il Giornale, 30 settembre 2021
Anche leggere può essere una malattia
Oh, lettori, lettori finti o lettori veri che voi siate, lettori deboli o lettori forti, è uscito un libro bellissimo che parla di voi, cioè di noi malati di lettura. A scriverlo è Guido Vitiello, già autore dello scintillante saggio hitchcockiano Una visita al Bates Motel, edito da Adelphi. Ora torna in libreria con Il lettore sul lettino (Einaudi), che tratta i bibliomani come veri e propri malati, come deve essere.
D’altra parte lo stesso Vitiello, oltre che malato di libri, è anche un dottore dei lettori: su Internazionale tiene la rubrica «Il bibliopatologo risponde», dove indaga ogni tipo di «perversione culturale». Il volume è denso di aneddoti storici, sociologici, psicologici, e perfino un’autoanalisi: Vitiello analizza anche sé stesso. Ci sono «i lettori nevrotici che se lasciano un libro a metà sono divorati dai sensi di colpa», gli ossessivi compulsivi che accumulano libri senza sosta, o quelli che non buttano mai i libri, Vitiello lo ha fatto una sola volta («ho buttato nella spazzatura il libro di un vip televisivo di cui non m’importava nulla») e ancora si sente in colpa (io invece credo, al contrario, che buttare certi libri sia un atto di rispetto verso altri libri, e non verso «i libri», però ho una portinaia che quando mi vede andare verso il cassonetto mi fa «ma che fai, li butti? Li prendo io», mica perché li legge, ma perché è peccato buttarli e poi è sempre merce che costa, secondo lei). Favolose citazioni a bizzeffe, dal condannato a morte che sul patibolo mette il segnalibro alla pagina del romanzo che stava leggendo, a Octave Uzanne, che nel 1896 annota «la donna, spesso gelosa del libro, è una Bibliofobica per istinto». Secondo Pierre Bordieu «il nostro gusto è indissociabile con il disgusto per il cattivo gusto altrui», verissimo, e da lì Vitiello ci dà anche una ripassata sul Midcult e il Masscult, passando da Adorno e Horkheimer, con vivisezione della odierna «nidiata di piccolo borghesi ambiziosi e incerti del proprio status» e scelta di copertine pretenziose, e «la morale è che è sempre più difficile giudicare un libro dalla copertina». Insomma, un imperdibile trattato sulla patologia della lettura, coltissimo, arbasinissimo, che tratta anche sottolineature e orecchiette, e sul libro di Vitiello ne metterete molte.