ItaliaOggi, 22 settembre 2021
Periscopio
La donna inglese è come l’Inghilterra: è un’isola. E’ impossibile invaderla ma è molto facile approdarvi, come turista. Curzio Malaparte: “Battibecchi” Shakespeare and Company, 1993.
E’ stato meglio che sia Conte a guidare i Cinque Stelle? Per carità è ancora più pericoloso di Grillo che, almeno, ha una sua personalità malefica, è un Masaniello teatrale, egocentrico, egoista, incolto, ma l’altro è una nullità totale. Sergio Staino, vignettista di sinistra. (Paolo Bracalini), il Giornale.
Quando l’ex bibliotecario del Vaticano, poi primo presidente del Consiglio repubblicano, il dc Alcide De Gasperi, ebbe i soldi americani del piano Marshall, si mise all’opera all’istante. Rilesse il progetto messo a punto da tempo con i colleghi di partito e ricostruì l’Italia impoverita dalla guerra. Alla sua morte, i democristiani persero un fuoriclasse, ma rimase il partito. C’erano i Mario Scelba, gli Amintore Fanfani, Ezio Vanoni e altri minori. Tutti rivali tra loro come galletti messicani ma uniti negli intenti e nella lotta ai socialcomunisti, anch’essi ben forniti di tipi energici, da Pietro Nenni a Giancarlo Pajetta, a Palmiro Togliatti e alla soave virago, Nilde Jotti, sua metà. Erano i partiti il punto fermo degli elettori. Se mancava il leader, restava il gruppo. Oggi, senza partiti, restano i Paolo Gentiloni, i Giuseppe Conte, i primi che passano. Giancarlo Perna: “Il Ring”, Guerrini e Associati.
Il nome dell’inchiesta giudiziaria (tipo Mafia capitale), sapientemente impastato dai pm con la conferenza stampa, con i trailer, con le intercettazioni, con i titoli di giornali, con il frullatore della rete, non lascia scampo. E sopravvive agli eventi processuali. Le sentenze? Buone per il casellario, non certo per ribaltare fiumi di inchiostro. Un marketing non solo tollerato, non solo a opera di pochi, ma sistematico. Ora, finalmente, con la Cartabia, si volta pagina. Massimo Donelli. QN.
Matteo Salvini come leader del centrodestra non è mai riuscito a tenere uniti i tre partiti e ora è preoccupato dal sorpasso di Giorgia Meloni. Ha reagito alla proposta di federazione con Silvio Berlusconi, ma ha già fatto naufragare di fatto il progetto con la presa di posizione sul green pass che ha registrato il prevalere in Forza Italia di quanti erano contrari a un’alleanza organica con la Lega. Ugo Finetti. ItaliaOggi.
Negli anni Settanta si impose in Italia la domanda del cambiamento sul piano sociale, economico e anche istituzionale. Ma la risposta della sinistra del Pci fu sostanzialmente conservativa e tarda. Sono convinto che la sinistra cominciò allora a smarrire i contatti con la società italiana. Sono lì le radici del berlusconismo e dei fenomeni con cui ancora oggi siamo chiamati a fare i conti. La decadenza della sinistra non è di questi anni. Oggi ne vediamo soprattutto gli effetti. Michele Ciliberto, biografo di Giordano Bruno (Antonio Gnoli). La Repubblica.
Internet non è nato (come piace al politically correct) per nobili motivi di condivisione del materiale di studio tra istituti universitari americani ma è nato per motivi militari. La vera radice del Web è Arpanet un network costruito tra la fine degli anni 50 dalla Advanced Research Project Agency del Pentagono. L’idea di base era quella di creare un sistema per far circolare informazioni in grado di sopravvivere ad un attacco nucleare. Mauro Masi. ItaliaOggi.
La voce più autorevole nella Linke, partito di estrema sinistra in Germania. è quella di Sahra Wagenknecht, la moglie di Oskar Lafontaine, tra i fondatori del partito. Sahra, 52 anni, nata a Jena, all’Est, nel suo ultimo libro sostiene che la Linke è ormai incapace di ascoltare gli elettori, di capire i loro reali problemi. All’Est si preoccupano, a torto o a ragione, del?immigrazione senza controllo, e vengono accusati di essere razzisti, denuncia Wagenknecht, e allora finiscono per votare AfD (partito di estrema destra) , dove vengono condivise le loro preoccupazioni. Roberto Giardina. ItaliaOggi.
I tedeschi, anche quelli orientali, sono gente precisa: e offrono una contabilità molto accurata dell’esodo a rate. Da Berlino Est scappano in 142mila nel 1959, in 199mila nel 1960. Nel 1961 tagliano la corda in 20 mila solo a maggio: di questo passo a vivere in Germania dell’Est resteranno solo il Politbjuro e la nomenklatura. Mosca decide di mandare un messaggio perentorio: ci vuole un “anello di ferro”, così lo chiama Nikita Chruëv, che impedisca le fughe. I russi hanno fatto arrivare 160 tonnellate di filo spinato, cemento, mattoni, pali metallici e tutto il necessario su 400 camion militari Zil, ma senza insegne: li fanno entrare per strade secondarie, mentre 300 carri armati sovietici e 5mila soldati come il caporale Schumann si schierano attorno al centro di Berlino cercando di farsi notare il meno possibile. Come un pitone che strisciando lento e silenzioso nella notte si stringe attorno al cuore della città pronto a soffocarla. Maurizio Pilotti, scrittore. Libertà.
Con l’interminabile lockdown era diventato facile, girare per Milano, facile trovare un parcheggio. Ma quella quiete, quanto immalinconiva. Sembrava una malata, la metropoli, pallida e trasfigurata. Perché Milano è fatta per vivere forte, per andare di fretta, per districarcisi dentro come in una giungla di cui sai i segreti: e spii l’avvicinarsi all’auto di uno sconosciuto che sale, mette in moto, ecco! Un parcheggio, e piombi lì come un falco. Milano era così, grinta dura ma poi un barista sorridente, un taxista simpatico, un brontolio in dialetto degli ultimi imbronciati nativi. Milano era folla, corsa, stress, voglia di fare. Da due anni quasi, non era più la stessa. Ed ecco questa sera grazie al Salone del Mobile e Milano Design (non è finita certo, il Covid c’è, e se ne muore ancora) nel fremere dei motori, nel traffico inchiodato, ti pare di ritrovarla com’era. Marina Corradi, scrittrice. Avvenire.
Non volendo essere portato alla stazione in barella, l’ufficiale reduce dal fronte russo indossò la divisa grigioverde che, dopo essere passata dal forno della disinfestazione, gli era stata resa spiegazzata in modo incredibile. Quando fece per tendere la cintura in similpelle dei pantaloni, questa si spezzò; ne saggiò con le mani la resistenza: si ruppe di nuovo in quanto il forno l’aveva letteralmente cotta; non gli rimase che buttarla via. Come supplire? Il giovane decise di ricorrere a un pezzo di spago, che infilò attraverso i passanti dei pantaloni annodandolo poi sul davanti. Eugenio Corti: “Il cavallo rosso”. Ares.
Non c’è niente di più illusorio della salute. Roberto Gervaso.