La Stampa, 3 ottobre 2021
Veronica Gentili si difende
Massacrata con bella malagrazia da illustri colleghi sciovinisti e sconosciuti via social, su Veronica Gentili si è molto sparato in quanto colpevole di sovraesposizione: la conduzione di Stasera Italia News e Controcorrente dove si destreggia su Rete4 con una variegata e rissosa corte di ospiti, più il Buoni o cattivi appena concluso su Italia1. Viviamo in tempi in cui basta poco per generare invidie e maldicenze. Se sei donna, poi, è peggio. Lei non fa eccezione. Stakanovista è l’accusa più tenera. Come ribatte?
«Che stakanovista è un complimento. Sono giovane, faccio questo lavoro solo da tre anni e mezzo. Ci sta che mi venga chiesto di fare qualche sacrificio. Non ho saltato un giorno? Ho visto partire e tornare abbronzati e rilassati tutti, colleghi e tecnici? È una fase così. E non mi lamento. Sono lieta dei risultati che ho portato a casa. Anche se, lo confesso, un po’ prosciugata mi sento».
Cosa pensa degli attacchi?
«Per qualcuno è sempre il giorno della marmotta. Si denigra l’aspetto, si mette in dubbio la professionalità. Lo si fa sopratutto con le donne. Ti senti doppiamente frustrata: quello che fai è sistematicamente sminuito e tu stessa fai fatica a misurare la tua evoluzione. Sei sempre sotto esame. L’attenzione a orpelli e frivolezze distrae da chi sei e quanto vali».
Le viene rinfacciato il suo percorso atipico, lei nasce infatti come attrice. Com’è avvenuto il passaggio?
«Per anni ho recitato con passione e rigore. Ma vengo da una famiglia di artisti, con un vivace interesse per il mondo politico e l’analisi dell’attualità e sentivo che mi mancava qualcosa. Ho aperto un blog per colmare questo vuoto, sono diventata opinionista per Il Fatto. Per un po’ le due identità hanno convissuto. Poi la seconda ha preso il sopravvento. Il background di attrice però non è sparito, anzi, mi è utilissimo: mi da fluidità e consapevolezza, capacità di ascolto, mi aiuta in diretta a far fronte agli imprevisti e a tenere il punto con ospiti quando si allontanano dal tracciato».
Non è che ha anche una vocina che le suggerisce che dire?
«Nessuna vocina. Mi danno solo i tempi tecnici. Il segreto è costruire bene la puntata. Lascio liberi i miei interlocutori di darmi suggestioni, ma non di farmi uscire di strada».
Ha alle spalle una lunga collaborazione con Il Fatto Quotidiano, cosa che non ci si aspetta da un volto di Rete4. O no?
«Non appartenere all’immaginario di Rete4 è una scelta di diversificazione della rete. Sono arrivata come ospite di Belpietro, poi nel 2018 mi è stato chiesto di affiancarlo: piaceva l’idea di due persone con un retroterra così diverso. Ed è apprezzato che io dia sempre pari dignità a ogni interlocutore. Soprattutto in tema di Covid è giusto che certi punti di vista siano rappresentati anche se minoritari. Da brava padrona di casa non mortifico chi invito. Che ci siano posizioni diverse è utile alla drammatizzazione del racconto ed è specchio della querelle politica. L’importante è che io mantenga la mia posizione in modo chiaro, con garbo ma decisa».