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 2021  ottobre 17 Domenica calendario

Tutte le lettere di Arthur Schnitzler

T rentotto epistolari completi, comprendenti oltre 2.500 missive di e per Arthur Schnitzler, in parte inedite: è questo il nuovo progetto dell’Accademia delle Scienze austriaca, appena concluso e immesso in rete per uso libero e gratuito ( schnitzler-briefe.acdh.oeaw.ac.at/pages/index.html), anche se, avverte il direttore del folto gruppo di ricercatori, Martin Anton Müller, si tratta di un lavoro in progress che continuerà nei prossimi anni, producendo possibili emendamenti e ulteriori ampliamenti: «Data la notoria ardua decifrabilità della grafia di Schnitzler, alcuni brani sono stati davvero ’letti’ per la prima volta per questa edizione, dacché vennero scritti: numerosi destinatari di lettere di Schnitzler rivelarono di aver a volte “saltato” parole e frasi, perché non riuscivano a capirle», spiega Müller. 
Arthur Schnitzler – Briefwechsel mit Autorinnen und Autoren 1888-1931 (Arthur Schnitzler – Corrispondenza con autori e autrici 1888-1931) è un’iniziativa resa possibile da un finanziamento ad hoc e da una collaborazione fra archivi al di qua e al di là dell’oceano, basata sugli originali disponibili e corredata da collegamenti a molte altre opere online, in particolare ai preziosi diari. Una miniera d’oro per studiosi ma anche per appassionati del modernismo in tutte le sue forme, perché la rete di rapporti dell’affermato drammaturgo e autore di racconti, novelle, romanzi, aforismi, era assai estesa. 
Viennese dal tipico sfondo migratorio di tanti esponenti di primo piano di quel periodo, nato nel 1862 e morto nel 1931, Schnitzler fu un acuto testimone dell’ultimo scorcio dell’impero asburgico. Poté osservare dapprima l’ascesa liberale e borghese e l’apertura alla multiculturalità nell’èra della Ringstrasse, di cui lui stesso fu espressione; poi lo strisciante avvento di ideologie e sentimenti xenofobi e antisemiti, che denunciò magistralmente fra l’altro nel dramma Professor Bernhardi; e quindi l’implosione della monarchia con la Prima guerra mondiale e la travolgente ascesa del nazionalsocialismo.
Il progetto integra le diverse edizioni a stampa di altre parti della fitta corrispondenza di Schnitzler, comprendente oltre 10mila scritti, ed è collegato alla rete berlinese correspsearch.net dell’Accademia delle Scienze tedesca, che offre accesso ad una copiosa messe di epistolari da numerose epoche.
Gli scritti proposti da Martin Anton Müller sono svariati e spaziano da comunicazioni di carattere privato a scambi di informazioni e opinioni, a osservazioni e commenti.
La corrispondenza di un autore consente sguardi intimi nella sua psicologia, nella sua visione del mondo e nel contesto storico-culturale in cui viveva. Ci si può quindi immergere a piacimento dentro il vissuto schnitzleriano a cavallo tra Ottocento e Novecento, perché si scovano tracce di viaggi e discorsi, di inviti e di incontri, di riflessioni e irritazioni, che combinate anche soltanto con le annotazioni del diario, forniscono un quadro più agevolmente sfaccettato di quanto potrebbe mai offrire lo studio dei materiali cartacei, visto che si possono selezionare missive per nominativo o per data o ancora per opera o luogo o istituzione.
Dalla penna di Schnitzler apprendiamo interessanti retroscena e riposti pensieri su numerose sue opere, ma anche aneddoti di vita quotidiana, come il divertito biglietto che il 24 agosto 1893 Arthur Schnitzler e Felix Salten scrivono dall’Italia a Hugo von Hofmannsthal: «Mio caro Hugo, Lei ha scritto La morte di Tiziano, noi però abbiamo appena varcato la soglia della stanza dove Tiziano nacque. Siamo infatti a Pieve di Cadore, siamo partiti stamattina presto in bicicletta da Dobbiaco passando per Cortina, a volte sotto la pioggia e la grandine...Un’escursione che ci ha insegnato come non sia sufficiente scrivere La morte di Tiziano: bisogna anche sapere andare in bicicletta. La prima cosa l’ha fatta Lei, la seconda deve ancora farla. Noi abbiamo cominciato con la seconda e abbiamo davanti a noi la parte più difficile...»
Una moda, quella della bicicletta, che proprio in quel periodo di fine Ottocento aveva stregato anche il 31enne Schnitzler, orgoglioso proprietario di un modello britannico, nonché neo-intestatario di un apposito patentino di guida, e particolarmente attivo nel cercare di fare proseliti per il nuovo sport modaiolo, che considerava «meraviglioso» nonostante qualche «disavventura pneumatica». Non tutti i suoi amici e conoscenti si lasciarono tuttavia convincere a cavalcare il nuovo veicolo. Nell’aprile del 1894 Richard Beer-Hofmann gli scrisse un inequivocabile diniego: «Caro Arthur, per favore non mi venga a prendere per fare un giro in bicicletta. Non solo [Hermann] Bahr, anche io tremo al pensiero. Non me ne voglia».