Giacomo Amadori e François De Tonquédec per "la Verità", 12 ottobre 2021
CHI È VINCENZO TRANI? – L’IMPRENDITORE NAPOLETANO, PRESIDENTE DELLA CAMERA DI COMMERCIO ITALO-RUSSA, RISIEDE DA UN DECENNIO A MOSCA ED È STATO IL PRIMO ITALIANO A FARSI INIETTARE IL VACCINO SPUTNIK. C’È LUI DIETRO AL FONDO “MIKRO CAPITAL”, CHE CONTROLLA “DELIMOBIL”, LA SOCIETÀ DI CAR SHARING CHE HA CHIAMATO RENZI NEL CDA. IL SUO NOME È CITATO ANCHE NELLE CARTE DEL PROCESSO BECCIU – QUANDO RENZI ATTACCAVA SALVINI CON L’HASHTAG #LEGARUBLONA... -
In piena afa estiva, il 18 luglio 2019, mentre si apprestava a far cadere il governo giallo-verde e a sostituire in maggioranza Matteo Salvini, Matteo Renzi iniziò a cavalcare la vicenda dell'hotel Metropol, rilanciando gli articoli sul caso con l'hastag Legarublona.
Due anni dopo destino vuole che la Sec, la Consob statunitense, ci faccia sapere che qualche rublo starebbe finendo nelle tasche dell'ex Rottamatore. Infatti il nostro è entrato nel Cda di una società di car sharing russa, la Delimobil, che si sta quotando in Borsa a Wall Street. Dai documenti della quotazione si apprende della presenza di Renzi nel board.
Manca l'indicazione del suo compenso, ma è riportato quello complessivo per i nove consiglieri: 83 milioni di rubli, circa un milione di euro. Renzirublone verrebbe da dire.La Delimobil è controllata, attraverso una società partecipata, la Micro fund, dal gruppo Mikro Kapital che ha base in Lussemburgo e di cui è titolare e presidente l'italiano Vincenzo Trani (non indagato).
Ieri l'attività di lobbista e di manager di Renzi è stata criticata da parlamentari di diverso orientamento. Il vicesegretario del Pd Giuseppe Provenzano ha parlato di «degenerazione politica»: E randellate sono arrivate anche dai grillini. Renzi ha assicurato di non violare nessuna legge, mentre da Italia viva hanno fatto sapere che il fu Rottamamatore «è molto felice di collaborare all'attività della società Delimobil» e che «stima» il socio di riferimento, Trani.
E chi è questo stimabile quarantasettenne napoletano con diverse partecipazioni in società italiane dagli interessi variegati, dalla sartoria agli articoli medicali, ma ormai radicato da un decennio a Mosca (è iscritto all'Aire dal 2010), dove risiede ed è presidente della Camera di commercio italo-russa.
Citato sui giornali per l'essere stato il primo italiano a sperimentare il vaccino Sputnik, aveva già incrociato Renzi nel 2016 in occasione del forum economico di San Pietroburgo (sponsorizzato anche da Mikro Kapital), dove si svolse un bilaterale tra l'allora primo ministro fiorentino e Vladimir Putin.
Secondo la Sec, Renzi più che una risorsa rischia di essere una palla al piede. Nel prospetto sulla società si fa cenno alle inchieste delle Procure di Roma e Firenze, in cui è indagato per possibile finanziamento illecito e false fatturazioni. Se condannato, si legge, a Renzi «potrebbe essere richiesto di dimettersi dalla carica di amministratore della società», anche se lui e i suoi legali assicurano che andrà tutto bene.
