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 2021  settembre 22 Mercoledì calendario

Jessica Rabbit senza curve. Ora Disney la vuole così


NEW YORK – “Non sono cattiva, è che mi disegnano così”, diceva Jessica Rabbit all’investigatore privato Eddie Valiant, rimaneva a bocca aperta per la sua esuberante carica erotica e i continui ammiccamenti sessuali. L’investigatore lo interpretava Bob Hoskins, la donna fatale era un fumetto con i lineamenti e le curve di Rita Hayworth e la voce roca e sensuale quella di Kathleen Turner.
La battuta, riuscitissima, entrò immediatamente nella storia del cinema e introduceva un personaggio indimenticabile, che tuttavia nel film non era l’unico a fare riferimenti espliciti al sesso. La cameriera di un pub diceva a Valiant: “Hai un coniglio nascosto nella tasca o sei felice di vedermi?”. Il bello della sequenza è che l’investigatore nascondeva realmente un coniglio all’interno del suo impermeabile, ma l’allusione a una sua erezione era evidente.
È interessante notare che la regia era di Robert Zemeckis e la produzione di Steven Spielberg, due pilastri della Hollywood liberal, i quali avevano ottenuto i finanziamenti dalla Disney, studio con un passato di altro colore, che negli anni ha stemperato ogni coinvolgimento politico e oggi propone prodotti di segno diverso, se non opposto.
È di queste ore la notizia che nel parco giochi di Anaheim, Jessica Rabbit non sarà più raffigurata come una donna dalla sessualità prorompente e non sarà più dipinta come una vittima: sino a oggi i visitatori potevano seguire ogni tappa del film arrivando a trovarla imprigionata nel bagagliaio di una macchina. Ora, al suo posto, ci saranno invece i barili di acido con cui il perfido giudice Morton scioglieva i personaggi animati. Alcune scelte odierne cancellano imbarazzanti operazioni del passato come ad esempio I racconti dello Zio Tom, il film con tecnica mista del 1946 nel quale la descrizione dei neri era legata a stereotipi che sconfinavano nel razzismo e molte di queste scelte nascono da motivazioni encomiabili a tutela delle minoranze discriminate, anche se la sensazione netta è che si sia scatenata un’ondata che travolge tutto e tutti, corretto e scorretto, sacrosanto e inopportuno, innocente e colpevole. E questo ennesimo cambiamento segna un altro passo nella direzione anestetica nella quale si sta muovendo il cinema, con risoluzioni di autocensura che assumono spesso contorni grotteschi: persino quel genio di Steven Spielberg nella riedizione di E.T. ha scelto di doppiare la parola “alieno” per evitare ogni possibile riferimento al dramma degli immigrati. Jessica Rabbit era nello stesso tempo sexy, vulnerabile e salvata da un uomo: ora dal ruolo di non protagonista diventerà il centro di ogni attrazione che la riguarda e sarà vestita in modo da coprire ogni forma, ma l’avanzamento va di pari passo con la desessualizzazione, e indosserà un impermeabile, tipico indumento degli investigatori privati che la renderà anche in questo allo stesso livello di Valiant.
Intanto il parco giochi Splash Mountain, ispirato da I racconti dello Zio Tom, è stato ridisegnato in modo da annullare qualunque riferimento al film, mentre da tempo è stata ritirata dal mercato ogni riproduzione del lungometraggio. Non solo: verrà proposto un gioco ispirato a La principessa e il ranocchio, il primo film Disney con una principess nera.
Nel 2017 lo stesso approccio aveva portato a rimuovere dai I pirati dei Caraibi una scena in cui una donna veniva venduta all’asta e, sempre nello stesso parco giochi, è stata ridisegnata la Jungle cruise eliminando ogni personaggio indigeno violento o culturalmente inferiore.
Queste scelte hanno generato violente reazioni sui social da parte di molti fan che si sentono traditi, ma la riflessione necessaria in questo momento è che queste scelte, nobili nella sostanza, sconfinano nel campo artistico, che dovrebbe essere estraneo a questo tipo di problemi. E viene da pensare che nella nuova versione Jessica Rabbit finisca per presentarsi dicendo: “Sono scialba, ma mi disegnano così”.