la Repubblica, 8 ottobre 2021
I conti offshore di Mancini e Vialli
I gemelli del gol vanno in paradiso. Paradiso fiscale, quello delle British Virgin Islands (BVI). Dall’archivio dei Pandora Papers emergono anche i nomi di Roberto Mancini e Gianluca Vialli, compagni di squadra trent’anni fa nella Sampdoria dello scudetto e ora insieme nello staff della Nazionale. Nei documenti svelati dall’inchiesta giornalistica del consorzio Icij, a cui ha partecipato anche L’Espresso, Mancini viene indicato come azionista della società Bastian Assets Holdings, mentre l’offshore riferibile a Vialli si chiama Crewborne Holding. A che cosa servivano questi due schermi, entrambi registrati alle BVI, uno dei centri finanziari più frequentati da imprenditori, politici e vip in fuga dalle tasse? Le carte dei Pandora Papers raccontano che Mancini è diventato socio della sua finanziaria caraibica a dicembre del 2008. Un mese prima, la Bastian Asset Holdings aveva comprato per 7 milioni di dollari un aereo, un Piaggio 180, descritto come un modello executive da 6-9 posti con 2.400 chilometri. In quel periodo, il futuro commissario tecnico azzurro era disoccupato, esonerato dall’Inter che poi gli verserà una buonuscita di 8 milioni di euro. Il nuovo ingaggio al Manchester City è arrivato solo a dicembre del 2009, ma nel frattempo, dall’altra parte dell’Atlantico, la società caraibica aveva fatto il pieno di capitali grazie a un prestito di 5,5 milioni di dollari erogato dalla SG Equipment Finance Schweiz, con sede a Zurigo. Come garanzia, la finanziaria svizzera si era presa in pegno sia il velivolo che le azioni della Bastian. A novembre del 2009, però, la situazione cambia ancora: Mancini torna nel pieno possesso delle azioni date in pegno e il mese successivo, mentre sta per iniziare la sua nuova avventura a Manchester, scrive alla Fidor-Fiduciaria Orefici di Milano per annunciare che “intende avvalersi delle opportunità offerte dalla recente normativa italiana sullaemersione delle attività detenute all’estero”. In altre parole, il Mancio era pronto ad aderire allo scudo fiscale per regolarizzare la sua posizione di fronte all’Erario. La scelta di tempo non sembra casuale, visto che la legge si stava avviando a scadenza. Non è chiaro se l’ex attaccante della Sampdoria abbia effettivamente sfruttato lo scudo fiscale.
L’Espresso gli ha fatto pervenire alcune domande senza ricevere risposte. Di certo, come confermano le carte, l’aereo è stato venduto alla fine del 2011 e la società offshore risulta liquidata poco dopo. Anche Vialli, interpellato a proposito dei suoi investimenti nei Caraibi, si è limitato a precisaredi aver sempre rispettato le leggi del Regno Unito, di cui tempo fa è diventato cittadino. La sua Crewborne Holding è stata costituita nelle British Virgin Islands nel lontano 1998. Dai documenti emerge una vorticosa movimentazione di denaro sotto forma di prestiti, che aumentano dai 319 mila euro del 2009 fino ai 4,1 milioni nel 2012. Questi soldi sono in parte andati a sostenere attività a cui l’ex calciatore era interessato. Tra i destinatari di questi finanziamenti compare per esempio il suo amico Claudio Giacopazzi, imprenditore nel settore dei videogiochi con la sua Geniaware srl, una software house di Reggio Emilia che tra i suoi prodotti storici vanta anche “Lords of football”, un computer game per cui lo stesso Vialli a suo tempo si prestò a fare da consulente. Dai bilanci si scopre anche che Crewborne ha investito nel fondo chiuso “BC European Capital VIII”, gestito dalla BC Partners di Londra, ovvero la stessa società che nel gennaio scorso sarebbe stata interessata, secondo il Sole 24 Ore, a comperare una quota dell’Inter dai cinesi di Suning, alleandosi con Vialli e il finanziere Fausto Zanetton. Alla fine non se n’è più fatto niente, così come per un’altra operazione che secondo indiscrezioni vedeva coinvolti l’ex attaccante e Zanetton: l’acquisto della Sampdoria da Massimo Ferrero, il Viperetta.