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 2021  ottobre 03 Domenica calendario

Gli affari immobiliari di Christian Solinas

Santa Barbara è un villaggio fantasma. La chiesetta del XIII secolo l’hanno abbandonata anche i frati. Una facciata bianca con quattro archetti, un muro di marmo scrostato e una porta di legno sbarrata con un vecchio chiavistello. Non c’è nessuno, né in preghiera, né in visita, solo un gatto randagio che gira intorno a una ciotola vuota.
A fianco, ecco le pietre dello scandalo. O meglio, il grande affare di Christian Solinas, il presidente della Sardegna. L’abbiamo raccontato giorni fa: la sua porzione di abbazia, avuta quasi in regalo dai frati minori, è stata rivenduta a 550 mila euro a un munifico imprenditore locale. Solo che è un mucchio di macerie. Il “cantiere” è coperto pietosamente da una staccionata di pannelli di legno e di amianto. I lavori sembrano fermi da tempo, le impalcature sono arrugginite, attorno ai pali di metallo c’è una ragnatela di reti stracciate. Dentro, solo una base di cemento e mura diroccate.
Santa Barbara è una frazione di Capoterra, arrampicata su una collina a mezz’ora da Cagliari. Per arrivarci serve un navigatore paziente e un’automobile robusta: l’ultimo chilometro di strada è sterrato, una faticosa arrampicata sui sassi. A destinazione, il deserto: chi investirebbe oltre mezzo milione in un villaggio da fumetto di Dylan Dog? Bussando alle case si incontra un solo residente. “Cosa ci faccio qui? L’eremita”. Non dice nemmeno il nome di battesimo, ma racconta un pezzetto della sua storia: “Ho fatto il poliziotto e ho girato l’Italia per lavoro, da due anni sono venuto quassù a farmi i fatti miei. Siamo io e le mie galline. Qui viviamo in pochissimi, ogni tanto nei fine settimana qualcuno sale da Cagliari”. E Solinas? “Mai visto”. Però indica il “cantiere” accanto alla chiesa. Gli chiediamo se sa quanto siano costati quei ruderi, annuisce e ride forte. “Lasciamo stare…”.
Quei ruderi, appunto, sono diventati proprietà di Christian Solinas nel 2002 senza tirare fuori un euro: nell’atto notarile si legge solo il valore stimato, 35 mila euro. Solinas si era impegnato a ristrutturarli e a garantire ai frati un diritto di “servitù”: la possibilità di usare quel pezzetto dell’abbazia nel tempo libero. Dopo vent’anni, il miracolo: Solinas vende per 550 mila euro a un imprenditore cagliaritano. Roberto Zedda è l’editore della tv locale YouTg.net e il fondatore di Arionline, che ha fornito alla Regione termometri elettronici e termoscanner durante l’emergenza Covid.
La vicenda l’ha ricostruita Andrea Sparaciari sul Fatto: il 4 novembre 2020 Zedda firma il contratto preliminare e versa 200 mila euro di caparra con due assegni circolari, impegnandosi ad aggiungerne altri 50 mila entro dieci giorni. Misteriosamente, le parti non arrivano alla firma del rogito, prevista il 30 giugno 2021. Solinas ha replicato alla nostra inchiesta dicendo di aver “differito di tre mesi”, su richiesta di Zedda, la stipula dell’atto definitivo: la nuova scadenza era il 30 settembre. A oggi non risultano nuove trascrizioni o iscrizioni: questi muri rotti sono costati 250 mila euro a un imprenditore che lavora con la Regione, pagati al presidente della stessa, senza passaggi di proprietà.
Per proseguire nei luoghi della “Solinas immobiliare” bisogna lasciarsi alle spalle Santa Barbara e attraversare Capoterra, cittadella di 20 mila abitanti sui colli che dominano Cagliari. Qui c’è l’altro affare, i 40 ettari “venduti” nel 2013 a un altro imprenditore sardo, Antonello Pinna. Era il 2013, Solinas si era appena dimesso da assessore regionale ai Trasporti e gli aveva ceduto la proprietà per 400 mila euro. Di nuovo un’operazione fortunatissima: quei terreni – come ha scoperto Sardinia Post – erano stati venduti come zona edificabile (C3), ma sei mesi prima avevano cambiato destinazione in zona agricola. E di nuovo la stessa coincidenza: 200 mila euro versati al preliminare e poi il buio, mistero, nessun rogito. Solinas ha detto di aver restituito la caparra agli eredi di Pinna dopo la sua morte, ma l’imprenditore è deceduto nell’aprile del 2016 e il termine ultimo del rogito era scaduto nel 2013.
“Mi sconvolge l’impunità, la mancanza di vergogna”. Parla Mario Guerrini, storico giornalista Rai, per anni voce del servizio pubblico in Sardegna. Ora segue le vicende dell’isola con un “Osservatorio” quotidiano su Facebook attorno cui ha raccolto migliaia di lettori. “Solinas non si imbarazza di nulla, lo fa alla luce del sole. La stampa locale tace, i tg regionali muti, ne scrive solo il Fatto”.
Scesi dalle colline, siamo in città. Guerrini ci accompagna al Poetto, la spiaggia dove i cagliaritani ignorano l’autunno. Salendo, si costeggia la salina del parco nazionale Molentargius: ci sono i fenicotteri rosa, Cagliari è uno spettacolo. L’ultima tappa del Solinas estate tour è a un centinaio di metri dall’area protetta: c’è la nuova casa del governatore. Ripartiamo dal via: il 4 novembre 2020 Solinas prende 200 mila euro da Zedda per i ruderi, un mese dopo firma un preliminare per l’acquisto di una villa di 543 metri quadri su quattro piani, più ampio giardino. Costo totale, 1 milione e 100mila euro. 850 mila euro sono concessi in mutuo dal Banco di Sardegna, l’istituto che accidentalmente svolge il servizio di tesoreria per la Regione presieduta dal mutuatario. Accanto alla casa, altri privati stanno costruendo una palazzina di tre piani, l’intera vicenda è finita in un fascicolo della Procura di Cagliari.
“In origine la villa di Solinas e il terreno del nuovo palazzo erano nello stesso lotto – spiega Stefano Deliperi, responsabile del Gruppo di intervento giuridico -, non si è capito bene come e perché i proprietari, la famiglia di costruttori Ciani, abbiano deciso di dividere a metà tra due acquirenti diversi”. Questa zona a ridosso del Poetto, nonostante i vincoli ambientali, è “un’area calda dal punto di vista della speculazione immboliare”, aggiunge Deliperi. “C’è un vincolo paesaggistico specifico, ma si ferma agli argini delle saline. Grazie a qualche leggina regionale – e nonostante contestazioni e ricorsi – questa è zona B, c’è un indice volumetrico alto: 5 metri cubi per metro quadro. Insomma, pare assurdo, ma si costruisce alla grande”.
Pure sul prezzo si mugugna: “L’ha pagata 2 mila euro al metro quadro, escluso il giardino – ragiona un vicino, l’ingegner Sandro Mazzella – e le assicuro che non è un prezzo di mercato per una villa del genere, in questo quartiere”. Minuzie, per gli standard della Solinas immobiliare.