ItaliaOggi, 30 settembre 2021
La Rai maltratta gli ultrasettantenni
C’è una sorta di condanna escatologica decisa dai vertici della Rai nei confronti del suo pubblico di utenti, in maggioranza anziani che trascorrono gran parte del loro tempo in casa, soprattutto i pomeriggi. La condanna consiste nel mettere in onda programmi ripetitivi nei quali non si accende mai il lampo dell’interesse, sia pure momentaneo, ma nei quali si gioca tutto sull’abitudine, sul consolidato tran-tran. L’informazione è assente, soprattutto quando viene invocata come elemento cruciale e sostanziale della trasmissione.
Prendiamo il caso del pomeriggio televisivo di Rai 1. Si tratta di una rassegna quotidiana di casi classificabili come «giallo-rosa», fra i quali spicca (e da anni martellante come un picchio) il caso di Denise Pipitone, scomparsa da Marsala a settembre del 2004, quando non aveva compiuto 4 anni. Ogni giorno i presentatori e gli animatori del programma ripetono le stesse cose, mettono il dito sulle medesime incongruenze, cercano discordanze e mancate plausibilità. Come un’ossessione, la povera Denise torna tutti i giorni sugli schermi televisivi ad angosciare un pubblico ultrasettantenne, senza dargli alcun reale stimolo di interesse. Non parliamo poi dei cosiddetti «volti della Rai». Tra essi domina Carlo Conti, alla testa di una cordata di amici tipo Panariello e Pieraccioni, di norma sempre presenti nei suoi programmi. Si ridono addosso l’un l’altro pensando così di far ridere un pubblico ormai stanco di loro e delle loro gag.
Fra le donne spicca Mara Venier, anch’essa proiettata all’esposizione delle proprie amicizie, ex-marito (Jerry Calà) compreso, con condimento non raro di qualche lacrimuccia di commozione comprensibile solo a chi è nel giro. Se c’è qualcosa che il nuovo a.d. non può rinviare è lo svecchiamento e la neutralizzazione delle cordate.
C’è anche da dire che questa Rai è lo strumento di cui giova qualche criminale per far sentire le proprie ragioni o depistare opinione pubblica e inquirenti. Penso alle sorelle Silvia e Paola che, con il loro ragazzo Mirto, avrebbero ucciso la loro madre Laura: il loro pianto in diretta è l’inaccettabile esempio di una tv facilmente strumentalizzabile.