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 2021  settembre 25 Sabato calendario

Intervista ad Elon Musk

«Il miglior modo di prevedere il futuro è crearlo» dice Elon Musk. L’uomo che ha portato al successo la Tesla, il visionario che vuole portare i turisti nello spazio, si collega con le Ogr di Torino dal Texas. Il suo dialogo in diretta video con John Elkann, presidente di Stellantis, è l’appuntamento più atteso dell’Italian Tech Week. Assieme, parlano di Spazio, futuro e nuovi progetti in una conversazione moderata dal direttore editoriale del Gruppo Gedi Maurizio Molinari. L’incontro comincia con una nota personale: Musk ed Elkann si sono incontrati in Sicilia anni fa, quando si stavano disputando i mondiali di calcio. A unirli le passioni in Comune, come la tecnologia e lo Spazio.
Musk vuole portare l’uomo su Marte entro il 2026, ma già guarda oltre.
Musk
«È difficile creare civiltà su Marte, avere un posto sicuro, ma se riusciamo a mettere base lì potremmo partire per esplorare il sistema solare e altre galassie, trovare magari altre civiltà e questo inevitabilmente ridisegnerà il nostro ruolo nello Spazio. Non so se riusciremo ad andare oltre la nostra galassia, ma già nella nostra magari incontreremo una civiltà aliena».
Elkann
A proposito di tecnologie aliene, Elkann ha osservato con una battuta che «se potessimo inventare il teletrasporto potrebbe rendere più efficiente ed efficace e veloce l’esplorazione dello Spazio».
Ma qual è la ricetta di Musk per creare nuove imprese?
«È difficile farlo e farlo con successo. Sconsiglio di farlo se non sai davvero quello che stai facendo, se non sei sicuro di farcela. Il primo consiglio è di non creare una nuova compagnia. Ma se proprio si vuole, allora è necessario avere un prodotto che qualcuno voglia davvero, che possa attirare molte persone. E poi dedicare tanto tempo all’azienda: è come una persona, un animale, ha un suo ciclo vitale, si parte da poche cellule, poi diventa neonato, bimbo, adolescente, adulto. Le dimensioni di una compagnia dipendono da dove si trova nel ciclo vitale, è possibile che sia necessario riconfigurarla, rifarla da zero, cambiarla del tutto man mano che cresce».
«Ho iniziato avendo a che fare con industrie vecchie, create nel ’900, come l’editoria e l’auto. La sfida è trasformarle in aziende del 21esimo Secolo. Ho affrontato più di tre crisi, ma essere imprenditore è questo, assumersi i rischi. Siamo su un ottovolante, l’importante è non deprimersi quando si scende e non esaltarsi troppo quando si sale»
«Tesla ha rischiato la bancarotta almeno 6 volte nella sua storia. Il momento più brutto è stato fra il 2008 e il 2009, eravamo molto piccoli, nessuno credeva e investiva, eravamo da soli, ho chiesto denaro agli amici per pagare l’affitto di casa, avevo finito quello che avevo guadagnato vendendo PayPal. Così abbiamo fatto un ultimo tentativo: è andato a buon fine, il finanziamento è stato chiuso alla vigilia di Natale 2008. Se non ce l’avessimo fatta, saremmo finiti. Un altro brutto momento è stato tra il 2018 e il 2019, con l’arrivo della Model 3: dovevamo farla diventare un’auto di massa, doveva iniziare la produzione in grandi volumi, ma doveva essere fatta bene e generare profitti, ed è stato molto difficile. In quel periodo ricordo di avere parlato molto con John, mi è stato vicino, è stato un amico».
La prossima sfida sarà ricavare l’energia elettrica per muovere le auto del futuro. Basteranno l’energia solare e quella eolica?
«Dobbiamo tornare a vedere l’energia nucleare come una cosa positiva. Se non vogliamo aprire nuove centrali, almeno non chiudiamo quelle che abbiamo, sono sicure, e certo molto meno pericolose di quelle a carbone. Trovo che l’energia solare sia sottovalutata, ma se non ci fosse il Sole, la Terra sarebbe una roccia senza vita, senza nulla: la Terra va a energia solare, ci arriva 1 Gigawatt per metro quadrato, basta prenderne una parte, anche piccola, per avere energia per tutti. Pensate che un impianto a energia solare di 200 chilometri per 200 potrebbe fornire energia a tutta l’Europa. Non è tanto, vero? Basterebbe prendere un pezzo del territorio europeo e dedicarlo a questo scopo. Per voi sul Mediterraneo è facile, avete tanto sole».
