Corriere della Sera, 22 settembre 2021
Sayed Sadaat, ex ministro del governo afghano del presidente Ashraf Ghani ora fa il rider in Germania. Ogni mese pedala per più di mille chilometri
«Sa quanti chilometri ho fatto in un mese?». Prego. «Più di mille». Sayed Sadaat, 49 anni, era un ministro del governo afghano del presidente Ashraf Ghani. Vita agiata, come può essere quella di un membro dell’establishment in un Paese tra i più poveri del mondo e in guerra, Sadaat si alzava ogni mattina, indossava il completo e via al lavoro, tra riunioni e conferenze stampa. Ma Sadaat non era come tutti gli altri ministri. A dimostrarlo è il suo destino. Oggi Sayed si è trasferito in Germania, a Lipsia, con la famiglia. Al posto della giacca e cravatta, una pettorina gialla catarifrangente e ogni mattina sale in sella della sua mountain bike. Perché oggi fa il rider e consegna cibo a domicilio, come migliaia di altri rifugiati e profughi in tutto il mondo.
Sadaat spiega al Corriere che in realtà le cose per lui avevano iniziato a cambiare già ben prima del 15 agosto. «Ho lasciato l’incarico di ministro nel 2018», racconta. Stanco della corruzione che lo circondava e dei disaccordi con i membri della cerchia più stretta del presidente, Sadaat prende il suo doppio passaporto afghano britannico e decide di partire. «Sapevo che la Gran Bretagna stava uscendo dall’Ue ed era la mia ultima possibilità. Ho scelto la Germania perché pensavo che avrei trovato un lavoro nel settore delle telecomunicazioni e della tecnologia». Poi, arrivato a Lipsia («qui vive un caro amico»), l’impatto con la realtà. «Nonostante il mio curriculum, la mia scarsa conoscenza del tedesco mi ha precluso un lavoro migliore». L’ex ministro però non si è perso d’animo. Ha iniziato a spulciare gli annunci e ha trovato un posto come fattorino. «Sto studiando la sera tedesco e appena sarò pronto tornerò alla carica magari ad Amburgo o Francoforte dove ci sono più possibilità». Tra il corso di lingua che lo tiene impegnato 4 ore al giorno e il turno di consegne di 6 ore, Sadaat non ha molto tempo per sé. «Poi ci siete voi giornalisti che continuate a chiedere interviste», scherza.