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 2021  settembre 26 Domenica calendario

La crisi della benzina costringe Londra a dare visti ai camionisti Ue

Cronaca di una crisi annunciata: l’emergenza benzina ieri si è estesa dall’Inghilterra al Galles, con lunghe code di automobilisti a quasi tutte le stazioni di servizio aperte. Il Governo, che era stato avvertito settimane fa del problema, ha reagito all’aggravarsi della situazione con l’ennesima brusca inversione di marcia.
Al termine di una tesa riunione di emergenza dell’Esecutivo il premier Boris Johnson ha autorizzato il cambiamento di strategia e dato il via libera alla concessione di visti temporanei per permettere a 5mila camionisti stranieri di lavorare in Gran Bretagna e risolvere anche se solo momentaneamente il problema. Le raffinerie hanno carburante a sufficienza, mancano però gli autotrasportatori che portino diesel e benzina alle stazioni di servizio.
La Road Haulage Association e altre associazioni di settore avevano chiesto molto tempo fa di poter reclutare lavoratori dall’Unione Europea per far fronte alla carenza di 100mila camionisti, problema già esistente ma esacerbato dalla pandemia e da Brexit.
Il Governo aveva rifiutato la richiesta, ordinando invece alle società del settore di reclutare e addestrare camionisti britannici. Basta affidarsi a personale straniero, altrimenti non sarebbe Brexit: questo il chiaro messaggio di Johnson. La libertà di circolazione è finita con l’uscita dalla Ue.
L’ideologia si è schiantata ancora una volta contro la dura realtà dei fatti. Gli inglesi hanno ignorato gli appelli del Governo a non farsi prendere dal panico e non hanno creduto alle assicurazioni dei ministri che la situazione sarà risolta in breve tempo. Viste le code «senza precedenti», centinaia di benzinai hanno vietato agli automobilist di fare il pieno, imponendo un tetto di 15 o 30 sterline ai rifornimenti.
Posto di fronte all’innegabile evidenza del problema, Johnson ha fatto retromarcia. Il premier ha dovuto convincere falchi anti-Ue come il ministro dell’Interno Priti Patel che l’unica soluzione a breve era far tornare i camionisti europei. I dettagli del nuovo sistema saranno annunciati oggi, ma Downing Street ha precisato che si tratta di una misura temporanea e che gli ingressi saranno rigidamente limitati sia nei numeri che nel tempo.
Per mitigare l’imbarazzo del repentino cambiamento di strategia, il Governo insisterà anche su un’altra serie di misure che aveva già annunciato ma che finora non hanno dato il risultato sperato, come più esami di abilitazione, percorso accelerato per la patente di camionista e più ore consentite alla guida.
Non ci sono soluzioni immediate, secondo Logistics UK, perché ci vogliono circa nove mesi di addestramento per un camionista. Un altro e più fondamentale problema è che non ci sono abbastanza cittadini britannici disposti a fare l’autista di Tir.
Il Governo lo sa, perché c’è stato un precedente. Gli agricoltori britannici avevano avvertito che senza lavoratori europei i loro asparagi, le loro fragole e altre coltivazioni pregiate sarebbero letteralmente marcite nei campi perché non c’era nessuno a raccoglierle.
Le autorità hanno lanciato la campagna “Pick for Britain” per convincere cittadini britannici doc ad andare nei campi a “raccogliere per la patria”. Hanno risposto all’appello in meno di 8mila, un decimo delle truppe necessarie. La campagna è stata tacitamente sospesa, e il Governo è stato costretto a autorizzare la concessione di 30mila visti stagionali – il triplo dell’anno precedente – per importare manodopera dalla Ue.
Lo scorso anno, in piena pandemia, sono atterrati all’aeroporto di Stansted decine di voli charter in arrivo da Bucarest, carichi di raccoglitori rumeni, trasportati direttamente sui campi, ospitati in loco e riportati al volo di ritorno per la Romania appena completata l’opera.
Circostanze eccezionali richiedono interventi eccezionali, direbbe Johnson. Sembra però abituale per questo Governo la scelta di ignorare i problemi, equivocare e tergiversare per poi trovare soluzioni temporanee in corsa. Proroghe del protocollo irlandese, ulteriore rinvio dei controlli sulle merci in arrivo dalla Ue, visti temporanei o stagionali per i lavoratori: la lista è lunga. E dire che lo slogan di Brexit era “take back control”.