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 2022  gennaio 25 Martedì calendario

Navi cargo che navigano a vela

PARIGI
Vincent Bernatets è un appassionato di mare e di vela da una vita. Era ancora ingegnere a Airbus, il colosso aeronautico europeo, che ha la sede centrale a Tolosa, quando un giorno, in barca al largo, ebbe un flash, «associare le mie conoscenze tecniche e quelle del vento per fornire un’energia pulita alle navi da trasporto». Vincent, 51 anni, non fa kitesurf, ma a quello sport si è ispirato per ideare Seawing, un sistema di navigazione a vela per i cargo. Che è stato appena utilizzato con successo per la prima traversata transatlantica.
La nave “Ville de Bordeaux” è partita da Saint-Nazaire, sulla costa bretone, lo scorso 21 dicembre, direzione Mobile, nell’Alabama, nel Sud degli Stati Uniti. Le sue stive racchiudevano pezzi della fusoliera di diversi Airbus A320 e A220, da assemblare nello stabilimento americano del gruppo. Per la prima volta sulla nave era stato installato uno strano apparecchio a prua, una specie di gru pieghevole. È proprio il Seawing, frutto di più di cinque anni di ricerche, portate avanti da Airseas, la società fondata nel frattempo da Vincent, a Nantes.
Lì si è circondato di giovani ingegneri, appassionati di kitesurf. È un sistema completamente automatizzato. La gru si drizza su e diventa un albero verticale di 35 metri. Da lì si dispiega una vela della superficie di 500 metri quadrati, che comincia a girare nell’aria, come fosse un kitesurf. È connessa al palo da un insieme di cavi di 300 metri. La base del sistema imprime alla vela dei movimenti, così da tracciare degli otto, che ne aumentano la potenza di trazione. Mentre Seawing è operativo, i motori continuano ad andare, ma la vela li «aiuta». «Il solo intervento umano – spiega Bernatets – è quello del comandante. In base alle indicazioni che arrivano dai sensori, deve decidere se sganciare la vela o meno. Seawing consente di utilizzarla nelle migliori condizioni di vento e di correnti. L’obiettivo è sostenere i motori e risparmiare carburante». E ridurre gli scarichi inquinanti. «È un contributo significativo alla decarbonizzazione del trasporto marittimo, che rappresenta più del 3 per cento delle emissioni mondiali di carbonio».
La “Ville de Bordeaux” è arrivata a destinazione il 7 gennaio. Bernatets attende i risultati dei test effettuati a bordo e pure di fare quattro traversate in tutto, prima di quantificare precisamente i risparmi economici ed ecologici ottenuti grazie all’invenzione. Ma è ormai chiaro che funziona. La vela, che vola a un’altezza di 300 metri, permette di ridurre fino al 40 per cento il consumo di carburanti, un risparmio particolarmente prezioso di questi tempi. Il modello di 500 metri quadrati (un altro di mille permette performance ancora migliori) consente già di sviluppare una potenza di trazione di 5 Megawatt, che, con un vento tra i 20 e i 25 nodi (tra 37 e 46 chilometri all’ora), corrisponde alla metà di quella necessaria a una nave cargo per procedere a velocità di crociera.
Seawing viene già commercializzato. La compagnia marittima giapponese K Line l’ha ordinato per una delle sue navi, utilizzata per il trasporto di minerali. Airbus, che noleggia regolarmente “Ville de Bordeaux”, ha deciso di mantenerlo a bordo. Esiste pure un progetto del navigatore Yves Parlier, con la società Beyond the Sea, che prevede di installare vele di kitesurf ma su battelli più piccoli. Il Seawing, invece, è previsto per ogni tipo di navi, perfino petroliere, fino a 200 mila tonnellate e 300 metri di lunghezza. —