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 2021  settembre 27 Lunedì calendario

Matilda De Angelis recita con gli occhi

Matilda De Angelis in Il materiale emotivo è fatta solo di gesti e di sguardi. Un ruolo senza parole in un film che di parole si nutre, che Sergio Castellitto ha tratto da Un drago a forma di nuvola di Ettore Scola, sceneggiatura di Margaret Mazzantini. Ha aperto il Bif&st a Bari, esce il 7 ottobre con 01.
L’attrice, 26 anni, è una ragazza che ha perso l’uso delle gambe in un incidente e si rifiuta di parlare. Vive sopra la libreria parigina del padre e assiste al sentimento nascente tra l’uomo e un’attrice, Bérénice Bejo.
È entrata nella famiglia artistica Castellitto-Mazzantini.
«Abbiamo girato nel 2019, ero ancora inesperta e quello è stato forse l’anno più formativo vissuto finora. Venivo da Undoing, ho vissuto Sergio come un maestro.
Margaret è sempre al suo fianco, hanno una sintonia incredibile. I loro figli vengono spesso a trovarli, con Pietro siamo diventati amici: è una persona speciale, libera».
Il suo personaggio silenzioso?
«Mi piace il contrasto con l’estrema verbosità del film, tutti parlano tanto, sono chiassosi. Il mio parla con gli occhi, ed è eloquente. Mi sono liberata del peso delle parole».
Nei sogni della protagonista le altre pattinano, lei resta ferma. Le è capitato?
«C’è stato un un momento in cui era più difficile esprimermi. Costruiamo gabbie emotive che diventano fisiche. Mi sono sentita ferma, ho trovato altre forme espressive, la musica e poi la recitazione: mi ci nascondo, diventano edulcoranti».
Il film celebra la parola scritta.
«Durante il lockdown non ho visto un film, ho solo letto. E ascoltato musica. Tra i libri del film il preferito è Le notti bianche, è legato a un bel momento della mia vita. Conoscevo
Un drago a forma di nuvola di Scola e Ivo Milazzo, mio padre fumettista mi ha nutrito di graphic novel».
Gira a Torino con Matteo Rovere la serie Netflix su Lidia Poët, prima avvocatessa in Italia.
«È stato bello tornare a lavorare con Matteo, ci siamo conosciuti, con
Veloce come il vento, in un periodo in cui non eravamo famosi, nella nostra forma più pura e vera. Il set ottocentesco è faticoso e stimolante. Cerchiamo un personaggio femminile fuori dagli stereotipi, fallace e ironico».
Tra Sanremo, Domenica in e Propaganda live è stata al centro dei social. Anche troppo?
«Da mesi non sto più entrando sui social. Non mi interessano. Sono arrivata al livello di saturazione, mi annoiano, mi innervosiscono. Ma non mi condizionano nelle scelte».
Cosa la fa ridere?
«Vado pazza per i meme, non mi stancherei mai di guardarli».
Per il compleanno, lo scorso 11 settembre, ha postato una sua foto piccolina con il naso da clown.
«Una foto che aveva mia madre, avevo tre anni e sono rimasta la stessa, "giullare per sempre"».
Come ha festeggiato?
«Avevo fatto la seconda dose il giorno prima, sono stata in famiglia, qualche amico, il mio cane».
Il regalo più bello ricevuto?
«La busta con 50 foulard che mia madre ha preso al mercato, "cose che tutte le donne dovrebbero avere". Utili e inutili al tempo stesso.
Rido perché ho lo stesso modo semplice di guardare alla vita. Mi piace fare sogni piccoli, proprio perché tutto intorno a me è troppo grande, ho imparato a stare attenta a ciò che desidero».