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 2021  ottobre 13 Mercoledì calendario

Gli sfottò tra Musk e Bezos

Sulle prime, sembra di essere all’asilo. Jeff Bezos pubblica un tweet sui successi di Amazon, e subito dopo Elon Musk gli risponde con l’emoji di una medaglia d’argento. Tanto per ricordargli che è solo il numero due al mondo, nella classifica delle persone più ricche del pianeta Terra, superato appunto dal fondatore di Tesla.
Dietro a questa rivalità scherzosa e in apparenza infantile, si nasconde in realtà uno scontro che non riguarda solo il sano individualismo imprenditoriale americano, ma il ruolo che i privati stanno giocando nei destini della nostra società, assai più ampio e di impatto rispetto a quanto eravamo abituati.
La baruffa digitale è cominciata alle 11 e 28 minuti di domenica sera, quando Jeff ha pubblicato su Twitter una prima pagina di Barron’s, che nel maggio del 1999 spiegava perché Amazon fosse destinata a fallire: «L’idea che Bezos sia il pioniere di una nuovo paradigma è stupida». Quindi l’articolo spiegava che i veri vincitori sul web sarebbero state le aziende che vendevano direttamente i loro prodotti ai consumatori. Commento di Jeff: «Ascolta e sii aperto, ma non consentire a nessuno di dirti chi sei. Oggi Amazon è una delle aziende più di successo al mondo». Sono seguiti 68.800 like, 9.888 retweet e svariate risposte, tra cui quella di Musk, che si è limitato a pubblicare l’emojii della medaglia d’argento col numero 2 incastonato dentro. Ora è inutile stare a ricordare le battute sul secondo che è il primo degli ultimi, per spiegare il significato. Ma comunque Elon ha di recente scavalcato Jeff nella classifica dei Bloomberg Billionaires, con 222 miliardi di ricchezza personale contro 191. La competizione è l’anima del successo americano, e possiamo essere certi che fra questi due continuerà. Però sarebbe superficiale ridurre tutto ad un troll infantile.
I punti di contatto fra Musk e Bezos sono principalmente due: essere immigrati o figli di immigrati, il primo sudafricano e il secondo cubano, e avere una costante fame di innovazione, come predicava il "siriano" Steve Jobs. Poi adesso si stanno sfidando nella corsa allo spazio. I percorsi seguiti però sono differenti. Jeff ha usato Amazon per rivoluzionare prima il mercato dei libri, e poi l’intero settore dei commerci, almeno inizialmente preoccupandosi poco dei danni che faceva per strada. Elon ha fatto i primi soldi veri con PayPal, ma poi si è buttato ovunque. Il mondo dell’auto tradizionale, sconvolgendolo in chiave ambientalista con l’elettrica Tesla. SpaceX, i satelliti, l’intelligenza artificiale, la neurotecnologia. Bezos, che oggi conta di mandare davvero nello spazio il capitano Kirk di Star Trek, ha fatto causa a Musk perché gli ha soffiato il contratto da 3 miliardi di dollari con la Nasa, per costruire il mezzo con cui gli astronauti torneranno ad atterrare sulla Luna, forse nel 2024. Ciò basta a capire la nuova era, in cui gli imprenditori non si limitano a sfruttare le occasioni offerte dalla società, ma puntano ad indirizzarla. E qui sta la vera sfida tra Elon, Jeff, e gli altri che verranno a batterli nel futuro.