ItaliaOggi, 2 ottobre 2021
Periscopio
Il rischio zero non esiste: bisogna capire quale sia il minore e disporsi a correrlo. Massimo Gramellini. Corsera.
Ormai il degrado culturale e la volgarità del linguaggio sono evidenti dopo anni di discesa verso il basso. Giangilberto Monti, cantautore (Paolo Carnevale). Corsera.
Luca Morisi non ha commesso reati fino a prova contraria, e quello che accade tra adulti e consenzienti non ci riguarda. Ma se uno monta la più grande macchina di propaganda politica d’Italia puntando sulla costruzione del nemico, e se questo nemico spesso è drogato, gay, straniero, e poi è sospettato di aver organizzato un droga party con escort stranieri, è difficile non parlarne. Il problema, però, non è Morisi. Il problema siamo noi. Perché la macchina di propaganda da Morisi organizzata e leggiadramente definita Bestia funzionava benissimo. E non solo perché Salvini è il leader europeo più seguito su Instagram, subito dopo Macron e davanti alla Merkel (la Meloni ha meno della metà dei suoi follower). Perché il metodo Morisi ha fatto scuola. Aldo Cazzullo. Corsera.
A sinistra hanno faticosamente accettato i processi di iperindividualizzazione, ossia sposando l’idea che gli individui, tutelati nei loro diritti dalle corti nazionali e internazionali, forniti di risorse materiali dal mercato, siano in grado di emanciparsi, autodeterminarsi e realizzare un progetto di vita. In questo mondo, però, la politica conta sempre di meno, e contano sempre di più i tecnocrati e i magistrati. La sinistra ha così rinunciato al primato della politica. Chi è in grado di sfruttare mercato e diritti sono le élite, gli abitanti delle città che viaggiano, parlano l’inglese, hanno successo nel mondo globale. I perdenti, per la sinistra, sono tagliati fuori. Giovanni Orsina, direttore della School of Government alla Luiss (Paolo Bracalini), il Giornale.
Il bello della Giustizia è che esiste un secondo grado che può (ri)mettere le cose a posto, se nel primo sono state messe in disordine. Il brutto della giustizia italiana (con la g minuscola) è che questo può accadere, e quasi sempre accade, dopo anni, decenni. Con imputati che entrano nell’inchiesta tipo Stato-Mafia, da uomini maturi, e ne escono (forse) da vecchi. Intollerabile, qualunque sia l’esito del processo. Gabriele Canè. QN.
La Cina tiene banco. E dopo il disastroso ritiro degli Stati Uniti dall’Afghanistan, dove i talebani hanno già spalancato le porte a Pechino, è inevitabile il confronto tra i due modelli con cui queste grandi potenze stabiliscono rapporti con i paesi poveri. «La storia degli ultimi decenni parla chiaro», sostiene Antonio Di Majo, docente di Scienza delle finanze a Roma, studioso di grande cultura ed esperienza nei ministeri economici, con il quale amo confrontare le idee. «Quando arrivano nei paesi poveri che intendono includere nella sfera geopolitica dei loro interessi, il più delle volte con un contingente militare, gli Stati Uniti promettono sempre di portare i valori dell’Occidente, la democrazia e il rispetto dei diritti umani. Promesse vuote, sempre disattese, poiché il vero obiettivo è agevolare anche nei paesi poveri gli affari della grande finanza predatrice, che è la vera padrona della politica americana, e ne decide da tempo le scelte internazionali». Tino Oldani. ItaliaOggi.
L’effervescente Santori, il capo delle sardine, non ha perso tempo. Dopo un anno di preparazione in cui si è segnalato per incolpare Salvini pure del riscaldamento globale, inframmezzate a gaffes e supercazzole da competizione, ha maturato il senso di responsabilità e della misura tipico dei politici d’oggi e ha subito proposto: un campo, ovviamente di freesbee, al posto di uno stadio di pallone, la coltivazione diffusa della cannabis, il greenpass ed altre faccende dell’agenda piddina. Max Del Papa. ItaliaOggi.
Francia si inaugurano 30 moschee l’anno e scompaiono 50 chiese, demolite o vendute. Le sette (più di 500) sottraggono fedeli alla Chiesa, come i movimenti complottisti e No vax. «Quanti campanili ci saranno ancora domani nella douce France?», si chiede sconsolato Edouard de Lamaze, presidente dell’Osservatorio del patrimonio religioso. Giovanni Serafini. QN.
E’ 5.200 anni fa. L’uomo (oggi conosciuto come Ötzi) si siede su una roccia: ha il fiatone, l’aria sottile dei 3.200 di altitudine del ghiacciaio si fa sentire, e lui non è più un ragazzo. Si guarda intorno: sotto di lui, a nord, si stende il fondovalle che un giorno chiameranno Austria. Alle sue spalle, a sud, un posto che per noi oggi è la Val Senales, Italia. Il cammino è ancora lungo, per scendere giù dal crinale. L’uomo si controlla la mano insanguinata, quel taglio profondo tra pollice e indice che arriva quasi all’osso: il coltello aveva una lama di selce affilatissima. Ma è riuscito a sfuggire ai nemici. Ora spera di averli lasciati indietro, forse hanno perso le sue tracce. Osserva il cielo, l’odore nell’aria gli dà la conferma: sta per nevicare, non deve perdere tempo o sarà il gelo a fargli la pelle. Decide di mangiare qualcosa per ritrovare le forze, poi si rimetterà subito in cammino. Apre la bisaccia, e tira fuori l’ultimo pezzo di carne di stambecco essiccata. Fa schifo, ma può fare la differenza tra la vita e la morte. Poi ingoia un po’ di farro, una mela. Ha bevuto l’acqua fresca del torrente per calmare l’arsura dopo quella fuga disperata. Il pasto dura un po’: tra poco si sentirà di nuovo in forze per rimettersi in viaggio. Maurizio Pilotti, Libertà.
A Dio non importa se sei bello, ricco, famoso, empatico, green, griffato, moderno, in forma: gli idoli invece sono impietosi. Del resto la Bibbia avvertiva: «Seguendo il nulla, divennero essi nullità». Nulla nel senso del valore della persona. Che oggi si può buttare se è fragile, se è vecchia, non partorita eccetera. Giovanni Serafini. QN.
«Ma esistono poeti viventi?». Una mia alunna quindicenne dopo una lezione su un sonetto di Dante mi ha posto questa meravigliosa domanda, che certifica l’irrilevanza odierna della poesia nella vita quotidiana. Alessandro D’Avenia. Corsera.
Un impagliatore di sedie lavora per strada a Marsiglia. È stato sfrattato e non sa dove altro andare. I clienti regolari continuano a seguirlo fedelmente. Il suo è un mestiere in via d’estinzione: ed è bello che le strade di Marsiglia lo accolgano, offrendogli una vetrina. Non avrebbe alcun motivo per essere felice. Invece fischietta. Perché è un uomo saggio e ha imparato a distillare la felicità, pur nella complicazione. Nicola Lecca, scrittore (Studi Cattolici).
Fraintendere una donna può esserti fatale. Roberto Gervaso.