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 2022  gennaio 25 Martedì calendario

Hitler su TikTok

Ottant’anni dopo non abbiamo ancora regolato i conti: Hitler è un influencer. Rimbalza da Tik Tok a Twitch, s’insinua nelle teorie del complotto e tra le nuove generazioni: qual è, dunque, Il senso di Hitler? Il 27 gennaio, Giorno della Memoria, arriva in sala con Wanted Cinema il documentario diretto a quattro mani dalla tedesca Petra Epperlein e lo statunitense Michael Tucker, che sulla scorta del libro The Meaning of Hitler (1978) di Sebastian Haffner prova a smantellare miti e luoghi comuni sul Führer.
Epperlein e Tucker, qual è “il senso di Hitler” nel 2022? 
È l’eterna domanda. Quando abbiamo iniziato il film, i comici si chiedevano: “Trump è Hitler?”. No, ma è stato terrificante vedere un Paese sprofondare in quattro anni. Quanto è successo il 6 gennaio del 2021 (l’assalto a Capitol Hill, ndr), l’America non l’ha ancora elaborato.
Secondo Martin Amis, Hitler resiste alla nostra comprensione.
Dalla sua morte, Hitler è stato la personificazione del male. La “Hitlerologia” si concentra sulla ricerca della fonte: era pazzo, tossicodipendente, pervertito, occultista? Sebastian Haffner respinge il fascino biografico e restringe la sua attenzione all’intento omicida di Hitler. Se c’è una lezione, è che le parole hanno un significato. Le persone faranno quello che dicono.
Perché siamo ancora attratti dal Führer?
L’attrazione oggi è probabilmente minore per Hitler che per il nazismo. Susan Sontag l’ha definito “il fascino fascista”. Quasi ottant’anni dopo, i nazisti e Hitler sono apparentemente ovunque. Che cos’è questa oscurità che ci attrae?
Come siete riusciti a realizzare un film su Hitler senza espanderne l’ universo cinematografico?
L’idea era di non mostrare affatto Hitler, ma si è rivelata impossibile. Il trionfo della volontà (1935) di Leni Riefenstahl, forse il film più visto della storia, si vuole documentario, ma è propaganda. Tutte le immagini naziste sono propaganda, pianificavano quelle che avremmo proiettato nel futuro. È essenziale non diventare complici inconsapevoli. E ci sarebbe molto altro da imparare su quello che i nazisti non hanno filmato.
Perché Hollywood garantisce una fine onorevole a Hitler, mentre indugia sugli ebrei nelle camere a gas?
L’osservazione è di Wenders, a proposito de La caduta di Oliver Hirschbiegel (2004). Wim era indignato di come la camera distogliesse lo sguardo da Hitler che premeva il grilletto e si chiedeva perché il cinema concedesse al Führer un rispetto che non ha per le sue vittime. Abbiamo bisogno di cine-rappresentazioni della crudeltà dell’Olocausto? Migliorano la nostra comprensione? Per molti versi, diventano una sorta di pornografia, soprattutto quando esistono film quali Shoah di Lanzmann.
Come l’antisemitismo utilizza i social media?
La normalizzazione dell’antisemitismo sui social media e sulle piattaforme di gaming è diffusa e si manifesta attraverso meme accattivanti, provocatori. Per un adolescente che ignori il contesto, il linguaggio e i tropi dell’estrema destra risultano attraenti, perché percepiti come ribelli contro i valori “normali”. Ci sono ragazzi che si sono radicalizzati tanto da finire con i suprematisti bianchi a Charlottesville nel 2017: fa spavento.
L’antisemitismo è una teoria del complotto? 
Per la scrittrice Deborah Lipstadt è il modo migliore per comprenderlo. Nel film, individua il pericolo insito nello spiegare razionalmente qualcosa che non lo è: suggerire che ci sia qualche accenno di verità nella cospirazione. Una delle teorie del complotto più diffuse è quella della Grande Sostituzione, una strategia deliberata delle élite per ripopolare l’Europa con gli immigrati. Negli ultimi due anni, l’abbiamo vista fondersi con le cospirazioni no-vax e QAnon. A una manifestazione anti-vax a Berlino una donna avvolta in una bandiera pro-Trump proclamava slogan Q. Niente di tutto ciò è razionale, e va preso sul serio.
Il nazismo è ideologia o caratterologia?
Entrambi. È chiaramente un’ideologia, però dichiarata morta nel mainstream. Dobbiamo dunque chiederci quali cambiamenti sociali abbiano creato gruppi di persone ricettive e suscettibili. Il trumpismo può offrire un contesto odierno per la ripresa del culto di Hitler.
C’è differenza tra nazismo e fascismo?
I nazisti erano fascisti? Sì. Tutti i fascisti sono nazisti? No. C’è però il rischio di rimanere bloccati su termini che descrivono il secolo scorso. Dovremmo piuttosto chiederci che aspetto avranno tali movimenti in questo secolo e come combatterli.
Esiste un pericolo intrinseco alla memoria dell’Olocausto, segnatamente alla Giornata internazionale della Memoria?
Dobbiamo essere consapevoli che la cultura della memoria non è solo performance, deve essere sostenuta da una società civile che si impegna al “mai più” ed è vigile contro neonazisti e antisemiti.