ItaliaOggi, 23 settembre 2021
I francesi non mangiano più caramelle
Caramelle, i francesi non ne vogliono più. Parafrasando la famosa canzone di Mina, i nostri cugini d’oltralpe hanno perso il gusto per i piccoli piaceri zuccherati. Un effetto collaterale del Covid.
In calo dell’8,5% nel 2020, il giro d’affari di lecca lecca, gelée e chewing-gum ha proseguito la discesa all’inizio del 2021, con una diminuzione di quasi il 5% durante i primi tre mesi dell’anno. La chiusura di parchi divertimento, luna park, cinema, e le restrizioni che hanno colpito cerimonie e feste famigliari hanno fatto crollare le vendite di confetti, torroncini, marshmallow e praline. Nelle grandi superfici della gdo, i consumatori hanno privilegiato i prodotti di prima necessità a scapito degli acquisti «gratificanti». I francesi, che acquistano sempre più online, sembrano cedere sempre meno alle dolci tentazioni, sia in rete sia sugli scaffali opportunamente situati vicino alle casse. Oltre all’attenzione per salute e benessere, che è una tendenza ormai consolidata, durante il lockdown i consumatori hanno abbandonato alcune vecchie abitudini, come gli acquisti impulsivi di generi voluttuari. È il caso per esempio dei chewing-gum, che tra il 2016 e il 2019 in Europa hanno registrato un calo del 40%: una crisi che il Covid ha contribuito ad accelerare e che, come si legge su ItaliaOggi del 16 settembre scorso, ha costretto la multinazionale statunitense Mars a tagliare altri 280 posti di lavoro nella propria fabbrica di Biesheim, in Francia, che già da tempo lavora a scartamento ridotto.
La fiammata dei prezzi di frutta, zucchero, trasporti e imballaggio rischia di mettere il carico da 11 su un settore ormai in bilico.