«Il costo dell’energia sta salendo, soprattutto per carbone, gas, uranio. E dobbiamo trovare il modo di produrla senza generare CO2, senza inquinare, anzi magari ripulendo l’atmosfera. Il nucleare? Bisognerà tornare a vederlo come una cosa positiva».
Tra le avventure di Mister Tesla c’è Neuralink, che esplora nuove forme di interfaccia tra uomo e computer.
«Abbiamo telefoni, computer, la tecnologia che sfrutta l’intelligenza artificiale ma in modo poco efficiente. Neuralink può aiutare il nostro rapporto con la tecnologia, renderlo più immediato. Poi c’è quello che Neuralink può fare per tetraplegici o quadriplegici, che possono interagire con i computer utilizzando il cervello, senza bisogno del corpo. E potremmo immaginare la possibilità di estendere il lavoro di Neuralink agli animali: di loro, in fondo sappiamo poco, sappiamo che vogliono cibo, acqua, andare fuori, coccole. Ma magari c’è altro, una vita segreta dei cani che non conosciamo, e che Neuralink ci farà conoscere».
«Vedremo evolvere gli smartphone, ci sono gli occhiali smart, Neuralink è un’altra evoluzione, magari potremo davvero comunicare con il nostro cane (Musk ride, ndr), con un albero in giardino. O il cane potrà comunicare con noi. Il futuro? Sono ottimista. Ragazzi e famiglie hanno resistito in modo incredibile alla pandemia, hanno superato tanti problemi».
«Meglio essere ottimisti e avere torto, che essere pessimisti e avere ragione. Il modo migliore per prevedere il futuro è costruirlo. Siate ottimisti, datevi da fare, prendete in mano il vostro futuro e il vostro destino».
«Il segreto per farcela è fare le domande giuste e accettare le risposte che arrivano».
«È necessario leggere libri, parlare con persone interessanti, imparare il più possibile, ricordare che Socrate ha detto che se c’è una cosa che so, è che non so nulla. Bisogna accettare che ci siano altre persone che possono insegnarvi cose. Quando pensi di avere imparato tutto, diventi stupido».
Dal pubblico c’è chi domanda: se avessi vent’anni, da dove inizierebbe?
«Ne ho 20, scherza (in realtà sono da poco 50, ndr). Inizierei da Rna, mRna, vaccini, Rna sintetici, ricreati in laboratorio: le grandi opportunità ora sono nella medicina e nella salute. Mi pare molto promettente l’intelligenza artificiale, poi ci servono tunnel per abbattere il traffico in superficie; e trasporti, anche in aria e sull’acqua. Insomma, ci aspettano tempi molto stimolanti».
Un’altra domanda: vedremo mai una Ferrari a guida autonoma?
«Sarebbe triste, lo scopo di una Ferrari è essere guidata. In un mondo che va verso le auto autonome, la possibilità di guidare ancora avrà un valore crescente, un po’ come andare a cavallo oggi».
«D’altra parte, il cavallino è nel vostro logo».
Un’altra domanda tocca un tema di grande attualità: la crisi che ha investito il comparto dei semiconduttori, a causa della carenza di chip provocata dall’impennata dell’uso di dispositivi tecnologici durante la pandemia.
«Sarà di breve termine credo, ci sono molte fabbriche di produzione di chip che sono in fase di costruzione e quindi credo che avremo una buona capacità di offerta di chip entro l’anno prossimo».
La sorpresa
Poi, una sorpresa, quando Musk presenta il capo della ricerca di Space X, è italiano, si chiama Mauro Prina ed è nato in una piccola cittadina della val d’Ossola, in Piemonte: «Lavoro qui da centinaia d’anni (ride, ndr), ho studiato all’università Milano, poi in CalTech, in California, poi ho lavorato alla Nasa. Ma erano troppo lenti, invece a Space X sviluppo razzi, mi occupo del ritorno dei vettori dallo Spazio, faccio ricerca sui materiali. E c’è molto da studiare: dalle piastrelle esagonali nere, che devono molto all’esperienza dei maestri di Sassuolo, fino all’uso di materiali bizzarri per un altro scopo, perfino il latte condensato comprato in Croazia». —