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 2021  ottobre 02 Sabato calendario

All’Expo di Dubai il David censurato

 Inno di Mameli e carabinieri col pennacchio, luci tricolori sul tetto creato con gli scafi rovesciati di tre grandi barche a vela. Verde, bianco e rosso. Si inaugura il Padiglione Italia all’Expo di Dubai. Una bella opera di architettura che prova a coniugare tutto quello che ci sta dentro lo slogan scelto dal Commissario all’Expo Paolo Glisenti, “La bellezza unisce le persone”. Un attimo, ma il simbolo di questa bellezza, la copia del David di Michelangelo dov’è? Come mai non si vede tutto il corpo dell’eroe biblico, perché si vede solo la testa, gli occhi magnetici che ti fissano silenziosi? E il resto dov’è?
Gli architetti che hanno inventato questo rovesciamento delle tre barche sono Carlo Ratti, Italo Rota, Marco Gatto e F&M Ingegneria, raccontano l’idea e i dettagli della loro “creatura”. I 70 chilometri di cime da nave creati utilizzando 2 milioni di bottiglie di plastica. Un lungo sipario di “capelli” che scendono da tetto del padiglione e hanno già guadagnato al luogo italiano il nome di “Spaghetti House”, secondo i rivali gelosi degli altri padiglioni.
Ma Casa Italia da tutti veniva attesa soprattutto per una cosa: la replica a grandezza naturale della scultura del David. Un colosso di quasi 7 metri dal basamento alla punta dei capelli. Ricostruito a Firenze in resina con una stampante 3D e trasferito negli Emirati.
Il fotografo della Ap, i giornalisti della Reuters, del Khaleji Times di Dubai si aggirano come noi increduli. «Dov’è il resto della statua? Qui vediamo solo la testa». In effetti il David è come se fosse stato “decapitato”. La testa spunta da un buco nel pavimento al piano superiore del padiglione, all’interno di una sala circolare tappezzata di mosaici che richiamano l’arte bizantina di Galla Placidia.
Il corpo scende in basso, all’interno di questo buco ottagonale: dall’alto non ci si può sporgere per vedere cosa ci sta giù. Il resto del David non è visibile agli spettatori normali. Ma nel salone riservato al piano terra accedono solo autorità e funzionari vari. Quel che rimane dell’arte di Michelangelo è chiuso all’interno, come se fosse in una tromba d’ascensore, con dei vetri non grandi. Guardando in alto, scorrendo con lo sguardo le gambe, si intuisce soltanto quello che è il vero motivo di profonda attrazione per questa statua: la sua totale nudità. I glutei e il pube perfettamente nudi, come Michelangelo li aveva scolpiti nel 1504.
Un italiano che lavora a Dubai, ad alto livello, spiega che «quando la statua è stata scoperta e vista dagli emiratini l’imbarazzo è stato fortissimo. Il David nudo sul davanti e anche sul sedere avrebbe causato incredibile imbarazzo nel mondo arabo».
Il direttore artistico è Davide Rampello, un ex regista di TeleAltomilanese e Canale 5, da anni trasferitosi nel mondo dell’arte e delle installazioni. Ha una spiegazione per la “decapitazione” : «La statua è messa come testimonial di questo teatro, come attore ideale, anche perché il Genio di Michelangelo è ispirato dal concetto profondo di memoria e ha una doppia valenza: nella cultura cristiana la madre di Cristo viene dalla stirpe di David e nell’interpretazione laica Davide è il giovane che sconfigge l’arrogante e il potere bruto». Non si capisce nulla. Ma perché sprofonda sottoterra e non è visibile ai visitatori? «Perché questo è il concetto che abbiamo voluto dare». La verità è un’altra: «Avevamo pensato perfino di mettergli le mutande, di cambiare statua, ma ormai era tardi: abbiamo capito tardi che era stato un errore portare una statua di un uomo nudo negli Emirati», dice un italiano che ha lavorato al progetto. Troppo tardi, è andata così, nel padiglione c’è un David dimezzato ma sarà una Expo meravigliosa: anche questo è l’estro italiano.