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 2021  ottobre 03 Domenica calendario

Il fantasma di Hitler nella Germania Est

Lo stile con cui Angela Merkel lascia la scena politica del suo Paese è una impeccabile lezione di democrazia. La donna che ha governato per 16 anni e gode ancora di grande rispetto popolare, cede il passo a una nuova generazione. Ascolteremo ancora i suoi discorsi e leggeremo le interviste che darà alla stampa internazionale durante i suoi viaggi nel mondo, ma soltanto circostanze eccezionali potrebbero richiamare Merkel al potere. Questa non è la Repubblica di Weimar (dal nome della città in cui fu scritta la prima costituzione della Germania repubblicana dopo il crollo del regime imperiale). Non è lo Stato che ebbe una vita breve dalla fine del Prima guerra mondiale all’avvento di Hitler al potere nel 1933. Il quadro, insomma, è molto più tranquillizzante e promettente di quanto sia stato in altri momenti della storia tedesca. Ma in questa Germania, per molti aspetti ammirabile e invidiabile, esiste una macchia: i risultati delle ultime elezioni, soprattutto nella Germania Orientale, di un partito politico (Alternative für Deutschland) che sembra oscillare tra le nostalgie naziste e il populismo sovranista da cui sono state afflitte molte democrazie negli scorsi anni. Le elezioni degli scorsi giorni hanno garantito a questo partito alcuni successi elettorali che non sono sufficienti per giustificare il timore di un futuro governo neonazista, ma presentano almeno tre caratteristiche che sarebbe un errore ignorare. In primo luogo le nostalgie naziste sembrano essere più serie di quelle fasciste in Italia e falangiste in Spagna. Una parte della società attribuisce un grande merito alla strategia economica con cui Hitler, dopo la conquista del potere, avrebbe ridato salute e vigore all’economia nazionale. In secondo luogo il fenomeno della immigrazione ha risvegliato un razzismo, non diverso da quello che abbiamo constatato in altri Paesi europei, ma forse qui più antico e radicato. E in terzo luogo la Germania è meno unita di quanto appaia ad altri Paesi europei. Come nel caso dell’Italia, la sua unità è il risultato di una unione fra Stati e singole città, repubbliche e monarchie, comunità cattoliche e comunità protestanti. Più recentemente, sino all’ultimo decennio del secolo scorso, vi sono state due Germanie: la prima democratica ed economicamente liberale, la seconda governata secondo i principi e i criteri di uno Stato socialista e autoritario. Questa differenza è diventata ancora più pronunciata, paradossalmente, il 3 ottobre 1990 quando i cinque Länder della Repubblica democratica e Berlino est sono stati incorporati nella Repubblica federale di Germania. La riunificazione (una vera annessione) ebbe l’effetto di deindustrializzare il 20% del Paese e di provocare un considerevole esodo della popolazione verso Ovest. Questa Germania non lo ha dimenticato ed esprime il suo disappunto votando per il fantasma di Hitler.