Specchio, 26 settembre 2021
In Francia manca la carta per stampare
Il mese di settembre è una scadenza importante per i libri in Francia: la "rentrée littéraire", l’arrivo sul mercato dei romanzi più promettenti, come avviene anche all’inizio di gennaio. E nel 2021, come in gran parte d’Europa, il settore sta riprendendo alla grande, dopo la frenata imposta l’anno scorso dai peggiori mesi della pandemia. Nel primo semestre di quest’anno, +43,3% delle vendite in Francia (e +36,8% in Italia e +38,3% in Spagna). Ora a Parigi e nel resto del Paese il flusso di acquirenti nelle librerie fisiche e online è intenso. E gli editori hanno una sola paura. Che manchi la carta.
Il segnale d’allarme arriva dalle stamperie, confrontate a tempi sempre più lunghi per le forniture della materia prima, che proviene perlopiù dalle cartiere in Germania, Spagna e Italia. Che, a loro volta, si approvvigionano di pasta di cellulosa da trasformare nella Penisola Scandinava, in Canada e nell’America del Sud. «Nel 2020, a causa del Covid, la produzione di carta è rallentata molto – ha sottolineato a Le Monde Hélène Vautier, che opera nel comparto delle stamperie - E, nel momento in cui il mercato ha cominciato a recuperare, agli inizi del 2021, la domanda è esplosa». Ci sono cartiere che non accettano ordini prima del 2022. Quando, a fine agosto, l’editore Globe ha chiesto a Vaultier la ristampa di 5mila copie supplementari di "Shuggie Bain", il primo romanzo di un autore scozzese, Douglas Stuart, lei ha avuto grosse difficoltà. Ha dovuto ricorrere a un tipo di carta diverso rispetto alla prima edizione. Il prossimo 3 novembre sarà assegnato il Premio Goncourt, il principale in Francia, che in genere determina la pubblicazione immediata di almeno 100mila copie in più del romanzo vincitore. Ma, appunto, ci sarà la carta necessaria? Una situazione assurda, ora che i francesi ritornano a leggere. Per la carta, esiste anche un altro problema. «Nel nostro Paese – ricorda Pascal Leonoir, che dirige la produzione di Madrigall, uno dei gruppi editoriali più importanti (comprende, tra gli altri, Gallimard e Flammarion) – in quindici anni il consumo di carta si è dimezzato, soprattutto per la transizione digitale della stampa. Poi c’è stato il Covid, che ha fatto calare ulteriormente la domanda, facendo esplodere invece i bisogni della carta da imballaggio. E le cartiere si sono spostate vero i prodotti che funzionavano meglio». Dinamiche difficili da modificare, ora che il libro ha di nuovo il vento in poppa.