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 2021  settembre 28 Martedì calendario

Intervista alla vicequestore No Green Pass

Non ci dorme la notte. «Il Green Pass viola gli articoli della prima parte della Costituzione. E se una legge è illegittima ho il dovere di dirlo proprio perché sono una rappresentante dello Stato. Sono una poliziotta. Non ho commesso alcun reato», è ferma sulle sue posizioni Nunzia Alessandra Schilirò, la vicequestore di Roma finita al centro delle polemiche dopo le sue dichiarazioni dal palco di San Giovanni. Il dipartimento ha aperto nei suoi confronti un’azione disciplinare. Ieri è tornata a lavoro, alla Criminalpol. «Alcuni colleghi non mi salutano più, mi vedono come un mostro. Per altri sono un’eroina.
Non mi sento né l’uno, né l’altra», spiega dalla scrivania del suo ufficio.
Lo sa che rischia il posto per le sue dichiarazioni?
«Assolutamente sì. Temo che possa finire così. Ma ci tengo a chiarire che su quel palco ero una libera cittadina. Non indossavo la divisa, stavo esercitando il mio diritto di espressione. Sono conosciuta come poliziotta perché la stessa amministrazione mi ha mandata per anni in televisione a rappresentarla.
Adesso mi indicano come una terrorista. È assurdo, io sono una pacifista».
Ma è anche una poliziotta. Non pensa che come donna di Stato dovrebbe aiutare le posizioni del governo e non remare contro?
«Ho lasciato l’avvocatura per fare la poliziotta, è stata una mia scelta.
Ripeto, il Green Pass è uno strumento di discriminazione. Non ho commesso alcun illecito, impugnerò qualsiasi provvedimento nei miei confronti e non mi fermerò. Non potevo dire quello che penso? Lo vedremo».
Il Green Pass rientra nella strategia di lotta al Covid del governo. Non ha pensato che con le sue dichiarazioni si sarebbe messa nei guai?
«Sì, lo sapevo che sarebbe finita così ma c’è la Costituzione a tutelarmi. Lo Stato si sta sbagliando e non ho commesso un errore a dirlo in piazza».
Ha parlato di Stato "dispotico e corrotto". Gli oltre 100 mila morti di Covid sono frutto di un complotto, secondo lei?
«Ma no, assolutamente. Ma non c’entrano niente col Pass».
Lei è pro o contro il vaccino?
«Sono per la libertà di scelta. Non andrò da nessuno a dire di non vaccinarsi. Non scherziamo».
Si è vaccinata?
«Non intendo rispondere per motivi di privacy. Diciamo che potrei ottenere il Green Pass con facilità. Ma non voglio una tessera che certifica il mio stato di salute se devo andare al cinema o a cena in un ristorante».
Dal 15 ottobre il Green Pass sarà obbligatorio. Si rischia la sospensione dal posto di lavoro.
Cosa farà?
«Non lo so, valuterò diverse strade».
Anche quella di lasciare la polizia?
«Sto ponderando cosa fare. Sono molto sofferente e delusa dal trattamento che mi ha riservato l’amministrazione».
Ha ricevuto proposte dal mondo della politica?
«Sì. Ma al momento sono una poliziotta, non ho intenzione di fare politica».
Lei indossa la mascherina. Non viola la sua libertà?
«La utilizzo nei negozi per tutelare gli esercenti che altrimenti rischiano la chiusura».
Alcuni funzionari, suoi colleghi, chiedono le sue dimissioni per avere istigato alla violenza la folla.
«Non ho foraggiato alcun atteggiamento di violenza e se le mie parole sono state travisate, di questo posso solo dispiacermi. Incolparmi degli scontri è pura fantascienza».