ItaliaOggi, 1 ottobre 2021
Oggi anche produrre il pane è troppo costoso. La farina di grano duro è aumentata del 100%
C’è la Sardegna in un pezzo di civraxu. Il pane tipico di Sanluri, nel Medio Campidano, rappresentava la principale fonte di sussistenza dei contadini della zona. Cibo povero. Che oggi, secondo Confcommercio, «costa troppo».
Ad Alghero, pochi giorni fa, si è tenuta una tavola rotonda dal titolo «Pan Mediterraneo: economia, sostenibilità e cultura». L’evento è stato organizzato dall’Associazione editori sardi per riscoprire il valore paradigmatico del pane, simbolo di identità, coesione sociale e opportunità per il territorio.
In Sardegna il pane ha qualcosa di sacro. Mentre il prezzo della produzione, hanno denunciato i commercianti, ha qualcosa di sbagliato.
«Il settore della panificazioneè in crisi, con totale indifferenza da parte della politica regionale, incapace di capire che stiamo parlando di un settore strategico del sistema produttivo della Sardegna», ha incalzato il presidente dei panificatori di Confcommercio, Gian Pietro Secchi.
Il responsabile dell’associazione di categoria ha sollecitato la giunta del governatore di centrodestra dell’isola, Christian Solinas, a intervenite per abbattere i costi di produzione del pane. Che secondo Secchi sono cresciuti alle stelle.
«Nel 2016 siamo partiti bene con l’istituzione della legge 4, che riconosceva il ruolo della panificazione e del pane fresco, ma la norma ha molti punti in sospeso», ha spiegato il dirigente di Confcommercio. «Stiamo attraversando un momento difficile sul fronte dei prezzi delle materie prime, che in due mesi hanno preso il volo».
Dati alla mano, «la farina di grano duro ha avuto un incremento di prezzo del 100%, passando da 0,55 euro al chilo a un euro. Viceversa, la farina di grano tenero, da 0,40 euro al chilo, è arrivata a 0,70 euro, ma anche quella non tarderà ad arrivare a un euro».
«Il mercato è in mano a grandi attori che condizionano il prezzo, ma c’è anche l’aumento del costo dei combustibili che alimentano gli impianti di produzione e che incidono per il 10% del dei costi totali», ha detto ancora Secchi a SardiniaPost.
«Non avendo il gas, l’incidenza dell’incremento dei costi è del 3%. Chiediamo che la Regione intervenga con un provvedimento che ci consenta di ridurre il costo dell’acqua, oppure studiare un indennizzo per coloro che usano energia elettrica e gasolio.
Inoltre chiediamo un intervento urgente sulla formazione professionale: trovare personale qualificato diventa sempre più difficile».
L’aumento del prezzo del pane non riguarda solo la Sardegna. E soprattutto, dopo i panificatori, si ripercuoterà sui consumatori, con stime che parlano di un incremento di un euro al chilo. «Si preannuncia un autunno all’insegna di forti aumenti per farine, burro, olio e lieviti», ha sottolineato il presidente di Assopanificatori di Fiesa Confesercenti, Davide Trombini.
«Tutte le materie prime sono in tensione e i fornitori annunciano forti rincari all’origine». In Sardegna e nel resto d’Italia, insieme al pane, lievitano i prezzi.