Corriere della Sera, 22 settembre 2021
Il tricheco Wally sta tornando a casa
Il tricheco Wally sta tornando a casa. Dopo aver fatto un lungo giro attorno alle coste dell’Europa occidentale tra la primavera e l’estate, all’inizio dell’autunno ha sentito il richiamo delle fredde acque artiche e ha intrapreso la rotta del ritorno. Per adesso si trova in Islanda, è possibile che nei prossimi giorni, dopo essersi riposato e rifocillato a sufficienza, parta di nuovo in direzione della Groenlandia, da dove probabilmente è partito alla fine dello scorso inverno.
Wally, soprannome derivato dalla parola inglese che significa tricheco (walrus), è un esemplare maschio di 4-5 anni che il 14 marzo scorso è stato avvistato per la prima volta a Valentia Island, sull’estremità sud-occidentale dell’Irlanda. «Forse si trovava a riposare su un frammento di banchisa ghiacciata che è andato alla deriva e poi ha smarrito la rotta per tornare indietro», cerca una spiegazione Francesco Filiciotto, ricercatore ed esperto di mammiferi marini dell’Istituto di scienze polari di Messina (Cnr-Isp). «I trichechi sono animali sociali, vivono in gruppi e si alimentano vicino alla costa a profondità non superiori a 30-40 metri, principalmente di molluschi, in misura minore di pesci».
Wally si è trovato da solo e lontano dalla sua comunità. Tra andata e ritorno, e spostamenti dall’Irlanda fino alla costa settentrionale della Spagna, ha percorso circa 4.900 chilometri. «È un miracolo che sia vivo», aggiunge Filiciotto. «Non tanto perché si è trovato al di fuori del suo habitat naturale, ma perché ha dovuto attraversare zone a intensa attività marittima. È riuscito a schivare i pericoli di collisione con navi e imbarcazioni e a superare lunghi periodi in mare aperto durante gli spostamenti in cui non era in grado di alimentarsi».
Wally era diventato un attrazione in tutti i porti in cui era approdato. Trascinava il suo peso di 800 chili fuori dall’acqua per salire su gommoni e motoscafi a riposarsi e prendere il sole. Molte sono le fotografie apparse sui social nei mesi in cui girovagava per l’Europa che lo ritraggono addormentato anche su piccole barche, con il rischio di farle affondare. Grazie a segni particolari e cicatrici che ogni esemplare ha sulle pinne anteriori, è stato possibile identificarlo con precisione. Per esempio è stato escluso che si trattasse di un altro tricheco, questa volta una femmina, che nelle ultime settimane si aggirava tra le coste del mare del Nord tra Danimarca, Germania e Olanda.
Wally è riuscito a sopravvivere anche in acque più calde di quelle sue abituali. «Il riscaldamento globale diminuisce la differenza della temperatura dell’acqua tra Artico e zone temperate – prosegue il ricercatore —. Lo stesso global warming, però, è responsabile della rottura precoce, già alla fine dell’inverno, della banchisa polare e determina la deriva a Sud dei pezzi di ghiaccio sui quali a volte possono trovarsi anche trichechi e orsi bianchi». Ora Wally sta tornando a casa. Chissà cosa racconterà agli amici.