la Repubblica, 25 settembre 2021
Elkann e Musk a confronto
John Elkann a Torino, Elon Musk collegato in diretta dal Texas. Entrambi, dopo la pandemia, ottimisti sul futuro. «È stato straordinario vedere quante risorse sono emerse per affrontare i rischi, trovare le soluzioni e andare avanti. Questo mi dà tanto ottimismo così come me lo danno i giovani. Vedere quanto sono bravi, quanta ambizione hanno mi dà tanta fiducia», dice il presidente di Exor, che è anche principale azionista di Stellantis, quarto produttore automobilistico al mondo. Il fondatore di Tesla, che ha trasformato l’auto elettrica in una realtà e nel primo semestre dell’anno ha venduto quasi 400 mila vetture, non può essere da meno: «Preferisco essere ottimista e avere torto che pessimista e avere ragione». Lo scambio avviene in uno degli incontri più attesi dell’Italian Tech Week. Elkann è sul palco delle Ogr, le antiche officine ferroviarie torinesi restituite a una nuova vita culturale da un attento restauro. Musk in video, quando nei suoi uffici texani non sono ancora le cinque del mattino. A moderare il loro dialogo Maurizio Molinari, direttore de La Repubblica, il cui editore Gedi (controllato da Exor) organizza la manifestazione dedicata all’innovazione e ai protagonisti del futuro.
Elkann e Musk vengono da esperienze molto diverse ma, di fronte a 500 ospiti, trovano molti punti di contatto e toccano argomenti complessi: la conquista dello spazio, la sfida per dotare il mondo di energia pulita, lo sviluppo di tecnologie neuronali in grado di fare da interfaccia fra uomo e computer. Tra i tanti spunti, uno dei momenti più personali arriva, a sorpresa, quando i due imprenditori parlano delle crisi che ogni azienda è periodicamente chiamata a superare. «Ho affrontato più di tre crisi e, come imprenditore, avere un ruolo attivo in azienda comporta dei rischi; ci sono momenti difficili e può essere complicato. Bisogna essere consapevoli che si può essere sulle montagne russe. Non bisogna mai deprimersi quando si è in un momento basso, mai supereccitarsi quando si è in alto», dice Elkann, ricordando i giorni in cui ha affrontato i rischi di un fallimento, «che alla fine avviene sempre per motivi finanziari». Musk non si tira indietro. Racconta che «Tesla è stata vicina al fallimento sei o sette volte» e ricorda due momenti particolari. Il primo nel 2008, quando riuscì a reperire i finanziamenti necessari per andare avanti alla vigilia di Natale, l’ultimo giorno utile. Il secondo momento, «il più doloroso», risale al 2018, quando stava lavorando al progetto della Model 3, la vettura pensata per trasformare Tesla da casa di nicchia a produttore di massa. «Stavamo lottando per metterla in produzione e in quel momento ci siamo sentiti molte volte con John», dice Musk, rivelando che l’aiuto dall’Italia arrivò da Comau, l’azienda di Grugliasco dell’allora gruppo Fca che collabora da tempo con Tesla e che, nell’occasione, realizzò le linee di assemblaggio delle scocche e dei moduli batteria del nuovo stabilimento cinese. La transizione verso l’auto elettrica è certamente uno dei momenti forti del dialogo. Musk esprime fiducia sulla rapida conclusione della carenza di microchip che oggi sta fermando numerosi impianti in tutto il mondo: «Penso che sarà una crisi a breve termine. I produttori sono al lavoro e penso che il prossimo anno la situazione sarà migliore», dice, pur ammettendo di non essere «sicuro al 100%» di uno sviluppo così favorevole.
La necessità di produrre energia pulita, in modo che i motori siano davvero a emissioni zero, trova punti in comune tra i due imprenditori, sul nucleare e sul solare. «Mi hanno sorpreso i Paesi che hanno abbandonato il nucleare, è una tecnologia sicura. Non bisogna chiudere le centrali perché non sono un pericolo. Ci sono più pericoli dall’uso del carbone che dal nucleare», sostiene il fondatore di Tesla, trovando un’eco immediata in Elkann: «Il nucleare è una soluzione che conosciamo, esiste già, è sicura, dovremmo svilupparla ulteriormente. Cina e India stanno utilizzando sempre più l’energia nucleare, è un’indicazione di ciò che dovremmo fare. In contemporanea dobbiamo puntare su energie alternative. Anche l’energia solare diventerà sempre più centrale», risponde il presidente di Exor. Qui è Musk a cogliere la palla al balzo: «Trovo che l’energia solare sia sottovalutata. Se non ci fosse il Sole, la Terra sarebbe una roccia senza vita», osserva, sostenendo che basterebbe un impianto solare di 200 chilometri quadrati per fornire energia a tutta l’Europa: «Ci sono molti luoghi in Europa dove l’energia solare sarebbe molto efficiente», spiega, indicando in particolare le coste del Mediterraneo. Nella transizione verso l’auto del futuro, però, ci sono confini che non verranno superati. Una Ferrari a guida autonoma non si vedrà mai: «Sarebbe triste, lo spirito della Ferrari è proprio quello di poterla guidare», rassicura Elkann.
Tra i momenti più visionari del dialogo, com’era logico attendersi, ci sono quelli in cui si parla di due delle iniziative imprenditoriali di Musk, la compagnia spaziale SpaceX e Neuralink, la startup che sta studiando interfacce neuronali in grado di mettere in connessione l’uomo e i computer. «Neuralink può aiutare il nostro rapporto con la tecnologia, renderlo più immediato», dice l’imprenditore, focalizzandosi su quello che Neuralink potrebbe fare per i tetraplegici «che possono interagire con i computer utilizzando il cervello, senza bisogno del corpo. Lo abbiamo sperimentato sulle scimmie, i primi test sull’uomo potrebbero arrivare, penso, entro sei mesi». Il tema è cruciale, tocca l’intelligenza artificiale e il rapporto fra la mente e le macchine: «Pensando a come noi umani possiamo interagire con queste tecnologie, ci aiuteranno a capire meglio la natura», dice Elkann, spendendo una battuta: «Se potessimo comunicare con i cani o con gli alberi questo forse aiuterebbe tutto l’universo».
Sullo spazio l’immaginazione si spinge molto più in là degli obiettivi dichiarati di SpaceX, che ha l’ambizione di portare l’uomo su Marte. «Se oltre ad andarci, saremo in grado di crearvi una civiltà autonoma potremo garantire un grande futuro all’umanità, portare un maggiore sviluppo per andare anche in altri sistemi stellari. Ci sono cose che accadono in questo momento in tante galassie, potremmo addirittura scoprire una vita aliena», afferma Musk, che si esibisce in uno dei suoi colpi di scena, chiamando al proprio fianco Mauro Prina, piemontese di Baceno, in Val d’Ossola. In SpaceX l’ingegnere italiano si occupa delle fasi di rientro dei vettori nell’atmosfera terrestre e, sollecitato da Elkann, che con Exor sta investendo sempre più in startup, racconta come proprio in Italia – a Sassuolo, a Bari – l’azienda americana ha individuato soluzioni tecnologiche d’avanguardia per diverse lavorazioni sui materiali, come le piastre di ceramica che ricoprono i vettori. «Speriamo di averti qui a Torino, che è la capitale dell’industria spaziale italiana, oltre che dell’auto e del cioccolato», è il saluto di Elkann a Musk.