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 2021  settembre 23 Giovedì calendario

Freccero e i No Pass della tv

Fino a quando le tv, – diversamente dai giornali, a cominciare da «La Stampa», che ha aperto per tempo una discussione -, potranno consentirsi di evitare di dare uno spazio non occasionale a Carlo Freccero e ai promotori del referendum anti-Green Pass? Al di là delle regole vigenti, che prevedono, specie nel caso in cui la soglia delle 500 mila firme sia raggiunta, una sorta di riconoscimento istituzionale davanti alle telecamere, né più né meno come avviene per i partiti in campagna elettorale, la domanda riguarda le vere intenzioni politiche di uno dei più riconosciuti creativi del mondo televisivo. E non solo di lui, dato che qualche mese fa Michele Santoro ha dedicato un libro alla contestazione di quella che considera un’informazione a senso unico sul Covid e sui vaccini, pur senza arrivare al colpo di genio del referendum avuto da Freccero. A leggere le dichiarazioni del quale, tuttavia, è abbastanza semplice capire qual è la strategia.
Freccero (ed è verosimile anche Santoro possa unirsi al progetto) pensa a costruire – o a ricostruire – in tv un pezzo di sinistra radicale che contesti la generale acquiescenza di questa parte dello schieramento politico a Draghi e ai suoi piani per l’Italia, a partire dall’emergenza Covid e dalla contestazione dei vaccini. Lui stesso spiega che ci sono quasi un terzo di elettori contrari al Green Pass ed è sbagliato lasciarli alla destra. A differenza di Salvini e Meloni, che su questo tema sono in stretta concorrenza (sebbene il leader leghista, a causa delle divisioni nel suo partito, cominci a frenare), a sinistra non c’è nessuno o quasi nessuno che abbia voglia di agitare la bandiera no-vax. Non la parte che sta a sinistra del Pd, dato che LeU esprime il ministro della Sanità Speranza. E neppure la galassia passata all’opposizione, che ha una tradizione di seriosità che non le consente di andar dietro al complotto del “Grande Reset”.
Dunque c’è spazio per Freccero, se lui e i giuristi del suo comitato riusciranno a raccogliere le firme. E c’è l’occasione per richiamare in servizio Santoro, se deciderà di unirsi a chi in fondo gli ha rubato l’idea. Ma più che “in servizio”, bisognerebbe dire “in studio” o “in onda": perché quella è la vera nostalgia che anima i due grandi professionisti della tv. —