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 2021  settembre 24 Venerdì calendario

Apple dice no al carica batterie unico. Va contro l’innovazione

Bruxelles fa ricorso ai numeri per evidenziare la bontà (e la necessità) della scelta di andare verso un caricabatterie unico in tutta l’Unione Europea: 250 milioni di euro all’anno di risparmi su scala Ue su acquisti di caricabatterie non necessari; la stima che i caricabatterie smaltiti e inutilizzati producano fino a 11mila tonnellate di rifiuti elettronici ogni anno; la spesa di 2,4 miliardi di euro all’anno per acquistare caricabatteria separati non compresi nell’acquisto dei dispositivi elettronici.
La reazione negativa di Apple all’annuncio della proposta di direttiva della Commissione Ue per passare a uno standard unico per i caricabatterie di smartphone, tablet, videocamere, cuffie, altoparlanti e console per videogiochi fa però capire che la partita non sarà né semplice né scontata. «Siamo preoccupati che una regolamentazione severa che imponga un solo tipo di connettore soffochi l’innovazione anziché incoraggiarla, il che a sua volta danneggerà i consumatori in Europa e nel mondo», è il commento del colosso di Cupertino. «Ci impegneremo con le parti interessate – aggiunge Apple – a trovare una soluzione che protegga gli interessi dei consumatori, nonché la capacità del settore di innovare e portare nuove entusiasmanti tecnologie agli utenti».
A distanza la risposta del commissario Ue per il Mercato unico, Thierry Breton, secondo cui la proposta di direttiva «non è contro qualcuno, Apple o altri».
È dal 2009 che il tema di una soluzione di ricarica comune per telefoni cellulari e dispositivi elettronici simili è sotto la lente della Commissione Ue, intervenuta allora con l’invito a un accordo volontario da parte dell’industria che ha portato all’adozione del primo Memorandum of Understanding e ha comportato una riduzione del numero di soluzioni di ricarica per telefoni cellulari da 30 a 3: micro Usb; Usb-C e Lightning (in uso per tutto l’“ecosistema” Apple).
Dopo la scadenza del MoU nel 2014, una nuova proposta dell’industria presentata nel marzo 2018 non è stata considerata soddisfacente.
Ora la proposta di direttiva, che fa cadere sulle porte Usb-C la scelta del formato standard per tutti i dispositivi interessati. «Abbiamo dato all’industria tutto il tempo per trovare le proprie soluzioni, ora i tempi sono maturi per un’azione legislativa per un caricabatterie comune. Questa è una vittoria importante per i nostri consumatori e per l’ambiente e in linea con le nostre ambizioni verdi e digitali» ha detto la vicepresidente esecutiva per un’Europa pronta per l’era digitale, Margrethe Vestager.
A questo punto però la parola passa a Parlamento Ue e Stati membri. Se tutto dovesse andare per il verso giusto per far entrare il caricabatterie unico nelle vite degli europei occorrerà attendere almeno il 2024, visto che è stato previsto un periodo transitorio di 24 mesi dalla data di adozione per dare all’industria un ampio margine di tempo per adeguarsi alle nuove prescrizioni.