Il Sole 24 Ore, 24 settembre 2021
Generali, offensiva di Mediobanca: sale al 17,2% con un prestito titoli
Mediobanca sale, attraverso un prestito titoli, al 17,22% di Generali, e ci resterà almeno fino alla prossima assemblea del Leone, quella chiamata a deliberare sul rinnovo del consiglio di amministrazione della compagnia. Lo ha annunciato nella tarda serata di ieri Piazzetta Cuccia. Una mossa giunta proprio alla vigilia di un comitato nomine che già si preannunciava infuocato e che, dopo questa novità, lo sarà probabilmente ancora di più.
Il prestito titoli interessa 70 milioni di azioni Generali, pari al 4,42% per un controvalore di 1,26 miliardi ai prezzi attuali, ed è stato concluso con una «primaria controparte di mercato»; i rumor indicano un soggetto internazionale. La durata dell’accordo è di 8 mesi, ossia per un arco temporale sufficiente a poter esercitare il proprio peso all’assise di bilancio e di rinnovo del board. È «un’operazione fatta a tutela dell’investimento in Generali tenuto conto del contributo significativo che apporta ai risultati della banca e per evitare una destabilizzazione strategica ed operativa che annacqui i risultati», hanno riferito fonti vicine all’istituto guidato da Alberto Nagel. La mossa, al vaglio da qualche tempo, è stata ovviamente sottoposta al consiglio di Mediobanca di ieri convocato per mettere il sigillo definitivo ai conti. Ma tra le pieghe dell’ordine del giorno c’era una voce, aggiornamenti, che è servita a portare all’attenzione del board l’operazione. Manovra che, una volta contestualizzata, ha ricevuto il consenso unanime di tutti i membri convinti che questo rappresenti uno strumento di garanzia all’investimento in Generali che per Piazzetta Cuccia vale 3 miliardi.
E d’altra parte il prestito titoli mette nuovamente distanza tra Mediobanca, storico azionista delle Generali con il 12,9% del capitale, e il patto di consultazione firmato da Francesco Gaetano Caltagirone, Leonardo del Vecchio e Fondazione Crt. Tutti assieme valgono circa il 12,5% del Leone e solo il 4% in mano ai Benetton (si veda altro pezzo in pagina), se conferito all’accordo, potrebbe riequilibrare i pesi. Ma, quest’ultima ipotesi non può essere data per scontata. Di concreto invece c’è che, a poche ore dal comitato nomine chiamato a deliberare su un passaggio chiave per la governance di Trieste, Mediobanca ha fatto sentire la propria voce. Lo avrebbe fatto, sulla carta, a “tutela” dell’indipendenza delle Generali e del proprio investimento. Ma, per chi sta contrastando l’ipotesi della lista del consiglio, si tratta invece di una chiaro segnale che l’istituto vuole tenere ancora saldamente in mano la “gestione” della compagnia. E questo, fanno notare, chiude ad ogni ipotesi di un elenco di candidati proposti dal board.
A riguardo il comitato nomine delle Generali convocato per questa mattina rappresenterà un passaggio cruciale. Alla riunione, peraltro, presenzierà anche il presidente Gabriele Galateri di Genola, sebbene non figuri tra i membri dell’organo ristretto. Ci sarà per illustrare quelle che sono le procedure che sono state individuate per promuovere la lista del consiglio. Ipotesi, quest’ultima, ormai apertamente contrastata dal patto perché si ritiene che in questo quadro sia impossibile trovare una sintesi, che dovrebbe invece essere il caposaldo di qualsiasi iniziativa di governance promossa dal cda.
La situazione, dunque, sembra complicarsi di giorno in giorno. Al punto che, si legga in proposito l’altro pezzo in pagina, anche l’ultimo tentativo di Mediobanca di trovare un punto di contatto, ossia la costituzione di una sorta di task force di indipendenti che si faccia carico di avviare i lavori per la lista del cda, si è rivelato più un boomerang che una mossa risolutrice.
Il patto di consultazione, guidato dai due imprenditori e partecipato da Fondazione Crt, presente anch’essa con un proprio rappresentante nel comitato, come detto ormai è sempre più convinto che con questo scenario non, ci siano i presupposti per poter procedere con un elenco di candidati promossi dal board. Diversamente Mediobanca e la maggioranza del cda, così come buona parte del comitato (quattro su sette membri), ritiene che ci sia spazio di manovra per procedere con una lista che indichi il ceo Philippe Donnet alla guida. D’altra parte è lo statuto stesso che consente di procedere alla presentazione di candidature individuate dal consiglio con il voto di maggioranza.
Molto, in ogni caso, dipenderà anche da quello che sarà il responso dei consulenti di Generali attualmente al lavoro sul tema, tra i quali il giurista Piergaetano Marchetti. A tal proposito, al momento, non sarebbe ancora stato messo nero su bianco un parere definitivo. Il comitato di oggi, tuttavia, non potrà non tenere conto di quanto annunciato da Piazzetta Cuccia, considerato come questa mossa incida sugli equilibri delle Generali. Tutto questo, in ogni caso, sotto l’occhio vigile delle authority che monitorano a 360 gradi l’intera vicenda, anche il tema della qualifica di indipendenza dei componenti del cda.