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 2021  settembre 24 Venerdì calendario

Intervista a Laura Berja, la deputata spagnola che vuole introdurre il reato di stalking per coloro che molestano e insultano le donne fuori dalle cliniche per l’aborto

Femminista, psicologa, portavoce del gruppo socialista al Congresso dei deputati spagnolo per le Pari Opportunità, Laura Berja, 36 anni, di Jaen, Andalusia, per i deputati dell’ultradestra di Vox è “una strega”. Così l’hanno apostrofata durante il dibattito a Las Cortes sulla proposta di legge da lei presentata che prevede l’introduzione nel codice penale del reato di stalking per coloro che molestano e insultano le donne fuori dalle cliniche per l’aborto. “Se un deputato di Vox è capace di chiamare ‘strega’ una deputata nel Congresso, immaginate cosa saranno capaci di fare lontano dalle telecamere e contro il resto delle donne”, si chiede Berja. “Intervenire sul codice penale introducendo il reato di stalking per chi insulta o ingiuria le donne che si recano ad abortire è l’unico modo per proteggere l’esercizio di un diritto costituzionale qual è l’aborto e le donne che lo esercitano”.
Onorevole Berja, sono così tanti i casi di stalking contro le donne che si verificano davanti alle cliniche per l’aborto in Spagna?
Il dato che abbiamo è quello che ci fornisce l’Associazione di cliniche per l’interruzione della gravidanza, secondo cui sono 8 mila le donne che ne sono vittime. Ma non sono solo loro, anche le professioniste che lavorano nei centri accreditati subiscono insulti e aggressioni all’ingresso e all’uscita dal lavoro. Anche le cliniche stesse, le facciate sono prese di mira con scritte e insulti dai movimenti pro-vita.
Sono proprio i movimenti pro-vita a rivendicare il diritto alla libertà d’espressione anche nelle vicinanze dei centri.
Il diritto d’espressione non significa ostacolare l’ingresso di una donna a un centro di salute. Né cercare di esercitare su di loro la coercizione.
Donne e associazioni spagnole sono d’accordo con questa proposta di legge? Come l’hanno accolta?
Sia da parte delle associazioni femministe che di quelle delle cliniche per l’aborto l’accoglienza è stata buona, anche perché è da molto già che lavoriamo fianco a fianco con loro per raccogliere proposte ed esigenze. Abbiamo avuto un sostegno molto forte da parte di queste associazioni e siamo soddisfatti della proposta presentata che è stata approvata.
Dal Partito socialista avete precisato che l’iniziativa non avrebbe riaperto il dibattito sull’aborto sì, aborto no. Eppure non è stato così al Congresso.
In effetti, chiarito subito che l’interruzione di gravidanza è ormai un diritto consolidato in Spagna, fin dalla presidenza Zapatero del 2010, e che non si sarebbe riaperta la discussione. Ma la destra e l’estrema destra sono ossessionate dai diritti delle donne e vorrebbero privarci di quello della maternità come di quello riproduttivo e sessuale.
Lei crede che la posizione di Vox al riguardo sia davvero così medievale o è solo propaganda?
Credo entrambe le cose. Da una parte a loro piacerebbe farci tornare indietro a epoche buie per le donne, in cui ogni diritto era soffocato; dall’altra vogliono infangare tutto e creare lo scontro alla Camera per mettere su uno show il cui centro non è più il tema del dibattito, ma l’insulto, lo scontro e la mancanza di rispetto.
Provano a bloccare l’avanzata dei diritti civili in un Paese come la Spagna che in Europa è capofila?
No, di fatto la nostra proposta è stata accolta alla Camera, quindi ora inizierà l’iter per l’approvazione definitiva.
Dopo la legge per l’eutanasia e questa, avete altre iniziative legislative previste in tema di diritti?
Sì, il governo progressista di Pedro Sanchez e noi del gruppo socialista al Congresso abbiamo altre tre proposte in agenda: quella per l’equità di trattamento e non discriminazione; quella sulla libertà sessuale anche detta ‘sì è sì’, contro gli abusi; quella per migliorare la vita delle bambine e dei bambini orfani di femminicidio; infine quella contro la tratta e lo sfruttamento sessuale delle donne e delle bambine, che ci aspettiamo arrivi al dibattito in Parlamento a breve.