra maniera, acconsenti all'uso dei cookie Ok, accetto

 2022  gennaio 25 Martedì calendario

Il quartiere intelligente di Mosca sarà made in Italy

Un nuovo quartiere a Ovest di Mosca. Di più: una vera e propria “smart city”, una cittadella intelligente e sostenibile che si espanderà su oltre 460 ettari e ospiterà oltre 65 mila abitanti, il primo esperimento di questo genere non solo nella capitale russa, ma in tutta la Federazione. Tra i tre studi d’architettura selezionati per costruire il nuovo centro abitativo che sorgerà a Rublyovo-Arkhangelskoye, accanto al britannico Zaha Hadid Architects e al giapponese Nikken Sekkei, c’è anche l’italiano Archea Associati fondato da Marco Casamonti. «Parliamo di un pezzo di città, al centro della quale c’è la natura, un parco, un lago artificiale che si è formato in una cava di inerti e la sponda del fiume Moscova. Ad aver colpito del nostro progetto è stato proprio l’aver messo al centro uno spazio urbano che è una piazza, ma verde», commenta il professore e architetto, già artefice di decine di opere in Italia e all’estero, dagli stadi di Udine e Tirana alla cantina Antinori, dall’Hope Square di Taipei alla Liling World Ceramic Art City in Cina. «Mosca è nota per la Piazza Rossa. In futuro potrebbe essere ricordata anche per la sua “Piazza Verde”. Michelangelo diceva che la scultura è nel blocco di marmo. Noi abbiamo costruito la città intorno a un sistema naturale che c’era già».
La filosofia di Rublyovo-Arkhangelskoye è quella di uno spazio “a misura d’uomo” e “centrato sull’uomo” dove tessuto urbano e ambiente rurale, vita e lavoro si fondono in armonia. Gli spazi verdi costituiranno oltre il 30 per cento del nuovo insediamento; il fiume Moscova ne delimiterà il perimetro, mentre il lago artificiale da 30 ettari sarà il cuore di questa città del futuro già in costruzione sui terreni agricoli di un’ex fattoria collettiva alle porte del Mkad, l’anello autostradale che racchiude la capitale. Qui, all’inizio degli Anni 2000, l’uomo d’affari Suleiman Kerimov aveva pianificato di costruire una “città dei milionari”, ma quel progetto venne sospeso. Finché la società Rublyovo-Arkhangelskoye, ramo della principale banca russa Sberbank, non è diventata la nuova proprietaria. L’idea iniziale era creare un Centro finanziario internazionale, ma alla fine si è deciso di sviluppare «qualcosa di unico non solo per i prossimi anni, ma anche per i prossimi decenni», come ha spiegato ai media russi Stanislav Kuznetsov, membro della giuria del concorso e vicepresidente del cda di Sberbank.
L’obiettivo del nuovo contesto urbano non è solo alleviare la pressione demografica su una metropoli che già conta 12,5 milioni di abitanti, il 30 percento in più rispetto a vent’anni fa, ma soprattutto creare un luogo che divenga un modello di “smart city” dove non solo verranno usate fonti di energia locali rinnovabili, ma dove tecnologia e natura, digitalizzazione dei servizi e rispetto dell’ambiente, contribuiscano a formare un nuovo modo di vivere. «Una città dove l’infrastruttura è il verde del parco e non la viabilità – prosegue Casamonti – è un vero cambio di visione. Il progetto è del 2018, ma ha anticipato le esigenze nate dopo la pandemia proponendo un contesto urbano che consentono di avere tutti i servizi a brevi distanze. Il modello è la “città dei 15 minuti” proposta dall’urbanista franco- colombiano Carlos Moreno». I numeri del progetto che dovrebbe essere completato intorno al 2030 parlano da sé: 4 milioni di metri quadrati di edifici, inclusi 2,6 milioni di residenze a più piani, 800 mila metri quadri destinati a uffici e 255 mila di infrastrutture sociali e culturali; 76.300 nuovi posti di lavoro; una nuova linea metropolitana da 19 km e 9 fermate; 30 km di piste ciclabili, 15 asili nido, 10 scuole, due cliniche, nonché un centro commerciale, un porto turistico, un hotel, una stazione di polizia e una caserma dei pompieri oltre a centri civici e culturali. Per un investimento presumibile da 9 miliardi di euro. Che ha richiesto una lunga gestazione: tra il 2013 e il 2014 è stato indetto il concorso per il masterplan vinto da una società tedesca e nel 2018 si è tenuto il bando a inviti per la progettazione urbanistica e architettonica vinto da Archea Associati/Marco Casamonti& Partners ex aequo con i colossi Nikken Sekkei e Zaha Hadid. Allo studio italiano spetta però lo sviluppo complessivo della nuova città che include, oltre alla piazza centrale che fronteggia il lago, edifici per residenze e uffici.
Il team di Casamonti, spiega l’architetto, ha voluto incarnare la sua idea di spazio pubblico in cinque “dita verdi” che collegano come radiali la piazza centrale al parco sul fiume legando i vari elementi e dialogando con loro: teatri all’aperto, negozi o spazi per attività che si rimodulano in base al clima.
Per Casamonti l’assegnazione del progetto ad Archea Associati, oltre al coinvolgimento dello studio Land Milano di Andreas Kipar per il sistema di paesaggio del nuovo insediamento, segna il ritorno degli architetti italiani in Russia nel solco di una tradizione risalente al ’400 quando vari maestri italiani furono chiamati a costruire il Cremlino di Mosca e culminata nell’800 con il contributo di Carlo Rossi al disegno della piazza antistante il Palazzo d’inverno a San Pietroburgo. «Da allora fino alla recente inaugurazione del Ges2 di Renzo Piano a Mosca e allo sviluppo della smart city Rublyovo- Arkhangelskoye affidato al nostro studio, non era più successo che gli italiani si affermassero a tali livelli in Russia. La cultura italiana torna a essere competitiva perché non tende a colonizzare, ma a comprendere e ad ascoltare i luoghi».