Il Sole 24 Ore, 3 ottobre 2021
I conti drammatici dei club di Serie A
Pandemia, lockdown e chiusura degli stati sono costati ingenti perdite al calcio italiano. Senza dubbio la crisi di liquidità e il crollo di alcune voci del giro d’affari (botteghino e sponsor) hanno acuito gli squilibri strutturali dei club. Il cuore del problema resta, infatti, la curva dei costi (leggi ingaggi) cresciuta troppo in questi anni e in modo tutt’altro che elastica rispetto ai risultati economici delle società. Il modello di business del calcio italiano peraltro risente di carenze ataviche (come la scarsa redditività degli stadi) ed è viceversa estremamente sensibile agli eventi esogeni (anche meno estremi di un’emergenza sanitaria globale).
In questi giorni le anticipazioni sui conti dei principali club della Serie A certificano la gravità della situazione. Il conto economico delle due ultime stagioni travagliate dagli effetti del Covid-19 mostra 1,4 miliardi di perdite “consolidate” solo per il vertice della piramide calcistica della Penisola. Juventus, Milan, Inter, Roma e Napoli hanno accumulato i peggiori deficit della loro storia aziendale.
Nella graduatoria dei passivi la posizione migliore è del Napoli. Il club di Aurelio De Laurentiis ha perso 19 milioni al 30 giugno 2020 e nella stagione 2021 (il rendiconto non è stato ufficializzato) dovrebbe inscrivere una perdita molto più alta (considerando anche l’assenza della Champions).
Le squadre di Milano, impegnate in tandem nell’iter per la costruzione di un nuovo stadio che dovrebbe sbloccarsi dopo le elezioni comunali, hanno accusato rossi ben più consistenti. Il Milan del Fondo Elliot è riuscito però chiudere il bilancio 2021 con un deficit dimezzato rispetto a quello del 2020, avviando un percorso di risanamento. Le perdite al 30 giugno scorso, infatti, si sono fermate a quota 96,4 milioni, rispetto ai 194,6 milioni di passivo della prima stagione sconvolta dalla pandemia.
L’altro club milanese, al contrario, ha accusato nella scorsa stagione un pesante aggravio, con perdite per 245,6 milioni – le più alte mai registrate in Italia – che hanno portato il deficit biennale a 348 milioni (nel 2020 il rosso dell’Inter era stato di 102,4 milioni). La dirigenza interista ha dovuto fronteggiare la crisi di liquidità interna e le difficoltà della famiglia Zhang e di Suning, coinvolte in Cina anche nel riassetto di altre corporation che grativano nell’orbita del governo di Pechino. Dal punto di vista finanziario il bond di 275 milioni contratto dalla controllante cinese con il fondo nordamericano Oaktree e il bond da 400 milioni in via di rinegoziazione (entro fine anno), più altri aggiustamenti gestionalo, hanno permesso di mettere in sicurezza la società.
È di circa 300 milioni il deficit della Juventus con 209,9 persi nel 2021. I risparmi dovuti, tra le altre cose, all’addio anticipato di Cristiano Ronaldo e l’aumento di capitale da 400 milioni voluto dalla proprietà Exor dovrebbero consentire al club presieduto da Andrea Agnelli di riprendere la via della crescita (anche se la strada prescelta, ovvero quella internazionale, con la Superlega, appare per ora bloccata).
Un discorso a parte merita infine la Roma della famiglia Friedkin. Nel bilancio 2091/20 la società giallorossa aveva subito un passivo di 204 milioni.. Fino al 31 marzo 2021 la perdite erano pari a 108 milioni. Il passivo totale potrebbe essere quindi superiore ai 150 milioni (e secondo alcune indiscrezioni in linea con l’anno 2020).