Il Sole 24 Ore, 24 settembre 2021
Lavazza apre mille caffetterie in Cina
Mille caffetterie a marchio Lavazza entro il 2025 e un socio che si fa carico di distribuire in esclusiva i prodotti Lavazza – caffè in grani, macinato e cialde – in Cina. Lavazza accelera sul mercato cinese e dopo l’apertura del primo punto vendita in joint venture con Yum China ora punta a consolidare la presenza su un mercato dalle straordinarie potenzialità. Il piano di espansione vale 200 milioni di dollari e sarà finanziato in base alle quote detenute dai due player – Yum China e Lavazza –nella joint venture, rispettivamente al 65 e al 35%.
«Il mercato del caffè in Cina ha un grande potenziale, già oggi conta player internazionali come Starbucks o Costa Coffee. Il nostro obiettivo è crescere il più possibile o attraverso acquisizioni, come fatto finora, o grazie a partnership strategiche come quella costruita sul mercato cinese» racconta Antonio Baravalle, ceo di Lavazza. «Si tratta – aggiunge – di un’operazione win-win che offre a noi un partner strategico che ha una presenza capillare nel settore food e a Yum China la possibilità di avere un brand con il quale penetrare il mercato del caffè». L’anno scorso Lavazza ha mantenuto ricavi sopra i due miliardi e conta di recuperare il gap indotto dalla pandemia entro la fine del 2021. «Il recupero sul 2020 c’è, parliamo di un 10% nel primo semestre, ma su categorie come food service e Ocs la ripresa è più lenta di quanto ci aspettassimo mentre la crescita nel retail si sta ridimensionando rispetto al contesto particolare dell’anno scorso» analizza il ceo. Il 2022 sarà l’anno più complesso, prevede, per le criticità legate alla supply chian, dai rincari delle materie prime fino alle difficoltà della logistica.
La collaborazione con il socio cinese – nell’operazione Lavazza è stata assistita da Dentons – prevede inoltre che Yum China diventi anche distributore esclusivo di Lavazza in Cina continentale, con una grande attenzione alla fidelizzazione dei clienti nelle caffetterie e alle potenzialità del commercio digitale. «Si tratta di un matrimonio, a tutti gli effetti, per il mercato cinese. Consideriamo la Cina come uno dei grandi mercati del caffè nei prossimi dieci anni, già oggi è arrivato a 13 miliardi di euro con crescite importanti» sottolinea Baravalle.
Le tappe
Da aprile 2020, mese di inaugurazione del primo flagship store in collaborazione con Yum China, la joint venture ha aperto altri 20 store tra Shanghai, Hangzhou, Pechino e Guangzhou. Si è trattato di un test di mercato che ha convinto il socio cinese a investire nel piano di espansione e grazie al quale, spiega il ceo Baravalle, «siamo riusciti a costruire una community di 200mila clienti fidelizzati». Entro fine 2021, il numero di caffetterie raddoppierà, per poi raggiungere quota mille punti vendita nel 2025. Inoltre la joint venture commercializzerà, venderà e distribuirà in Cina continentale i prodotti retail di Lavazza, caffè in grani, caffè macinato e capsule.
Le acquisizioni
L’ultima operazione del Gruppo in capo alla famiglia Lavazza risale a fine 2018, si tratta del ramo caffè di Mars– diventato Lavazza professional – business unit che comprende i sistemi Flavia e Klix operativi nell’Ocs (Office Coffee Service) e nel Vending. Operazione che ha seguito il deal Carte Noire nel 2016, Kicking Horse Coffee e la francese Esp nel 2017, con l’acquisizione dell’80% di Nims sempre nel 2017, azienda attiva nel mercato del caffè in cialde per casa e ufficio. Nel settore della distribuzione automatica, poi, la Torino 1885 Investimenti, in capo direttamente alla famiglia Lavazza, ha acquisito a fine 2019 il 17,7% delle quote di Ivs, leader italiano del comparto vending. In questo caso, un’operazione più finanziaria che industriale ma che comunque allarga il cerchio di azione di Lavazza. «Il vending resta per noi – conclude Baravalle – un settore interessante destinato ad evolvere in chiave tecnologica, con una attenzione crescente a customer experience e fidelizzazione».