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 2021  settembre 25 Sabato calendario

La Gran Bretagna senza camionisti e senza benzina


LONDRA
Aria di crisi in Inghilterra: centinaia di benzinai chiusi e lunghe code alle stazioni di rifornimento aperte, scaffali vuoti nei supermercati e un avvertimento dei negozianti che il Governo «ha dieci giorni per salvare il Natale».
La carenza di camionisti, che da settimane ha ridotto le consegne di prodotti alimentari a supermercati e ristoranti, ora ha colpito i distributori di benzina e rischia di creare il panico nel Paese, nonostante l’invito alla calma del Governo. Grandi gruppi come Esso, BP e Tesco hanno dichiarato che le mancate consegne di rifornimenti li hanno costretti a chiudere numerose aree di servizio ormai «a secco».
Il British Retail Consortium ha detto che «i camionisti sono la colla che tiene insieme la catena di approvigionamento», e che ne servono migliaia a breve per garantire le consegne in vista delle feste.
Il ministro dei Trasporti, Grant Shapps, ha assicurato ieri che «muoverà cielo e terra» per risolvere il problema, e che il Governo potrebbe utilizzare l’esercito per risolvere la crisi nei rifornimenti, mettendo soldati alla guida dei camion.
Al termine di una riunione di emergenza ieri, chiesta con urgenza da BP e le altre compagnie del settore, il Governo avrebbe anche deciso di concedere centinaia di visti d’ingresso e permessi di lavoro temporanei a cittadini Ue, come le associazioni di settore chiedono da tempo. Le stazioni di rifornimento, avvertono le compagnie, «hanno due terzi delle riserve consuete di benzina e anche queste stanno calando precipitosamente».
«Non ci sono carenze di benzina», ha ripetuto il portavoce del premier Boris Johnson. Affermazione vera, ma poco rassicurante: a scarseggiare non è infatti il carburante, ma i camionisti che possono recapitarlo a destinazione.
La Road Haulage Association aveva infatti avvertito oltre un mese fa che la Gran Bretagna ha bisogno urgente di 100mila conducenti di camion a causa del «vuoto» causato da Brexit e anche dalla pandemia, e ha accusato il Governo di «inerzia totale». Catene di supermercati, negozi e importatori hanno aderito all’appello nelle ultime settimane, parlando di scaffali sempre più vuoti per l’aggravarsi del problema e arrivando a fare fosche previsioni di un «Natale rovinato» per i consumatori britannici.
Logistics UK aveva chiesto al Governo di concedere almeno 10mila visti temporanei a cittadini Ue, dato che circa 20mila autotrasportatori soprattutto rumeni e polacchi hanno perso il diritto di lavorare dopo Brexit e sono tornati in patria, esacerbando una situazione già critica.
Il Governo aveva finora respinto la richiesta, dichiarando che le imprese devono addestrare personale britannico e non continuare ad affidarsi a camionisti stranieri.
Ora, di fronte alle code ai benzinai, il Governo ora è stato costretto a cambiare idea, contemplando l’opzione di visti stagionali o temporanei per permettere ai camionisti Ue di lavorare in Gran Bretagna.
Shapps ha però insistito che i problemi non sono dovuti a Brexit, ma alla pandemia che ha impedito a migliaia di persone di fare l’esame per la patente di autotrasportatore. Anzi, l’uscita dalla Ue ha permesso al Governo di cambiare le regole rapidamente, velocizzando le procedure e aumentando il numero di esami di guida.
«Non avrei potuto cambiare le regole se fossimo ancora parte della Ue – ha detto il ministro -. Brexit non è il problema, è stata la soluzione».