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 2021  ottobre 04 Lunedì calendario

Pinocchio avrà lo smartphone. Intervista a Iginio Straffi

«Come reagirà un bambino di Seul, di Boston o Città del Messico?». È la domanda che si pone sempre davanti al foglio bianco, quando deve creare una storia, Iginio Straffi, che 26 anni fa fondò il gruppo Rainbow, di cui è presidente. Una realtà in continua espansione. Il successo sul mercato internazionale arriva grazie al cartone Winx Club, con protagoniste delle fatine in lotta contro il male, che hanno conquistato il cuore di molte bambine sparse per il globo. Ma sono altri i titoli di successo come Monster Allergy, Maggie & Bianca Fashion Friends, 44 Gatti. Mentre in autunno arriveranno su Rai Yoyo, Summer&Todd L’Allegra Fattoria, concept per avvicinare i più piccoli al tema dell’ambiente e Pinocchio and Friends, riadattamento in chiave contemporanea del classico di Carlo Collodi.
Partita dall’animazione, di cui è leader incontrastato nel mercato italiano e non solo, la Rainbow ora vuole puntare su film e serie televisive live-action per conquistare un pubblico più grande e internazionale.
Straffi, cosa contraddistingue l’animazione italiana nella scena internazionale?
«Era molto forte e ben rappresentata negli anni ’70 con Bruno Bozzetto, poi dopo un buco, verso metà degli anni 90, la Lanterna Magica di Torino ha prodotto lungometraggi più artistici, come “La Gabbianella e il Gatto”, ma erano sempre casi isolati. Con la Rainbow siamo riusciti a creare un’industria differenziandoci da un modo di produzione più artigianale»
Che cosa sognava mentre costruiva la sua Rainbow?
«Sognavo di offrire storie che potessero essere apprezzate ovunque arrivando al cuore di persone completamente diverse».
Come nasce un contenuto che arrivi a tutti i bambini del mondo?
«Quando è assente la tv è fondamentale replicare l’esperienza su altri tipi di media. Libri, videogiochi e altre forme di merchandising sono necessarie per trasformare una storia in fenomeno mondiale».
Le Winx sono la sua creazione di punta. Come si spiega un successo così globale?
«Non c’erano cartoni per bambine, solo qualche sit-com o soap opera. Come fu fatto per un pubblico di maschietti, bisognava farle sognare, dar loro poteri, forza e indipendenza. Abbiamo avuto fortunatamente ragione, aiutati anche da un lavoro editoriale molto profondo, che ha spaziato dalla cura visiva alle musiche».
Che sensazione ha provato nel vederle in carne ed ossa nella serie targata Netflix?
«Erano anni che volevo che dal cartone si passasse al live-action. Sono felice che Netflix abbia creduto in questo progetto, dove siamo stati coinvolti anche sulla scrittura e in diverse fasi della realizzazione. Bisognerà adesso puntare a un film, un franchise alla Harry Potter».
In «Summer & Todd – L’allegra fattoria» racconterà ai più piccoli l’ambiente. Quanto è importante una televisione pedagogica?
«Fondamentale. Nell’educazione anche scuola e televisione, oggi insieme alle piattaforme, fanno la loro parte. I bambini fanno presto a capire certi concetti. Da qui l’attenzione all’ecologia, il mangiar sano, l’agricoltura biologica, temi che devono essere assimilati già dalla prima infanzia».
Dalla Disney a Comencini, da Garrone a Del Toro, Pinocchio è stato raccontato in tante versioni. Stavolta cosa si dovrà aspettare il pubblico?
«Innanzitutto proporremo una serie animata rivolta ai bambini e non a un pubblico adulto, al contrario dei diversi adattamenti cinematografici, dove l’elemento drammatico era più spiccato. Con una chiave action-comedy, abbiamo attualizzato Pinocchio, inserendolo nel mondo dei bambini di oggi, alle prese con smartphone, videogiochi e droni. Avremo infine un nuovo personaggio, la Piratessa Frida che accompagnerà il protagonista in tante avventure».
Quali saranno le prossime sfide del suo gruppo?
«La conquista di un pubblico adulto. Grazie all’acquisto della Colorado Film, abbiamo costruito una struttura che punterà a live-action destinati al mercato internazionale. Essenziali saranno la centralità della storia più che sull’attore e l’esplorazione di altri generi, come il thriller o il fantasy».—