Il Sole 24 Ore, 14 ottobre 2021
JP Morgan, utili per 11,7 miliardi di dollari
La finanza ha inaugurato la nuova stagione dei bilanci della Corporate America con una prova di forza che ha battuto le attese della vigilia: JP Morgan, la principale banca statunitense, ha riportato utili per 11,7 miliardi di dollari nel terzo trimestre dell’anno, in aumento del 24% e pari a 3,74 dollari per azione contro i 3 dollari pronosticati.
I profitti sono stati aiutati dall’attività di M&A e dalla «smobilitazione» di 2,1 miliardi in riserve, accantonate durate la crisi da pandemia per coprire potenziali prestiti in sofferenza. Un’operazione già avviata nei trimestri scorsi e che riflette l’ottimismo del chief executive Jamie Dimon sulle prospettive dell’economia. Il giro d’affari della banca è a sua volta lievitato dell’1% a 29,6 miliardi, pur restando leggermente inferiore alle aspettative.
A Wall Street, nonostante i risultati, il titolo dell’istituto ha ceduto in mattinata il 2 per cento. È però tuttora in rialzo del 28% da inizio anno, parte di una cavalcata dell’indice settoriale KWB Bank Index che da gennaio ha guadagnato quasi il 40 per cento. Un altro colosso dell’alta finanza, il leader della gestione di asset BlackRock guidato da Larry Fink, ha sollevato il sipario su conti migliori delle previsioni: gli utili sono saliti del 19% a 1,69 miliardi di dollari, anche se davanti alla volatilità dei mercati gli asset in gestione sono stati sostanzialmente invariati rispetto al secondo trimestre a 9.460 miliardi. Oggi all’appuntamento con le trimestrali arriveranno altri protagonisti, da Citigroup a Bank of America e Morgan Stanley, mentre venerdì è in calendario Goldman Sachs.
Il settore è atteso a un aumento collettivo degli utili attorno al 17%, stando alle previsioni medie degli analisti seguite della società specializzata FactSet. I profitti delle grandi aziende americane dovrebbero marciare al passo di forse il 30% nel terzo trimestre, sostenuti in particolare dal settore energetico e dai materiali di base ma anche dai big della tecnologia.
Dimon, nel commentare la performance di JP Morgan, ha affermato che «la banca ha prodotto risultati robusti grazie a un’economia che continua a mostrare buona crescita» anche al cospetto della variante Delta del coronavirus e degli ostacoli nella supply chain. Il Ceo ha giudicato i traumi nella catena globale di forniture come transitori, affermando di «credere che entro un anno scompariranno». La stessa liberazione di riserve legate al credito è l’esito del «miglioramento dell’outlook economico e degli scenari» per la banca.
Nell’ultima trimestrale JP Morgan ha visto la corporate e investment bank mettere a segno una crescita delle revenue del 7 per cento. L’attività di trading ha risentito di declini del 5%, appesantita da un calo del 20% nel reddito fisso. Le commissioni da banca d’investimento, trainate da fusioni e collocamenti azionari, hanno tuttavia messo a segno incrementi di oltre il 50%, al record di quasi 3,3 miliardi. L’attività di gestione patrimoniale ha visto le entrate salire del 21% e generato profitti in aumento del 36 per cento. La divisione retail ha risentito di un calo nelle entrate del 3 per cento.
Dimon ha sottolineato i piani di espansione della banca, che comprendono nuove filiali negli Stati Uniti a rafforzamenti della presenza retail internazionale. Di recente si era invece confermato grande scettico sull’impatto di Bitcoin, di nuovo al centro di impennate, nei servizi finanziari, definendo la valuta digitale «di nessun valore» e destinata a strette di regolamentazione. Fink di BlackRock ha indicato ieri di essere «nel campo» di Dimon quando si tratta di Bitcoin.