il Fatto Quotidiano, 6 ottobre 2021
Gli animali che hanno cambiato la Terra
Migliaia di umani hanno provato a raccontare la vicenda del mondo: ora lasciamo che ci provino i loro migliori amici (e nemici). La Storia illustrata del mondo in 50 animali, scritta da Jacob F. Field e da poco uscita per Il Saggiatore, colma la lacuna speculativa.
Spazio a 50 specie che hanno contribuito a plasmare il pianeta in cui viviamo. “Le specie considerate variano da estinte a quelle ancora prospere, da addomesticate a selvatiche, e provengono da ogni angolo del globo”. Ogni capitolo, arricchito da illustrazioni a colori, è consacrato a una di loro. Tra mitologia e realtà, scienza ed economia, l’autore ne ripercorre a ritroso il misconosciuto cammino. Con alcuni ritratti ad hoc: come quello della pecora Dolly, cartina di tornasole dell’insostenibile hybris umana, o della cagnolina Laika, che nel 1957 venne immolata e sparata in orbita dai sovietici in un viaggio senza ritorno.
Smettiamo per un po’ gli abiti della nostra visione antropocentrica e facciamoci trasportare dalle pagine del volume di Field. A proposito di evoluzione: Darwin non avrebbe mai formulato la sua teoria rivoluzionaria senza avere osservato da vicino i fringuelli delle Galàpagos. Nel Devoniano, tra 419 e 359 milioni di anni fa, si affacciarono sulla crosta terreste i tetrapodi, una banda composita con quattro arti che includeva anfibi, uccelli e mammiferi. Circa 312 milioni di anni fa iniziarono a comparire i primi rettili, evolutisi dagli anfibi. Mentre attorno a 240 milioni di anni orsono irruppero sulla scena, col fragore di fabbrica, i dinosauri. Campioni del Mesozoico. Il Tyrannosaurus, per dirne uno, “arrivava fino a 12 metri di lunghezza e 14 mila kg di peso”. Poi 66 milioni di anni fa andarono incontro all’estinzione, per colpa, pare, di un enorme asteroide. “Un solo gruppo rimase in vita: gli aviani”, che si sarebbero trasformati negli uccelli.
Gli antenati dei coccodrilli fecero capolino 200 milioni di anni fa: “Questi animali semiacquatici vivono principalmente ai tropici e uccidono circa 1.000 persone l’anno, quaranta volte più degli squali”. Noi uomini, è fatto notorio, militiamo nella famiglia delle grandi scimmie (gli ominidi), on the road da oltre 36 milioni di anni. A un certo punto i precursori della nostra razza presero a differenziarsi dalle grandi scimmie: lo sbocco fu l’homo sapiens, “il cui primo fossile risale a 330 mila anni fa”. Millenni di caccia e raccolto e atterriamo a 12 mila anni fa, quando cominciammo a organizzarci in comunità agricole stabili. Ciò fu reso “possibile grazie alla domesticazione di piante e animali selvatici”, in primis i cani, varianti ammansite del lupo. Un amore a prima vista. Nell’Odissea, quando Ulisse torna a Itaca, nessuno lo riconosce tranne Argo, il suo cane.
Il dinamismo, la potenza e la versatilità dei cavalli iniettarono di linfa vitale l’agricoltura delle origini; e cambiarono per sempre la pelle al nostro modo di muoverci, fino all’invenzione del treno e dell’automobile. Furono fondamentali pure in guerra, nella lunga era che precedette le armi da fuoco. Anche l’elefante, il più grande animale terrestre, mai pienamente addomesticato, creava terrore in battaglia. Non a caso Annibale, a capo dell’impero cartaginese, quando invase l’Italia attraverso le Alpi nel 218 a. C. portò con sé 37 elefanti. Ma solo 6 giunsero a destinazione. “Le tartarughe sono tra gli animali più longevi al mondo – annota JaField –. Il più vecchio esemplare conosciuto è una testuggine raggiata del Madagascar che potrebbe aver vissuto 188 anni. Si racconta che il capitano James Cook la donò alla famiglia reale di Tonga nel 1777”.
Prima dell’avvento del telegrafo elettrico nell’800, i piccioni viaggiatori costituivano “il modo più rapido e spesso affidabile di inviare messaggi attraverso lunghe distanze”. E tornarono utili nelle due guerre mondiali. I gatti vivono in mezzo a noi da 9.500 anni. Gli antichi egizi li veneravano come dèi: erano considerati sacri, intangibili, pena persino la condanna a morte. Nel Medioevo, d’inverso, specie quelli neri venivano considerati alla stregua di forze malevole, “in combutta col diavolo”. Diffidare delle dimensioni minuscole: le pulci, per esempio, più di 3 mila tra specie e sottospecie, pur misurando appena 2,5 millimetri hanno provocato pandemie terribili, non solo la peste. E la zanzara, assetata in molti casi di sangue umano, tra malaria e altre malattie è rea di centinaia di migliaia di morti indirette l’anno. Non come i poveri, miti porcellini d’india, usati come cavie negli esperimenti medici per decenni perché il loro sistema immunitario è parecchio simile al nostro. Diffidare pure delle dimensioni maiuscole, le nostre.