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 2021  settembre 24 Venerdì calendario

Ci vorrebbe una Tina Anselmi

Sono tra le persone che avrebbero gradito moltissimo vedere Tina Anselmi entrare al Quirinale, ma questo non è mai avvenuto, perché? Perché viviamo in un Paese sessista e maschilista oppure perché Tina Anselmi ha ampiamente dimostrato con i fatti che non era in vendita e quindi che non avrebbero potuto comprarla? Ricordo ai lettori della sua rubrica che fu ministro della Sanità, che guidò con mano ferma la Commissione parlamentare che indagò sulla P2, e fu vittima di un attentato (in realtà subì una grave intimidazione: fu trovato del tritolo nel giardino della sorella, ndr). In quanto donna o in quanto essere umano serio, onesto, per bene, che adempì ai suoi obblighi istituzionali con disciplina e onore? Secondo la logica della donna al Quirinale, fatte salve le prescrizione di legge, non ci sarebbe alcuna differenza tra Laura Boldrini e Daniela Garnero Santanché. Secondo lei sarebbe la stessa cosa? Politicamente parlando. Eppure secondo la logica del “vogliamo una donna” in quanto tale per dire che abbiamo la prima donna al Quirinale, non ci sarebbe alcuna differenza. È proprio così? Per quanto concerne la prima donna a Palazzo Chigi si tratta di attendere le prossime elezioni politiche a fine marzo 2023 quando vincerà il centrodestra (così dicono tutti i sondaggi), il partito di maggioranza relativa sarà Fratelli d’Italia e secondo gli accordi tra i tre soci di centrodestra diventerà premier il leader del partito che prenderà più voti. In tal caso a fine marzo 2023 entrerà a Palazzo Chigi Giorgia Meloni con gaudio e giubilo di tutte le femministe che finalmente vedranno una donna premier, tanto secondo la logica “vogliamo una donna” chiunque essa sia sarà un risultato da festeggiare per tutto il mondo femminile.
Matteo Bettini

Sono mesi che sommessamente brontolo su questo giornale per la frase “ci vuole una donna”, e mi irritai con l’amabile Enrico Letta quando diventando segretario del Pd esclamò “ci vogliono due donne!”. È chiaro che gli uomini, anche i più femministi, compreso lei, le donne non le ascoltano ma pazienza. Questo punto di vista maschile nasce dal fatto che per loro le donne sono una specie estranea e che quindi tocca a loro promuoverle in quanto donne, non proprio purchessia ma quasi. Poi capitano dei geni come la Merkel o da noi la tanto vituperata (soprattutto perché donna, come si permette!) Lamorgese e si fa fatica ad accettarne l’eccellenza, e a non giudicarle non tanto come cancelliere o ministro, ma comunque come donne, coi loro doveri di donna. Quanto al Quirinale sono d’accordo con lei: anche a me è venuta in mente solo la grandiosa Tina Anselmi, ma i maschi del suo tempo non avevano la testa per considerarla adatta a quella presidenza così rappresentativa. Non sono d’accordo invece quando dice che fu esclusa in quanto incomprabile, perché anche Mattarella vistosamente non lo è. Quanto al “ci vuole una donna” per il prossimo settennato, c’è chi parla di Dacia Maraini e chi di Emma Bonino, e per quanto si tratti di due signore molto stimabili, di talento e preparate, non so perché, irragionevolmente, non riesco a immaginarle su quel seggio: comunque i brusii a livello politico e quindi decisionale mi pare siano tutti al maschile, sia a destra che a sinistra e i pretendenti nell’ombra tramano ormai da qualche anno: e di questi non me ne piace nessuno. L’Italia è piena di persone, donna o uomo, che sarebbero perfette a rappresentarci, e come tutti anche io ho i miei candidati, ma il giro è un altro. Certo c’è Mario Draghi da giubilare e come presidente della Repubblica sarebbe il massimo. Ma sarebbe meglio che restasse dove è visto che da quando, muto e cortese, fa quel che vuole, il mondo è tornato ad accorgersi che esiste l’Italia. Quanto a Giorgia Meloni è vero, potrebbe essere il primo premier donna italiano a capo di un partito che deriva da una dittatura quasi talebana, che aveva escluso le donne dalle università e da tutte le professioni, figuriamoci dalla politica. Però, mi scusi, nessun uomo del suo partito ha detto: ci vuole una donna, se lo è detta lei, e questa è la sua forza. Quanto alle femministe non esageri, per quanto ce ne siano di pasticcione, si metterebbero tutte a lutto: non le altre donne, perché ad amare la Meloni non sono certo solo i maschi cattivi.Natalia Aspesi