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 2022  gennaio 21 Venerdì calendario

Il Plaza del (quasi) suocero di Conte è in perdita

Se sul posto di lavoro i guai non mancano, non è che il ritorno a casa faccia gioire il povero Giuseppe Conte, che certo ha una vita complicata dove il sereno non si riesce proprio a scorgere né dall’una né dall’altra parte. I compagni di lavoro danno l’idea di giornate in mezzo a un nido di vipere, e certamente rincasare dalla bella compagna di vita Olivia Paladino un sospiro di sollievo lo fa pure tirare. Ma anche lì i problemi non devono mancare, a leggere l’ultimo documento contabile sfornato dal piccolo impero di famiglia. Si tratta del bilancio 2020 dell’Unione esercizi alberghi di lusso, la società di gestione dell’Hotel Plaza guidata dal «suocero» di Conte, Cesare Paladino. Un documento depositato con grande ritardo, ma anche perché l’approvazione è avvenuta solo nell’assemblea in seconda convocazione che si è tenuta alla vigilia del Natale scorso, il 14 dicembre. Che segnala una perdita operativa di 8,5 milioni di euro che non può essere coperta con risorse di anni precedenti (perché non ce ne sono a sufficienza) ma resta lì sospesa fino a cinque anni senza portare libri in tribunale come sarebbe stato normale in altri tempi ma come proprio grazie a un decreto Covid a firma Conte oggi può essere evitato. Ed è proprio grazie solo ai vari decreti Conte (ristori, liquidità e altri ancora) che oggi il Plaza della famiglia Paladino ha potuto non gettare la spugna e non è saltato gambe all’aria.

Chiariamolo subito: non si tratta di norme ad personam, perché la ciambella di salvataggio del Plaza era disponibile per tutti gli altri alberghi e per le varie attività economiche più colpite dal crollo del business dovuto alla pandemia. Ma la febbre è ancora altissima e come spiega lo stesso Paladino nelle note e relazioni di bilancio, il 2021 non è stato diverso dal primo anno di pandemia, e quella che era una gallina dalle uova d’oro della famiglia è diventato un problema grosso davvero.
L’unico modo per limitare i danni è stato fare pagare lo stipendio di tutti i dipendenti (fra cui la stessa figlia Olivia) alla cassa integrazione guadagni e tenere rigorosamente chiuso l’albergo, nonostante qualche turista almeno nella stagione estiva sia pure arrivato a Roma. Ma tenendo chiuso si sono limitati i danni, «evitando ulteriori costi di gestione non compensati da ricavi caratteristici» e poi si è tamponata la situazione finanziaria attingendo a ristori e maquillage contabili distribuiti o consentiti dai decreti Covid del governo precedente, quello giallorosso guidato appunto da Conte. Se ne trova traccia alla voce «altri ricavi», dove vengono indicati anche «contributi e agevolazioni aiuti Covid per euro 487.907». Un ristoro non così clamoroso, se si pensa che in tutto il 2020 i ricavi dalla vendita di notti in camera al Plaza sono stati 583.654 euro tenendo aperto nemmeno un trimestre in tutto l’anno.

Incassato il 15 dicembre 2020 un ristoro di 115 mila 008 euro e il 23 dicembre dello stesso anno anche un contributo a fondo perduto di 62 mila 907 euro in base al decreto dell’agosto dello stesso anno sui centri storici. La società poi «si è avvalsa della possibilità di beneficiare del credito di imposta per il pagamento dei canoni di locazione mensile ai sensi del decreto rilancio, generando un credito pari ad euro 275 mila al fine di cederlo nei confronti della società locatrice dell’immobile alberghiero». Qui il caso non è di quelli comuni, perché il padrone di casa- delle mura- dell’albergo Plaza affittato dalla società dei Paladino è una società interamente controllata dai Paladino.
Più significativa l’operazione di rivalutazione straordinaria di beni della società consentita dal decreto liquidità di Conte, visto che è ammontata a poco meno di 4 milioni. Rivalutati mobili e arredi per maggiori 3,6 milioni, poi cristalli e porcellane per maggiori 188 mila 842 euro e infine l’argenteria per maggiori 121 mila 183 euro. È la cifra minore, ma anche la più simbolica, perché è proprio nei momenti più duri e difficili che si ricorre anche all’argenteria di casa per sopravvivere. La musica però non è cambiata con il governo Draghi, anche se il suocero di fatto di Conte loda la svolta nella campagna vaccinale impressa dal nuovo premier che avrebbe potuto iniziare a risolvere i problemi anche del settore turistico se poi non fossero esplose le varianti che hanno lasciato la situazione di mercato sostanzialmente immutata. Così il consiglio di amministrazione della società che gestisce il Plaza «ha ritenuta opportuna la non apertura della struttura alberghiera utilizzandola esclusivamente per eventi particolari che hanno generato importanti ricavi con costi molto contenuti».