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 2021  settembre 26 Domenica calendario

Che fine ha fatto Tony Binarelli

Quando esce dalla sua bella casa romana per fare una passeggiata orgogliosamente a braccetto della moglie Marina la gente lo saluta con l’affetto di sempre: «Aò, Binarè, che fai, come stai?».
Lui, Tony Binarelli, uno dei più noti maghi della storia delle televisione, risponde sorridendo: «Cosa faccio oltre ad aver appena compiuto 81 anni? Insegno il mestiere. Organizzo corsi per insegnare ai più giovani tutti i trucchi, ed è il caso di dirlo, di questa professione».
Ovvio che la nobile arte della prestidigitazione, spiega, tira ancora. Non forse come un tempo, «perché oggi la tv è cambiata, si preferisce parlare, fare i salotti, il varietà è quasi scomparso insieme alle soubrette, il comico, l’equilibrista». Il prestigiatore, però, funziona sempre: «Ci sono presentatori come Amadeus che ancora danno spazio, nei loro programmi». Magari un Binarelli al prossimo Sanremo? «Perché no? Io sono pronto». Allora, come pronunciando una formula magica, il tempo prende a scorrere all’indietro. A quando un ragazzino di 13 anni è in villeggiatura a Follonica con la famiglia e si busca una brutta bronchite che lo tiene lontano dai bagni e dagli amici. Per rendergli la rinuncia meno dolorosa, la mamma lo porta per botteghe e gli compra tutto quello che vuole. Finché un giorno accade qualcosa di strano, che sembra davvero una magia.
Beninteso: Binarelli è un illusionista serio e sa benissimo che gli incantesimi sono solo una questione di abilità, senza interventi sovrannaturali. Però in questa circostanza c’è almeno «un segno del destino». Perché su uno scaffale vede un libro illuminato da un raggio di sole, si arrampica per prenderlo, si ribalta tutto e lui cade per terra. Non si fa nulla e il libro gli rimane in mano. «Si chiamava L’emulo di bosco, confidenze di un prestigiatore. L’autore era Romanoff, noto all’epoca. Io ho cominciato a sfogliarlo e la passione non è mai passata».
Passa qualche anno e intorno alla trentina Binarelli lavora per una compagnia automobilistica. Ha già conosciuto Marina, conquistando pure lei con un gioco di prestigio. Racconta: «Ero insoddisfatto. Volevo fare dell’altro. La magia era solo una passione, decisi di provare a trasformarla nella mia professione. Mi confidai a Marina che disse: ok, ma a una condizione». La condizione era di prendere i soldi della liquidazione e dividerli in 12 buste, per tirare avanti di mese in mese per un anno: «Marina disse che se fossimo arrivati alla busta numero 12 senza novità, avremmo cercato un altro lavoro». Invece alla settima la svolta arriva: è il primo contratto per la televisione.
Tony porta i suoi spettacoli nelle trasmissioni di Corrado, di Pippo Baudo, di Mike Bongiorno. Nei Novanta è una presenza fissa a Buona Domenica. Vince un Telegatto. Poi arriva il cinema. Incanta anche Fellini, che diventa un suo fan. Nel film …continuavano a chiamarlo Trinità è la controfigura di Terence Hill: «Il film aveva un budget così basso che avevamo una sola maglietta, Terence e io, che ci scambiavamo. Ma lui sembrò davvero un mago delle carte e il pubblico si appassionò». Fermo restando che la più grande appassionata rimane Marina, che spunta con voce squillante: «Eccomi, 52 anni di matrimonio e 9 di fidanzamento». Si vede quanto è orgogliosa.
Oggi Binarelli si è preso l’impegno di forgiare una nuova generazione di prestigiatori. «Consapevole – ammette - che oggi è tutto diverso. All’epoca avevamo anche un quarto d’ora di tempo in tv, oggi devi saperti giocare tutto in due, tre minuti al massimo. Persino un grande affabulatore come Walter Chiari oggi non riuscirebbe a sfondare sul piccolo schermo, con questi tempi».
Cilindri e conigli. «Mi hanno sempre fatto tristezza. Però un animale l’ho usato nei miei spettacoli. In sei mesi di allenamento ho insegnato a una tartaruga a indovinare le carte segrete scelte dal pubblico». Un trucco? «Secondo voi?».