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 2021  ottobre 07 Giovedì calendario

Il Sole 24 Ore elogia Dell’Utri

Un elogio di Marcello Dell’Utri. Pubblicato dal Sole 24 Ore nelle pagine dell’un tempo autorevole inserto culturale domenicale. “Che altro si può dire scorrendo le gazzette quotidiane?”, si chiede l’ignoto collaboratore che si firma Mephisto. “Non basta l’orrenda ammuina ai vertici della Magistratura (…). La rimessa all’onor del mondo di Marcello Dell’Utri, signore di raffinata cultura, con lo stigmatizzante ‘il fatto non sussiste’, dovrebbe ora diventare un macigno per chi l’aveva messo alla berlina e ai ceppi, per un paio di lustri irripagabili, vittima di novelli Torquemada (1420-98) e tricoteuses del Terrore (1793-94) alimentati dalle fanfare del vampirismo d’assalto”. Con prosa forbita, faticosa e bislacca, Mephisto il 3 ottobre sul Sole purifica Dell’Utri da ogni peccato. Lo definisce “signore di raffinata cultura”, solito omaggio al “bibliofilo” che in realtà è un collezionista di libri antichi. Quanto alla “rimessa all’onor del mondo”, sarebbe l’assoluzione di Dell’Utri in appello nel processo sulla trattativa Stato-mafia. Ma perché mai questa assoluzione “dovrebbe ora diventare un macigno per chi l’aveva messo alla berlina e ai ceppi”? Il “novello Tortora” fu “messo ai ceppi”, con condanna definitiva, per un’altra vicenda, che l’assoluzione per la trattativa non può cancellare: condannato a 7 anni per concorso esterno all’organizzazione mafiosa Cosa nostra, per aver fatto da tramite tra la mafia siciliana e Silvio Berlusconi, per aver portato ad Arcore il boss Vittorio Mangano, garante dei patti stretti nell’incontro del 1974 a Milano tra Berlusconi, Dell’Utri e i capimafia Francesco Di Carlo, Mimmo Teresi e Stefano Bontate, allora capo dei capi di Cosa Nostra. Pienamente riscontrato, scrive la sentenza, che “l’assunzione – per il tramite di Dell’Utri – di Mangano ad Arcore” è “la risultante di convergenti interessi di Berlusconi e di Cosa Nostra”. Riscontrata anche la “non gratuità dell’accordo protettivo, in cambio del quale sono state versate cospicue somme da parte di Berlusconi in favore del sodalizio mafioso”.
Ma chi è il misterioso Mephisto che ogni domenica con la sua rubrica pontifica con modi luciferini sotto la celeste rubrica di monsignor Gianfranco Ravasi? A dar retta alle chiacchiere di redazione (e al suo simbolo in pagina vagamente nazista) si tratta di Armando Torno, considerato da molti il vero regista culturale del supplemento domenicale del giornale della Confindustria. Pochi invece ricordano che nel 2001 fu cacciato dal Corriere della Sera, dov’era responsabile delle pagine della cultura, per aver fatto scrivere un nazista non pentito, Pio Filippani Ronconi, orientalista, ma soprattutto soldato delle Waffen SS durante la guerra e poi collaboratore dei servizi segreti e protagonista della strategia della tensione.