Corriere della Sera, 9 ottobre 2021
Ecco dove sono i muri anti migranti
Non bastavano i mille chilometri già esistenti di filo spinato che circondano la fortezza Europa (sei volte il muro di Berlino) eretti dopo il 2015, quando più di un milione di siriani in fuga dalla guerra si presentarono alle porte del Vecchio Continente. A spaventare soprattutto i Paesi balcanici e dell’Europa Orientale, ora, è la possibilità che la crisi afghana generi nuovi flussi.
L’ultimo muro a essere completato è quello che il governo di Atene ha eretto quest’estate al confine con la Turchia: una barriera dotata di un sistema di sorveglianza militare ad alta tecnologia che vede in campo droni, video camere termiche e radar, lungo 40 chilometri. La barriera – che si va ad aggiungere ai 400 agenti di Frontex impiegati in mare – arriva dopo che negli ultimi due anni la Grecia ha accusato Ankara di facilitare i flussi di migranti come strumento di pressione politica.
Altra rotta battuta dai migranti è quella che passa dalla Bielorussia per raggiungere l’Unione Europea. L’hanno percorsa già coloro che sono andati via dall’Afghanistan prima del ritiro statunitense: poche migliaia finora, secondo Frontex. Ma a inizio agosto, il Parlamento di Vilnius ha autorizzato la costruzione di 508 chilometri di barriera che separeranno definitivamente il Paese dalla sua ex vicina sovietica, la Bielorussia. Il muro dovrebbe essere completato entro la fine del 2022, nonostante le proteste delle organizzazioni umanitarie che ricordano come lo Stato del presidente Alexander Lukashenko sia già soggetto a sanzioni europee per le repressioni a danno dei dissidenti politici. Il progetto lituano potrebbe anche ricevere finanziamenti europei, dopo che i vari ministri degli Esteri del blocco hanno espresso solidarietà sulla costruzione della nuova barriera.
Ad essere preoccupata è anche la Polonia, altra nazione che confina con la Bielorussia e accusa Minsk di usare i migranti come un’arma di pressione su questi Paesi, promuovendo il loro arrivo in Bielorussia e il loro transito attraverso il confine dell’Unione Europea. Per questo Varsavia ha già inviato 900 soldati al suo confine con l’ex Repubblica sovietica. E non solo. Varsavia ha annunciato che innalzerà a sua volta un muro sulla frontiera, alto due metri e lungo circa 130 chilometri. L’opera assomiglierà a quella costruita dall’Ungheria lungo il confine con la Serbia.
Sbagliato però pensare che i muri anti-migranti siano una novità per l’Europa. Caso che fa scuola sono le barriere di Ceuta e Melilla, finanziate dalla stessa Unione Europea con ben 30 milioni di euro per bloccare i migranti che dal Marocco tentano di raggiungere la Spagna, o meglio le enclave di Madrid in Africa. Tra Bulgaria e Turchia esistono già circa 200 chilometri di filo spinato, torrette presidiate da militari e videocamere a infrarossi e sensibili al calore. L’Ungheria di Viktor Orbán da sola ha già eretto più di 500 chilometri di recinzione lungo il confine con Croazia e Serbia, scatenando un vero e proprio effetto domino: l’Austria ne ha costruita una di 3 chilometri con la Slovenia, che a sua volta ne ha innalzata un’altra di 200 con la Croazia. Il tutto senza tenere conto del muro marittimo più letale, quello del Mediterraneo.