Trani e la sua Mikro Kapital sono citati nelle carte del processo Vaticano che coinvolge il cardinale Angelo Becciu. In particolare i loro nomi sono collegati alla sottoscrizione di due bond da parte del fondo Centurion Global, noto per essere il veicolo attraverso cui la Segreteria di Stato vaticana ha investito i soldi dei fedeli in operazioni ad alto rischio.Il finanziere Enrico Crasso, imputato nel processo, è l'uomo che ha gestito Centurion.In un interrogatorio del novembre 2020 ha spiegato: «Nell'aprile del 2017 mi chiamo il dottor Fabrizio Tirabassi il quale mi disse che si era rivolto al Segretario di Stato Pietro Parolin il gruppo Mikro Kapitai accompagnato dall'avvocato Pietro Tantalo che presento un dossier per ottenere una sottoscrizione di 150 milioni di euro di questo fondo lussemburghese al quale sono totalmente estraneo. []
Feci una due diligence sul fondo comunicando a monsignor Alberto Perlasca che per l'alto tasso di interesse e per le caratteristiche del fondo non era una tipologia di investimento che si poteva ritenere adeguato al profilo della Segreteria di Stato. Non ricordo in che modo comunicai queste mie opinioni fatto sta che alla fine mi dissero di investire 6 milioni».
Nel dicembre 2020 ha aggiunto che il Vaticano inizialmente «voleva investire 50 milioni di euro», ma che lui si oppose: «Sconsigliai vivamente di investire simili importi in bond di incerto rating». A questo punto il già citato Tirabassi gli avrebbe detto che «l'interesse per la Mikro Kapital era dovuto al fatto che la stessa aveva fatto una donazione di 10 milioni di euro alla Santa Sede».
Il 27 aprile 2020 Trani, quando si iniziava a parlare dell'indagine che poi avrebbe toccato anche Becciu, sollecitato da Roma, ha scritto a monsignor Rolando Makrickas della Segreteria di Stato per aggiornarlo sull'andamento degli investimenti (con tasso d'interesse dell'8%), spiegando che «il capitale investito e stato destinato in forma di credito alle piccole, medie e microimprese operanti lungo i paesi della Via della Seta».
Ha anche fatto sapere di utilizzare le migliori tecnologie elaborate dalla Banca europea per la ricostruzione e sviluppo, di cui è stato manager, e di gestire un portafogli di 640 milioni di euro e 25.000 clienti. Ha quindi annunciato di aver trasferito 4,2 milioni di euro destinati alla Santa Sede (compresa la restituzione di 3 milioni di investimento), specificando che a causa di «procedure tecniche centralizzate [] non ci e possibile modificare la banca destinataria dei pagamenti dopo l'emissione delle obbligazioni».
Insomma i soldi potevano andare solo a Lugano. Nonostante questo, nella lettera non ha perso l'occasione di proporre nuovi investimenti in un nuovo bond di «importo compreso tra i 125.000 euro e i 30 milioni».
Due giorni dopo il sostituto della Segretaria Edgar Peña Parra chiede al promotore di giustizia Gian Piero Milano di bloccare tutti i conti correnti di Centurion, sottolineando che risultava che «tra gli asset del fondo» erano «presenti anche obbligazioni della societa Mikro Kapital, omessi pero dalle ultime liste di asset forniteci dal fondo».Informazione questa inserita nella rogatoria inviata alle autorità svizzere con la richiesta di sequestro dei conti.
Trani è anche stato segnalato all'Antiriciclaggio sia per un aumento di capitale di 4,5 milioni della Mikro Kapital (risalente al 2018, quando la società si è spostata in Lussemburgo), non sottoscritto dal socio di minoranza, sia, nel giugno scorso, per alcuni bonifici del valore complessivo di 72.000 euro considerati sospetti: 17.000 provenivano da Banca Widiba e 55.000 erano stati bonificati da due istituti del Benelux (in Lussemburgo l'«ordinante» era collegato a un indirizzo di Dubai), a «Emanuela T., casalinga» romana.
La donna avrebbe spiegato che l'uomo sarebbe «un caro amico personale e persona di spicco a livello internazionale». La signora avrebbe mostrato anche una mail di Trani in cui dichiarava che «continuerà a supportarla economicamente finché ne avrà la possibilità». Adesso, però, l'imprenditore ha anche un'altra bocca da sfamare a Firenze.