ItaliaOggi, 8 ottobre 2021
Periscopio
Ho sempre detestato l’espressione «torinesi falsi e cortesi». Magari i torinesi avessero esportato (oltre alla moda, al cinema, alla tv…) pure la loro cortesia. Aldo Cazzullo. Corsera.
Oggi i leader vanno e vengono: è diventato un lavoro stagionale. Antonio Polito. Corsera.
Mi sono stancato di questo giochino di etichette destra/sinistra, io vengo da una famiglia mazziniana rivoluzionaria, cresciuto da un patrigno togliattiano, sono un conservatore rivoluzionario. Aurelio Picca, scrittore (Barbara Tomasino). Libero.
Le Canard Enchaîné è un giornale satirico molto in voga tra studenti e pensionati. A leggerlo in un caffè a buon mercato di Marsiglia è un signore anziano con gli occhiali appannati dall’incuria. Nel negozio della Comtesse Du Barry, fin dalle dieci del mattino, le commesse vanno incontro ai clienti per offrir loro succulenti crostini ricoperti di fegato d’oca. Vicino alla cassa un discreto cartello informa che ( soltanto per oggi) il caviale sarà disponibile (in offerta speciale) a «soli» 7.990 al chilo. Nicola Lecca, scrittore (Studi Cattolici).
La sinistra si ritrova dentro un paradosso: una volta abbracciato l’individualismo globalista per cui ogni identità (quella di nazione, ma pure quella di classe ) va negata e decostruita, l’unico modo che resta per definire se stessi è quello di combattere chi invece difende le identità. Per cui la sinistra si può costruire solo come comunità politica che rifiuta l’idea di comunità, ossia contro il nemico sovranista, fascista e razzista. L’identità degli anti-identitarii. Giovanni Orsina, professore di Storia e direttore della School of Government alla Luiss (Paolo Bracalini), il Giornale.
Le Sardine son finite prima di cominciare (non erano mai partite, in realtà) ma il leaderino Mattia Santori, di professione lanciatore di freesbee, resiste e lotta insieme a loro. Loro i compagni pesciolini? Ma no, loro Pd, il Politburo bolognese, di cui è espressione. Aveva giurato che mai si sarebbe imbarcato in un partito, che non cercava poltrone, che anzi la sua era la lotta (continua?) per uno stimolo, un pungolo, una critica ai partiti: eccolo lì, in lizza per uno strapuntino Pd all’ombra delle due Torri. Max Del Papa. ItaliaOggi.
Se la Meloni non lancia una “fase due” del suo partito, allargandolo davvero ad esponenti della società civile (commis d’état, manager, magistrati, uomini di scienza e cultura ecc.) anche attraverso un Centro studi qualificato, non riuscirà a fare un salto di qualità nel grande palcoscenico internazionale, dove la presidenza dei Conservatori europei, che significa più Londra che Bruxelles è un passo non sufficiente agli occhi delle tre capitali che contano: Berlino, Parigi e, soprattutto, Washington. Luigi Bisignani. Il Tempo.
Sono un artigiano del vivere: prima di dormire vado in terrazza a vedere le stelle e al risveglio, all’alba, torno in terrazza a controllare come abbiano passato la notte le mie erbe aromatiche e officinali, alle quali sono molto legato. Usiamo le nostre energie non per polemizzare su questo mondo di fuffa, ma per lavorare insieme per rammendare l’Italia. Prosit! Riccardo Ruggeri. ItaliaOggi.
Le uniche tre parole che sapeva in spagnolo erano: «Un momentito, señor». Ma Peter Zvi Malkin, agente operativo del Mossad, i servizi segreti israeliani, non era arrivato fino a lì, in calle Garibaldi, San Fernando, sobborgo povero di Buenos Aires, per fare conversazione nella lingua di Cervantes. Nel buio della strada di campagna Malkin ripassa la frase. In quel momento appare all’imbocco del viottolo il fascio di una torcia elettrica: ecco, è colui che sta aspettando. Si lascia alle spalle i tre compagni che armeggiano con l’auto dal cofano aperto, come se fosse in panne, e gli si fa incontro. L’altro è un uomo di mezza età, calvizie incipiente, occhiali da vista, aspetto dimesso: procede incerto per la strada sterrata, seguendo il fascio di luce biancastra, una mano in tasca. Quando si incrociano, Malkin può finalmente dare fondo al suo vocabolario spagnolo: «Un momentito, señor…». Quello esita, un attimo di troppo. L’ultima sillaba è ancora per aria e già Malkin gli salta addosso. Nelle prove avevano stabilito che dopo aver incrociato e superato Adolf Eichmann, lo avrebbe immobilizzato da dietro tenendolo per il collo, impedendogli così di urlare. Per questo motivo Malkin indossa degli spessi guanti di pelle: non neppure vuole toccare la bocca che ha pronunciato gli ordini per mandare a morire milioni di ebrei, ha spiegato ai compagni mentre preparavano l’azione. Maurizio Pilotti, Libertà.
Non sono gl’illetterati ma i grandi lettori (ieri Hitler e Stalin, oggi il corpo insegnante di Princeton o dell’Howard University di Washington DC) a censurare le biblioteche e a bruciare in effige (quando va bene, ma può andar peggio) gli autori classici. Luigi Mascheroni spiega tutto questo. Spiega, soprattutto, che i libri «non confortano né rassicurano». E che si deve stare alla larga dai «messaggi»; i messaggi sono per WhatsApp. Diego Gabutti. ItaliaOggi.
Il critico cinematografico Gian Luigi Rondi stroncò Accattone di Pier Paolo Pasolini. Risposta in versi del poeta-regista: «Sei così ipocrita, che come l’ipocrisia ti avrà ucciso, / sarai all`inferno e ti crederai in paradiso». Alessandro Gnocchi. Il Giornale.
Venni iscritto al Liceo Genovesi di Napoli, che aveva la fortuna di essere attiguo alla magistrale femminile Pimentel Fonseca, sconfinata stia di pollastrelle starnazzanti e interessanti. Ricordo fra i professori il baffone Galli, un dantista sfegatato, mi fece amare la Divina Commedia che ancora cito qua e là a memoria. E poi Tàngaro, un geniale e scarruffato grecista, ci prese per mano ad esplorare Eschilo e il teatro tragico greco, la poesia lirica di poeti, poetesse e lbgt dell’epoca, ci fece percepire la vena fresca di Aristofane, appassionarci ai reportage di Senofonte: lui faceva vivere e urlare di dolore Prometeo, straziato da un’aquila che gli mangiava il fegato: tradussi l’intera tragedia per la maturità. Ahimé, leggo e scrivo ancora oggi il greco antico… Gianni de Felice. ItaliaOggi.
Senza Vittoria sarei un uomo morto. Con lei, mi sento un ergastolano. Felice di esserlo. Roberto Gervaso, scrittore.