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 2022  gennaio 25 Martedì calendario

Il Giappone esporta libri per gattolici

Che sia nero, bianco o tigrato, dal pelo rosso o color miele, il gatto è l’indiscusso animale guida della letteratura giapponese di questi anni, con abbondanza di titoli in cui il felino regna. In realtà già nel 1905 con Io sono un gatto il maestro ineguagliabile del racconto, Natsume Soseki (in Italia con Neri Pozza), aveva elevato il micio di strada a scrittore sopraffino, dotato di saggezza e di cinismo elegante, capace di descrivere la pochezza degli umani. Da lì in poi, mai come in questi decenni si assiste a un fluire di scrittori, sceneggiatori, animatori e mangaka che sfornano storie i cui protagonisti hanno peli, baffi e quattro zampe. Leggendole, interpretiamo al meglio i loro Nyaa Nyaa (il “miao miao” dei felini giapponesi), mentre loro sembrano intendere senza problemi il linguaggio umano.
“Mi sono tenuto dentro questa storia per molto tempo, come una spina rimasta in gola. Finché, per caso, mi sono ricordato che una volta, da bambino, ero andato con mio padre ad abbandonare un gatto su una spiaggia” scrive Murakami Haruki nel suo racconto Abbandonare un gatto (tr. A. Pastore, Einaudi), in cui il ricordo della separazione dal primo Neko (gatto, ndr) della sua vita – ne avrà poi molti, tra cui il famoso Peter – lo induce a parlare del legame con il padre. Altri titoli in cui immergersi ? Dello scorso anno è La mia vita con i gatti di Morishita Noriko, e poi Il gatto venuto dal cielo di Hiraide Takashi (entrambi tr. L. Testaverde) e Se i gatti scomparissero dal mondo di Kawamura Genki (tr. A. Specchio), tutti successi pubblicati da Einaudi.
La novità 2022 della casa editrice s’intitola Lei e il suo gatto (tr. A. Specchio) di Shinkai Makoto e Nagakawa Naruki. Kanojo to Kanojo no neko (questo il titolo originale) nasce da un corto del 1999 di Shinkai, il regista d’animazione più geniale del momento, artefice di un’operazione interessante. Ha infatti trasposto il suo corto iniziale in manga, e da manga in romanzo, qualcosa di originale quanto felicemente riuscito. Un racconto delicato e coinvolgente, in cui quattro gatti, quattro donne e il cane John tracciano un universo fiabesco non privo delle fragilità umane. Dalla primavera all’inverno, scorrono quadri di solitudine e amore, pressione sociale e famigliare, competizione nel lavoro come a scuola. E non solo. Pagina dopo pagina si evolve il presente delle protagoniste grazie al rapporto con i mici Chobi, Mimi, Cookie e Kuro. Le umane Miyu, Reina, Aoi e Shino riescono così a illuminare lo scorrere delle proprie esistenze, accedendo a sensibilità fra esseri che capendosi, si aiutano. Interazioni positive, oggi necessarie più che mai.