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 2021  ottobre 10 Domenica calendario

Intervista a Vanessa Scalera

È nata in teatro, Marco Tullio Giordana l’ha portata in tv per raccontare una donna coraggiosa, Lea Garofalo, è stata diretta da Marco Bellocchio e Nanni Moretti. La carriera di Vanessa Scalera ha decollato grazie a un personaggio sopra le righe, irresistibile: la magistrata Imma Tataranni che sfoggia le sue mise leopardate per le stradine di Matera. La seconda stagione della serie diretta da Francesco Amato - prodotta da Ibc Movie e Raifiction - dai libri di Mariolina Venezia (nel cast Max Gallo, Barbara Ronchi, Alessio Lapice, Carlo Buccirosso e Alice Azzariti) andrà in onda su Rai 1 dal 26 ottobre. Se in tv sprizza colore e energia, al cinema Scalera è una madre inaridita, anaffettiva, incapace di dare amore nel film L’Arminuta di Giuseppe Bonito, dal libro di Daniela Di Pietrantonio vincitore del premio Campiello nel 2017, che sarà presentato alla Festa di Roma. "L’Arminuta", ovvero la ritornata, è la storia di una ragazzina costretta a lasciare il mondo moderno e agiato a cui appartiene per ricongiungersi alla famiglia in cui è nata, in una realtà rurale arcaica. Interpretato dalle giovani esordienti Sofia Fiore e Carlotta De Leonardis, Fabrizio Ferracane, Elena Lietti e Andrea Fuorto, il film uscirà nelle sale il 21 ottobre distribuito da Lucky Red. Per l’attrice pugliese, 44 anni, "le donne storte, potenti, lontane dai cliché, sono la sfida più bella. Mi piace trasformarmi, portare verità. Come nella serie di Sky Romulus, di cui sto girando la seconda stagione: freddo, fango, recitiamo in protolatino, esperienza forte".

Cominciamo con Imma. Che succede nella seconda stagione?
"Imma non è cambiata, sentimentalmente è sempre incasinata, Calogiuri è intimorito da lei. La figlia fa un percorso da piccola Greta Thunberg si occupa di ambiente. Il rapporto tra noi per certi aspetti si inasprisce anche per le sue storie sentimentali con personaggi che non stimo" .

Non è la classica madre accogliente da fiction. Secondo lei cosa ha colpito il pubblico?
"L’indipendenza. All’inizio avevamo un po’ paura del rapporto tra Imma e la figlia, ricordo che nelle improvvisazioni facevo il gesto di darle uno schiaffo... Io non ho figli, ma sono certa che tante madri vorrebbero dare un ceffone benevolo, in certi momenti i ragazzi li strappano dalle mani. Il contraltare è Max Gallo, il marito di Imma. Ha disegnato il personaggio con la sua grandissima arte, gli ha donato una dolcezza disincantata. Marito e padre democristiano nell’animo, si affida al lassa fa’ che appartiene alla sua cultura partenopea. Così si crea la commedia. Imma sa stare nel conflitto, se è nera per la rabbia Max diventa un topolino".

Se l’è subito immaginata così?
"La scrittura mi ha aiutato. Sì, mi sono immaginata una donna totalmente libera. Imma non alza la bandiera dicendo: "Ora vi faccio vedere quanto sia potente il femminile", non si è mai posta il problema tra maschile e femminile. Questa è la sua forza. Non porta avanti la lotta, dà per scontato di essere meglio degli uomini. Pensa di essere la più intelligente. È anche spocchiosa volendo, ma si riscatta sempre con la simpatia. Ha successo perché il pubblico femminile aveva sete di vedere una donna che dice: sono questa, non mi abbellite" .


Parliamo del guardaroba?
"La costumista Paola Marchesin ha ingranato la quinta. Posso anticipare che indosserà un impermeabile ’muccato’, pezzato bianco e nero, colori sgargianti accoppiati in modo assurdo e sotto la toga una gonna anni 70 che richiama quelle della Carrà".

L’esatto opposto della madre che interpreta nel film L’Arminuta: come la definirebbe?
"Un albero secco. La storia è ambientato negli anni 70, è un donna sfiorita non dall’età, ma dalla vita che ha condotto. È immersa in un mondo contadino, anaffettivo, non sa esprimere le proprie emozioni. Mentre Imma le esprime tutte, questa madre - senza nome - dice poche cose in dialetto abruzzese. Conosco tanti anziani che non possiedono il vocabolario amoroso e non hanno saputo dimostrare l’amore ai figli. Eppure i vecchi che conosco, figli di genitori anaffettivi, hanno conservato una parte bambina e cercano solo affetto" .

È stato difficile interpretarla?
"Ho difficoltà quando non mi piacciono le cose che faccio. Mi ha convinto subito Bonito, la sceneggiatura scritta da Pietrantonio con Monica Zapelli, che aveva firmato anche Lea, era bellissima. Mentre Imma è tutta in attacco, la madre dell’Arminuta è in difesa. Sono diversissime".

Le piace trasformarsi?
"Chiedetemi di stravolgermi e mi mandate a nozze, vorrei essere diversa in ogni cosa che faccio. E nel film lo sono, divento un palo della luce: secca, smunta, parlo in dialetto. Cambiare sempre vuol dire raccontare femminilità diverse" .

Preferisce i ruoli comici o drammatici?
"Istintivamente quelli drammatici. Imma mi ha donato la parte brillante che avevo e ho tirato fuori; a lei ho dato il mio lato melanconico. Perché ha anche quello" .

Com’è l’esperienza nella serie di Sky Romulus?
"Interpreto Silvia, la madre dei due gemelli Yemos e Enitos e continua la guerra per il potere. Parliamo in una lingua assurda, la vera sfida: è diabolico quello che accade mentre reciti in protolatino, come stare sotto effetti di droghe pesanti. Entrano le parole ma devi pensare al loro significato. Avevo visto Il primo re e mi era piaciuto tantissimo, Mattero Rovere è geniale. Solo un pazzo visionario come lui, che non ha paura di nulla e punta in alto, poteva pensare a un progetto come questo. Tanto di cappello. Mi piace chi sperimenta".

Prossimo progetto?
"Il nuovo film di Ludovico Di Martino, I viaggiatori, sempre prodotto da Groenlandia. Anche questa è una storia strana, mi confronto con un invecchiamento. A me piacciono le interpretazioni estreme, apprezzo un regista che ti spinge a cambiare fisicamente".

Ha fatto tanto teatro, le manca?
"Il teatro c’è e ci sarà nella mia vita, non so come e non so con quali personaggi. Il mio sogno è recitare Eduardo De Filippo a teatro, è nel mio cuore, E ho trovato bellissimo il modo in cui Edoardo De Angelis abbia portato in tv Natale in casa Cupiello con Sergio Castellitto".