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 2021  ottobre 02 Sabato calendario

In morte di Armando Zamparini

Antonello Guerrera, la Repubblica
«Armandino è morto proprio il giorno prima che iniziasse a lavorare in una grande azienda, qui a Londra», racconta tra le lacrime Maurizio Zamparini al telefono con Repubblica. Imprenditore veneto e spesso esplosivo, 80 anni, ex presidente del Palermo e adesso padre distrutto. «Gli avevo mandato un messaggio giovedì, il giorno prima: “In bocca al lupo!”. Ma non ho mai ricevuto risposta. Perché Armandino l’altro ieri è morto. È una tragedia infinita».
Armando era detto “Armandino” perché era l’ultimo figlio di Zamparini, l’unico del suo secondo matrimonio con Laura Giordani, dopo gli altri quattro – Silvana, Greta, Andrea e Diego – avuti con la prima moglie. Oltre che dalla famiglia, Armandino era amato da tutti: dagli amici e dal Palermo calcio, squadra con cui fino a qualche anno fa si intratteneva alla fine degli allenamenti, perché i giocatori lo consideravano una mascotte. In molti, tra i conoscenti, ricordano quella foto da bambino in cui giocava a pallone con l’ex procuratore antimafia e presidente del Senato, Pietro Grasso. Poi gli studi in marketing in Italia, la laurea alla prestigiosa Scuola internazionale di Trieste, i primi passi nella “Zampa&Nilo” di famiglia. Infine, un master a Londra, dove Armando aveva trovato già lavoro, a 23 anni.
Poi, giovedì pomeriggio, il sipario, drammatico, sulla sua giovane vita. Armando è morto all’improvviso, nel suo appartamento nell’esclusivo e centrale quartiere di Mayfair, che condivideva con un amico, Thomas, ragazzo francese di un’altra famiglia importante. «Non avevamo avuto alcun segnale e Armando era un ragazzo pulitissimo», continua a raccontare a fatica papà Maurizio, «giovedì Thomas è uscito di casa presto, mentre mio figlio è rimasto in casa. Poi la governante alle due e mezza l’ha trovato inerme, immobile. Ha chiamato subito l’ambulanza, ma è stato tutto inutile. Armandino era già morto».
Le cause della morte del ragazzo sono ignote. Le appureranno il “Coroner” inglese e l’autopsia nelle prossime ore. Dai primi esami, si sospetta un arresto cardiocircolatorio, o comunque un malore letale. Ieri qualcuno ha parlato di patologie cardiache pregresse. Maurizio Zamparini smentisce: «Ha sofferto di una forte bronchite asmatica in passato, che gli ha dato vari problemi, ma nient’altro che io sappia». Esclusa, al momento, l’ipotesi di una morte violenta: «Le autorità inglesi stanno ancora indagando, ma per ora non c’è nulla che faccia pensare a questo», ci dice il padre. «Armando si è spento serenamente», confermano in serata gli avvocati dell’ex patron del Palermo e della consorte Giordani: «Sarà riportato in Italia e lì sepolto».
Cordoglio, ovviamente, dal club del Palermo e da tutto il mondo del calcio. Maurizio Zamparini negli ultimi anni ha vissuto un periodo decisamente tormentato a causa del processo sulla vendita della squadra siciliana che lui aveva acquistato e portato ai vertici della Serie A, prima del declino. «Ne ho passate tante nella vita, ora anche anche questa, non è giusto», si sfoga prima di chiudere la telefonata.

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Felice Cavallaro e Monica Colombo, Corriere della Sera
«Il mio angelo Armando se n’è andato». Il messaggio, inviato nel cuore della notte, è di Laura Giordani, mamma del quinto figlio dell’ex presidente del Palermo, Maurizio Zamparini. Il cuore di Armando, 23 anni, si è fermato giovedì: a trovare il corpo senza vita del ragazzo nella sua camera dell’appartamento di Londra, dove viveva da qualche anno, è stata la domestica che ha subito dato l’allarme. Fino a poche ore prima aveva condotto la vita di sempre, incontrando i colleghi di lavoro con i quali condivideva un progetto imprenditoriale che ne aveva assorbito ogni energia. Le cause del decesso non sono state comunicate, sono in corso indagini mediche: tra le ipotesi più accreditate viene avvalorato un malore improvviso che avrebbe causato l’arresto cardiocircolatorio. Non è chiaro se il ragazzo soffrisse o meno di patologie pregresse. «Armando si è spento serenamente nel suo appartamento a Mayfair» scrivono in una nota i legali della famiglia.
La mamma del 23enne ha inviato un messaggio alle 2.40 del mattino al telefono di Sergio Abbate, lo stilista che aveva allacciato relazioni con il Palermo ai tempi in cui Zamparini era il proprietario del club. «Ho passato ore a cercare un contatto, ma probabilmente Maurizio e Laura erano in volo. Alle 13 finalmente ho scambiato poche parole: mi hanno detto solo che Armandino, come tutti lo chiamavamo, era stato trovato senza vita nella sua casa di Londra. Forse per un’ischemia».
«Ho conosciuto Armando tre anni fa quando ero andato a trovare mia figlia in Inghilterra» ricorda Massimo Cellino, patròn del Brescia. «Ricordo un ragazzo esuberante, pieno di vita, ben inserito nella vita londinese».
Nicola Salerno, direttore sportivo con una vasta esperienza fra Serie A e Premier League, non nasconde la propria commozione. «Mio figlio Andrea ha compiuto con Armando tutto il percorso scolastico all’International School di Trieste. Sono devastato, erano come fratelli. Le nostre famiglie si sono sempre frequentate e io stesso ho lavorato per il Palermo per un certo periodo. Non so come si possa sopravvivere a un lutto del genere».
Armando si era laureato in area management, frequentava un master nel Regno Unito e lavorava nelle aziende di famiglia tenendo i rapporti fra l’Italia con la Cina e la Gran Bretagna. Zamparini e la compagna, distrutti, sono partiti per Londra dove il console generale li tiene informati sugli sviluppi delle indagini. Si attende ora l’esito dell’autopsia e degli esami tossicologici per chiarire i contorni di una morte che al momento non ha una spiegazione.
Piero Grasso, l’ex procuratore della Repubblica, amico di Zamparini e frequentatore dei ritiri del club anche a Bad Kleinkircheim, la cittadina austriaca dove la squadra svolgeva il lavoro di preparazione estiva, è costernato. «I giocatori si allenavano sul campo principale e io in quello laterale tiravo quattro calci con i i figli e i nipoti di Maurizio. Quel che è successo è un evento contro natura: i genitori non possono veder morire un figlio».