Il Sole 24 Ore, 24 settembre 2021
Microchip, al settore auto la crisi costerà 210 miliardi
La carenza globale di semiconduttori costerà all’industria dell’auto un calo del fatturato pari a 210 miliardi di dollari nel 2021, secondo le ultime stime della società di consulenza globale AlixPartners. È un balzo preoccupante. A maggio le stime erano per un calo di 110 miliardi e 3,9 milioni di vetture prodotte in meno. AlixPartners prevede adesso che saranno perse 7,7 milioni di unità nell’anno.
«Invece di attenuarsi, la crisi dei semiconduttori è stata esacerbata dai lockdown in Malesia e da problemi persistenti in altri Paesi, che si sono innestati su una catena di fornitura già in tensione a causa delle repentine variazioni di volumi legate al Covid nonché ad altre disruption che l’industria automobilistica sta affrontando: folle aumento dei costi delle materie prime, innaturale accelerazione dell’elettrificazione (imposta dai decisori politici, in primis la Commissione europea con il suo obiettivo di taglio delle emissioni di CO2 del 55% entro il 2030, Ndr), tensioni geopolitiche», commenta Dario Duse, managing director della sede italiana di AlixPartners. «Con volumi di vendita attesi per circa 83 milioni di veicoli contro volumi di produzione a circa 77 milioni nel 2020 e una supply chain già in tensione, oggi non ci sono più ammortizzatori nell’industria quando si tratta di produrre veicoli o ottenere materiali e componenti. I produttori e i loro fornitori non possono commettere errori in questo momento», aggiunge Duse. E l’Italia in particolare, con la sua filiera dell’automotive, potrebbe soffrire la rapidità del cambiamento. Ma non sono mancate le proteste del ceo di Toyota, Akyo Toyoda, secondo cui in questi termini l’elettrificazione mette a rischio milioni di posti di lavoro in Giappone.
In realtà i costruttori quest’anno prevedono ottimi margini, preservati dall’aumento dei listini e dalla focalizzazione della produzione dove c’è più domanda, ovvero i modelli premium. Ma con lo smaltimento progressivo delle scorte il 2022 potrebbe rendere più cruda la realtà.
Insomma, al cambiamento repentino imposto dalla corsa all’elettrificazione, che vede come tappe cruciali il 2025 e il 2030, si è aggiunta prima la disruption pandemica e poi un mondo nuovo fatto di domanda esplosiva per i semiconduttori dovuta al boom tecnologico e di prezzi delle materie prime alle stelle. La stessa AlixPartners ha presentato ieri il Disruption Index 2021. Sono stati intervistati più di 3mila ceo e alti dirigenti in tutto il mondo sulle dinamiche che condizionano il business in questo periodo. Per disruption AlixPartners intende le forze (economiche, sociali, regolamentari, tecnologiche, ambientali) che spostano le imprese, i mercati e gli ecosistemi verso nuovi modelli di business.
«I dati parlano chiaro: malgrado i gravissimi effetti, il Covid-19 risulta meno impattante rispetto alle sfide aziendali a lungo termine, come l’intelligenza artificiale, l’automazione o la sostenibilità», ha dichiarato Simon Freakley, ceo di AlixPartners, in visita per la prima volta in Italia dopo la pandemia. «La discontinuità è chiaramente il nuovo motore dell’economia».