ItaliaOggi, 28 settembre 2021
Periscopio
«Ho fame!» recita a Marsiglia il cartello tenuto in mano da un giovanotto che ha un taglio di capelli all’ultima moda e indossa un paio di occhiali da sole troppo costosi perché i passanti possano prendere sul serio la sua richiesta di aiuto. Nicola Lecca, scrittore (Studi Cattolici).
Maradona parlava e palleggiava da una spalla all’altra. Destra, sinistra. Sinistra, destra. Palleggiava e faceva discorsi di un’umiltà esagerata. Nino D’Angelo, cantautore (Candida Morvillo), Corriere della Sera.
Poi dopo Torino ho aperto un Eataly a Tokyo. E ho fallito. Bagno di sangue. I giapponesi mangiano italiano una volta al mese e ordinano uno spaghetto in due. Oscar Farinetti, patron di Eataly (Aldi Cazzullo). Corsera.
Per i no-vax la sperimentazione dei vaccini è stata fatta in modo frettoloso, non ci sono garanzie sufficienti sulla loro sicurezza. Al contrario, l’industria farmaceutica ha fatto uno sforzo enorme per accelerare i tempi, ma i protocolli sono stati rispettati. E comunque cinque miliardi di persone sono già state immunizzate, con effetti collaterali trascurabili. Marino Longoni. ItaliaOggi.
In bilico nei confronti di Draghi, nonostante le pubbliche dichiarazioni, restano Enrico Letta (draghiano per cultura politica, ma alleato a un pezzo di partito capeggiato da Goffredo Bettini, che considera l’attuale premier una parentesi) e, soprattutto, Giuseppe Conte, inconsolato ex inquilino di Palazzo Chigi. Raffaele Marmo. QN.
Francesco Greco, procuratore di Milano, Figlio di ammiraglio, casa e barca a vela, sua grande passione, a La Maddalena in Sardegna, dove spesso ospitava i colleghi, tanto che in certi giorni la Piazza Rossa (meravigliosa coincidenza!) dell’isola sembrava un corridoio del Palazzo di Giustizia. Oggi veste in grigio scuro ma durante Mani Pulite la sua uniforme era un blazer blu, pantaloni chino beige e camicia celeste: in altre parole, uno yacht-man a Palazzo. Luigi Bisignani, il Tempo.
C’è con un governissimo appoggiato da tutti i partiti, eccezion fatta per Fratelli d’Italia, un unicum nella storia. Difficile farsi la guerra sul territorio quando al governo si sta tutti assieme, i messaggi sono meno comprensibili, risultano più ambigui. Mai avuta una situazione del genere in Italia. Edoardo Novelli, sociologo dell’Università Roma Tre, (Alessandra Ricciardi). ItaliaOggi.
Da un sondaggio Ifop in Francia si apprende che il 51% degli intervistati dichiara di non credere in Dio (contro il 44% nel 2011 e il 36% nel 1947). Il 79% è rimasto indifferente all’incendio di Notre-Dame nel 2019. Quanto alla pandemia, non ha riavvicinato la gente alla Chiesa, semmai il contrario. Giovanni Serafini. QN.
Nel 1946 i padri costituenti decisero che l’Italia dovesse avere governi deboli. Il presidente del Consiglio deve concordare i ministri col capo dello Stato e non può sostituire liberamente né un ministro e nemmeno un sottosegretario. L’assenza di un sistema maggioritario rende indispensabili le coalizioni e il premier ne è stato sempre ostaggio, fino a quando queste decidono di sopprimerlo. Gabriele Canè. QN.
E comunque Fratelli d’Italia non ci starebbe a fondersi in un partito unico del centroderstra : non dobbiamo dimenticare che, come racconta Giorgia Meloni nel suo libro, il partito Fratelli d`Italia è nato precisamente dall’insoddisfazione per l’esperienza del Pdl. Il progetto di una Federazione di tutto il centro-destra è realistico e utile, quello di un partito unico a me pare irrealistico, e un tantino autolesionistico. Luca Ricolfi, sociologo (Gabriele Barberis), il Giornale.
La cultura del riconoscimento delle minoranze, in origine, era sacrosanta. Ma guardiamo cos’è diventata: la sede di rivendicazioni assurde, contrarie alla logica, alla storia, alla natura. Peggio. È diventato il manganello da picchiare sulla bocca a chi propone un punto di vista diverso, dissonante e dissacrante. Alessandro Gnocchi. Il Giornale.
Degli anni Sessanta non rimane granché, salvo qualche canzonetta invecchiata, che oggi si fischietta con imbarazzo, ma che non di meno si fischietta. Questo perché non erano «solo canzonette», come disse una volta Enzo Jannacci, e come poi cantò Edoardo Bennato in un suo hit. Quando restavano nelle orecchie (vuoi per una melodia tirabaci, vuoi per un verso azzeccato, metti «ah, look at all the lonely people» o «I can’t get no satisfaction») le canzonette erano un «modello di comportamento», come diceva Adorno delle opere d’arte riuscite. Diego Gabutti, ItaliaOggi.
Il partito tedesco è orfano in Italia del declino della SPD, e di una Angela Merkel che preferisce scelte amministrative alle strategie politiche e quindi influenza ampiamente l’Italia ma attraverso Bruxelles piuttosto che Berlino. La nostra principale fortuna è, in questo quadro, che il forte partito «americano» presente nel nostro sistema politico abbia trovato alla fine un esponente di qualità come Draghi, un protagonista invece che un vassallo, capace di saldare a un nuovo rapporto con Washington, una qualche prospettiva per un (pur complesso) rilancio dell’Unione europea. Lodovico Festa. (Studi Cattolici).
A sinistra si pagano le tasse, a destra si evadono. A sinistra si viene corrotti, a destra si corrompe. A sinistra ci s’impoverisce, a destra ci si arricchisce. A sinistra si piange (ah, quei ricchi!), a destra si ride. E così di questo passo, in una contrapposizione incessante che trova il proprio fondamento nella pretesa superiorità etica della sinistra. Più ancora che di diritti violati, la destra sarebbe responsabile di peccati. In fondo, la sinistra fa concorrenza con la stessa Chiesa in nome sia dei reati sia dei peccati, che sarebbero gli uni e gli altri da porre in carico alla destra. Marco Bertoncini. ItaliaOggi.
A una convention di gelati che, a guardare la paga, avrei rifiutato, c’era Pippo Baudo, mi vide e mi fece chiamare dal suo agente. Io mi dicevo: non può capitare a me, dov’è la fregatura? Nel dubbio, mi feci accompagnare da mamma. Lorella Cuccarini, show girl (Candida Morvillo), Corriere della Sera.
I soldati italiani del fronte russo si erano appena infilati nel bosco (o, a dire meglio, nello scomposto intrico di salici, canne e rovi) che, dal ponte, un secondo razzo sgattaiolò verso l’alto sospinto da una lunga coda a spirale di scintille: giunto al vertice della traiettoria, sviluppò la sua luce bianchissima e oscillante che si mantenne per qualche secondo, mentre l’ordigno pencolava nell’aria. Eugenio Corti: “Il cavallo rosso” 35ma edizione. Ares.
L’amico ti sta vicino anche nella disgrazia. Purchè non duri troppo a lungo. Roberto Gervaso, scrittore.