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 2021  ottobre 05 Martedì calendario

Nella scuola dove i cani imparano a salvarci la vita


Angel e Okley, statunitensi doc, arrivano da Boston, la città del Massachusetts Institute of Technology, tra gli atenei più prestigiosi al mondo. Che loro non hanno mai frequentato e mai frequenteranno. Hanno però scelto un’altra eccellenza della formazione e per frequentarla sono volati in Italia per partecipare a corsi che si tengono a Milano, Firenze, Livorno, Castiglione della Pescaia e sul lago di Garda.
Angel e Okley non sono umani, ma splendidi cani di razza terranova, i migliori del corso americano per cani da salvataggio, che sono stati selezionati per una specializzazione in Italia dove esiste la Sics, la migliore scuola di cani da salvataggio al mondo.
«Hanno perfezionato le migliori tecniche su laghi, fiumi e mare – spiega Ferruccio Pilenga, presidente nazionale della Scuola italiana cani salvataggio – e sono stati straordinari. Così come i loro istruttori statunitensi. E grazie anche alla collaborazione della sezione nautica della polizia di Stato, della Guardia Costiera e del circolo dei Canottieri Firenze, hanno partecipato ad esercitazioni uniche e tecnicamente perfette».
Con loro c’erano gli istruttori Mary, Kate e George, anche loro impegnati in una full immersion. «Qui in Italia siete al top, è un’esperienza eccezionale anche per noi che replicheremo negli States», commentano i tre addestratori americani. Il prossimo anno negli Stati Uniti, infatti, saranno organizzate lezioni alle quali parteciperanno gli insegnanti italiani.
In un paio di settimane i cani salva persone e i loro istruttori si sono misurati con le insidie di laghi e invasi e poi hanno sfidato le onde del mare a bordo delle velocissime moto d’acqua della sezione nautica della polizia di Livorno, hanno simulato emergenze sulle motovedette della Guardia Costiera davanti alle coste della Maremma. E, sotto Ponte Vecchio, hanno imparato le tecniche di salvataggio nel fiume più importante della Toscana: l’Arno.
«L’obiettivo delle unità cinofile americane e dei loro istruttori – spiega Salvo Gennaro, presidente della sezione toscana della Scuola salvataggio cani – è di esportare le nostre tecniche all’avanguardia mondiale in Usa e dare nuovi impulsi a questa attività che ogni anno salva moltissime vite, quest’anno 33 nei mari italiani, la maggior parte bambini». Secondo Gennaro, il cane può svolgere assieme al conduttore un’attività di sorveglianza e di salvataggio attiva e, nel caso di soccorso, riportare a riva le persone grazie anche all’imbragatura galleggiante e ad ausili come il salvagente baywatch e le cinture di salvataggio. E in piena pandemia il loro aiuto è stato fondamentale nelle spiagge, ma anche in laghi, fiumi e piscine. «Il soccorritore a quattro zampe non contagia nessuno – spiega ancora Gennaro – e dunque può sostituire, in alcune operazioni ravvicinate, l’uomo che può essere a sua volta impegnato in altre operazioni che garantiscono il distanziamento sociale».
Ora si pensa al prossimo step: il lancio dall’elicottero. I cani si tufferanno in mare dal velivolo. Non tutti supereranno la prova, ma quelli che ci riusciranno, faranno parte delle unità cinofile d’eccellenza. La scuola salvataggio ha più di 400 unità cinofile operative in tutta Italia. «Sono addestrati e guidati da istruttori volontari – spiega ancora Pilenga —. Un lavoro duro che svolgono senza percepire compenso, spinti dal desiderio di essere utili alla collettività».